Lo spazio liturgico delle cattedrali - Diocesi di Verona
L'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Maria Assunta
Pianta
1. Altare
2. Cattedra antica del XVII sec. non utilizzata
3. Ambone
4. Cattedra
5. Sede
6. Custodia eucaristica
7. Fonte battesimale posto nella vicina chiesetta di san Giovanni in Fonte
2. Cattedra antica del XVII sec. non utilizzata
3. Ambone
4. Cattedra
5. Sede
6. Custodia eucaristica
7. Fonte battesimale posto nella vicina chiesetta di san Giovanni in Fonte
Data del rilievo: 2002
Adeguamento liturgico
Una prima, provvisoria, soluzione di adeguamento liturgico fu adottata dal vescovo Mons. Giuseppe Carraro nel 1961. Essa prevedeva l’utilizzo di una pedana elevata di cinque alzate, che si estendeva, occupando quasi tutta la prima campata, fino all’ingresso del tornacoro sanmicheliano, ove era posta, ulteriormente rialzata, la cattedra in legno. L’altare era dello stesso materiale così come i due amboni, posti a destra e a sinistra del presbiterio. Tale soluzione fu messa in discussione a partire dalla fine degli anni ‘70 e nel 1982, in vista delle celebrazioni dell’VIII centenario della dedicazione della cattedrale, l’amplissimo capitolo dei canonici esaminò due ipotesi di adeguamento dell’area presbiterale. Nel gennaio 1983 il vescovo Mons. Giuseppe Amari, invitava per iscritto cinquanta architetti veronesi ad esprimere, sia graficamente che attraverso una relazione scritta, un suggerimento circa i criteri da adottare per il possibile adeguamento. Solo otto professionisti risposero e le loro soluzioni furono sinteticamente esposte, il 12 luglio 1983, in una relazione alle commissioni d’arte sacra e liturgica diocesane riunite in seduta congiunta. Successivamente il vescovo richiese all’allora Soprintendente Pietro Scurati-Manzoni l’autorizzazione, poi negata, a rimuovere il tornacoro del Sanmicheli che chiudeva il presbiterio antico nell’abside maggiore. Il dibattito proseguì anche con l’ intervento di storici locali. Si andava intanto delineando una convergenza di pareri sull’utilizzo della prima campata, sotto l’antica “cuba maior”, come luogo più adatto per la realizzazione della nuova area presbiterale. In questa direzione andarono le prime due proposte distributive redatte dagli architetti Giancarlo Pellegrini-Cipolla e Oreste Valdinoci tra il 1984 e il 1985 , una delle quali ebbe parere favorevole di massima da parte della Soprintendenza. Nel giugno del 1986 tale soluzione, approfondita con l’intervento di padre Costantino Ruggeri, fu accantonata per l’opposizione del Soprintendente arch. Ruggero Boschi e per talune perplessità del vescovo. Si arrivò quindi alla redazione di una un ulteriore progetto, a cura dei medesimi architetti, che prevedeva l’uso del marmo e del bronzo con forme più lineari. Nel maggio dell’anno successivo la Pontificia Commissione d’arte sacra, presieduta da Mons. Pietro Garlato approvò il progetto. Recependo i suggerimenti della Commissione, ad esecuzione del progetto iniziata, nel giugno del 1987, si provvide al recupero di un’urna funeraria, per la realizzazione dell’altare, e di un rilievo marmoreo raffigurante un’Annunciazione del XII secolo per l’ambone. Il leggio di quest’ultimo, la mensa (di cm 300 x 120) e il paliotto sono stati realizzati in bronzo decorato con simbologie eucaristiche; la cattedra (posta in asse con l’altare), gli scranni dei canonici e la sede ordinaria, anch’essi in bronzo, sono completati da elementi curvi in marmo nembro rosato. Per la pavimentazione sono stati utilizzati: marmo rosso di Verona, nero del Belgio, Botticino classico e grigio Bardiglio. Il 13 settembre 1987, viene finalmente consacrato l’altare. Nel 1998 sono stati collocati due confessionali a cabina ai lati della porta d’ingresso, mentre in occasione del Giubileo, su progetto dell’arch. G. Manni, si realizza un nuovo impianto di illuminazione che, grazie ad un sistema di accensioni differenziate e regolate elettronicamente da sensori, permette di adeguare l'intensità luminosa alle diverse esigenze liturgiche (preghiera personale, veglia comunitaria, celebrazione ordinaria, pontificale, nonché alla fruizione turistica) e in relazione al variare della luce naturale esterna. I canonici celebrano all’interno del tornacoro solamente l’ufficio, mentre le celebrazioni eucaristiche feriali avvengono sempre all’interno dell’aula. Attualmente, mentre sono in corso i restauri del battistero di S. Giovanni in Fonte, si sta elaborando un progetto per la realizzazione del nuovo impianto di riscaldamento.-
Il presbiterio del tornacoro nel 1950 -
L'adeguamento provvisorio fino al 1987 -
Progetto di massima approvato nel 1986 -
L’area presbiteriale -
La Cappella del Santissimo Sacramento con la custodia eucaristica -
L'altare con l'arca dei Giolfino -
La cattedra episcopale -
La sede ordinaria -
L'antico fonte battesimale (XIII sec.) nella Chiesa di s. giovanni in fonte (ancora utilizzato).