chiesa
sussidiaria
Chiesa della Madonna del Giardino
La facciata è costituita da un raffinato e armonioso portale di gusto rinascimentale con cornice a doppio giro di fogliette. Gli altari sono datati ai secoli XVII e XVIII; nel 1749 annoverava l’altare Maggiore sotto il titolo della Vergine, sul lato sinistro i due altari dedicati l’uno alla Santissima Annunziata e l’altro all’Immacolata Concezione, sul lato destro quelli di San Francesco Saverio e di Sant’Oronzo. “In controfacciata è un’ acquasantiera lapidea, a muro, databile al tardo ‘500 o ai primi del ‘600, dalla vasca circolare ornata da baccellature. Sull’attuale parete di fondo un altare in pietra sei – settecentesco, attuale altare maggiore, in un’ ampia arcata ricavata nel muro, in cui pure sono collocate le rappresentazioni scultoree di due cherubini a figura intera, conserva una decorazione pittorica più antica tardo cinquecentesca o dei primi del seicento, raffigurante una Madonna del Rosario. Alle spalle di santa Caterina coperto dalla colonna dell’abside si nota un personaggio turco col caratteristico copricapo bianco, volto nero, a braccia conserte in atteggiamento di preghiera; potrebbe raffigurare qualche prigioniero catturato durante la battaglia navale che l’artista rappresenta come convertito alla religione cristiana. Di fronte al pontefice si notano due contadine dal volto rubicondo, in ginocchio in una lunga veste che sono senza dubbio le committenti di tutto l’affresco, se non proprio le pie donne che con l’aiuto delle offerte raccolte tra i fedeli costruirono o ricostruirono la chiesa: stretta analogia con la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie di San Donaci voluta dalla pia donna Mariuccia. Non manca una nota caratteristica del paesaggio: l’artista con un volo pindarico, da Lepanto sulla costa meridionale della Grecia passa in Egitto e rappresenta le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, con le sponde del fiume Nilo sulle quali vegetano le piante verdi di papiro, rappresentate come agave. La parte centrale, ai piedi del trono di Maria è occupata da un albero dal cui tronco si dipartono tre rami fronzuti. Sul quarto ramo reciso spicca l’immagine di una civetta dai caratteristici occhi fosforescenti. La rappresentazione di questo uccello notturno riveste un’importanza particolare per la borgata greca di Tuturano. La civetta è il simbolo dell’antica Atene e i greci amavano rappresentarla anche nelle colonie. Tutto l’affresco della chiesa di Tuturano è attorniato da piccoli quadri affrescati che in ordinata sequenza narrano la vita di Gesù Cristo: l’Annunciazione, la Visita di santa Maria a santa Elisabetta, la Nascita di Gesù nella capanna, la Circoncisione, Gesù che discute con i dottori nel tempio, il Giardino degli ulivi con gli apostoli dormienti; la Flagellazione alla colonna, molto simile all’attuale colonna dell’Osanna di Tuturano, Gesù con la clamide rossa (re da burla), l’Incoronazione di spine, Verso il Calvario, l’Innalzamento sulla Croce, Maria santissima nel cenacolo, Ascensione e Assunzione. L’altare posto sulla parete destra, contenente l’antico affresco della Vergine affettuosa, è più sopraelevato degli altri e presenta una complessa impaginazione architettonica. Ai lati, tra colonne tortili e collocate entro nicchie, sono due piccole sculture lapidee a tutto tondo riferentesi a San Giuseppe col Bambino e San Giovanni Battista. L’attuale sistemazione è databile, come informa un’epigrafe in sito al 1734; fu essa dovuta alla liberalità dell’allora parroco Giovanni Leone.
14/12/2022
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Brindisi - Ostuni)