L’area presbiterale non ha subito sostanziali modifiche dopo il Concilio Vaticano II, poiché già spazialmente idonea alla celebrazione eucaristica rivolta all’assemblea.
L’altare, rialzato su due gradoni marmorei, ha una composizione ispirata a quello della basilica ravennate di San V itale, con una mensa rettangolare poggiata su quattro colonne in marmo verde che accolgono l’urna con le reliquie dei Martiri diocesani in altorilievo bronzeo, opera di Luciano V inardi (1998). Sulla sinistra è collocato il Crocifisso.
Nel 1996 è stato realizzato un ambone in marmo bianco calacatta e verde alpi, spostato sulla sinistra del presbiterio e utilizzato come evangelario. L’ambone, così come ricorda l’incisione posta nella base, è stato realizzato in occasione del XXV di sacerdozio dell’allora parroco monsignor Lino Fumagalli, attualmente vescovo della diocesi di Viterbo.
La cattedra è un complesso ligneo con seduta e fondale posto al centro del coro, rialzata da tre gradini3. Durante le funzioni ordinarie si utilizza come sede presidenziale una poltrona affiancata da due sgabelli, posta a destra dell’altare.
Nella cappella di sinistra è l’altare del Santissimo Sacramento, con un bassorilievo dell’Ultima Cena come paliotto, realizzato dallo scultore Nino Perrotta.
Nella cappella voltata che si incontra procedendo dall’ingresso verso sinistra troviamo il battistero: ispirato a San Paolo fuori le Mura, il fonte si presenta come un parallelepipedo di forma cubica in travertino ad angoli smussati su base ottagonale, dotato di coperchio in rame e decorato secondo la simbologia sacramentale.