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Chiesa di San Martino Vescovo
Un’antica leggenda sostiene che il paese sia stato fondato da un ricco cittadino romano, Cromazio, da cui deriverebbe il nome Cromaziano, successivamente volgarizzato in Romazzano. Pirro Stefanucci trovò quivi, nel 1580, il sigillo di un Cromazio, appartenente certo alla locale comunità romana. Dell’antico castello medioevale, di cui non si hanno notizie degne di nota, non rimane oggi che un avanzo di torre.
Demolita l'antica chiesa intitolata a San Martino, minacciante rovina, la sede della parrocchia fu trasportata nella nuova chiesa, con lo stesso titolo, inaugurata nel 1911.
Si tratta di un edificio a navata unica, intonacata e tinteggiata, coperto con volta a crociera, a tutto sesto sviluppata su tre campate sorrette da sottarchi, poggianti a loro volta su cornicione e paraste tuscaniche. Il presbiterio, sollevato di un solo gradino, termina in un'abside quadrata; l'unico altare presente, collocato su una pedana, è realizzato in marmi policromi. All'interno si conserva una tela ad olio, risalente alla fine del secolo XVI, rappresentante Gesù crocifisso con la Vergine e il Santo patrono.
Le pareti esterne si presentano, al contrario, in pietra a facciavista: con conci sbozzati le laterali, con blocchi squadrati la facciata; quest'ultima, a doppio spiovente, è caratterizzata dal solo portale d'ingresso e dal rosone posto più in alto, entrambi con cornici dello stesso materiale. Il campanile a torre, in pietra e mattoni, su cui si aprono ampie bifore, è posto sul retro dell'edificio.
19/05/2022
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diócesis de Orvieto - Todi)