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Chiesa di San Nicolò
Le prime notizie che si hanno sull'insediamento, di origine Alto Medioevale, di Farnetta confermano la sua appartenenza alle cosiddette Terre Arnolfe fino agli inizi del XIII secolo, quando entrò nell’orbita del Contado di Todi, divenendo un suo avamposto di frontiera verso Amelia e Narni, per essere poi inglobata nel Plebato di Santa Vittorina di Dunarobba.
Il borgo prenderebbe il proprio nome dal "quercus frainetto", un tipo di albero molto comune nei boschi delle limitrofe campagne.
La fondazione della Chiesa di San Nicolò risale al XV secolo, eretta senz'altro dopo il 1467. Si tratta di un impianto ad aula unica, intonacata e tinteggiata, coperta con volta a botte, sviluppata su tre campate, sorretta da sottarchi poggianti, al di sotto dell'elaborato cornicione, su paraste tuscaniche.
Il presbiterio, leggermente più stretto della navata ed introdotto da un arco di trionfo piuttosto articolato, è sollevato di tre gradini e termina in un'abside semicircolare, coperta a catino. Due nicchie, una per parte, ospitanti altrettanti altari laterali in muratura stuccata, si aprono lungo i fianchi della navata, filtrata da una bussola lignea.
La facciata classica si presenta a coronamento orizzontale, su due ordini sovrapposti, ognuno articolato in tre partiti verticali da quattro paraste, cantonali e centrali, in stile tuscanico come tutte le modanature e le decorazioni presenti.
Il suo grado di finitura è in mattoni laterizi a facciavista; al timpano di coronamento centrale, sopra di un'ampia finestra rettangolare coperta ad arco, corrisponde quello, più piccolo, che sormonta il portale ligneo d'ingresso, montato su sei gradini esterni in pietra.
La torre campanaria in pietra, coperta a cuspide, si erge sul retro dell'edificio.
19/05/2022
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diócesis de Orvieto - Todi)