chiesa
parrocchiale
Chiesa di Santo Stefano
Il 26 settembre 1741, mons. Mercurio Arboreo Gattinara autorizzò la costruzione di una nuova chiesa. Dissensi e incomprensioni causarono la sospensione dei lavori, lavori che sono stati ripresi solo nel maggio 1766, sino a che il 3 ottobre 1773 il vescovo mons. De Rossi poté consacrare il tempio e il convento a S. Stefano.
Nel settembre 1802 sotto l’occupazione francese della città, il convento fu soppresso. Nella chiesa di S. Stefano fu stabilita la parrocchia di S. Martino, mentre per un breve periodo, il convento fu utilizzato come ospedale militare, poi come magazzino per l’esercito, infine, come abitazione del parroco. Cessata l’occupazione francese, il 14 novembre 1817 i Serviti avevano riavuto il convento e la chiesa venne contemporaneamente officiata sia dal parroco che dai frati.
Iil 21 maggio 1850 i Serviti dovettero abbandonare la chiesa, lasciandola definitivamente al parroco Amandola. In conseguenza della seconda soppressione, il convento di S. Stefano fu ceduto al demanio dalla Cassa ecclesiastica e la parrocchia passò definitivamente, al clero secolare. Pochi anni dopo, il suo ambito venne esteso al quartiere della Cittadella.
Alla fine del XIX secolo le volte vengono decorate; mentre l'Altare Maggiore e i leggi sono del 1984 ad opera dell’artista Scarrone.
19/05/2022
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocèse de Alessandria)