Diocesi di Alatri

Chiesa di Chiesa di San Paolo Apostolo

La facciata principale della Cattedrale di San Paolo
Veduta dell’aula dal presbiterio
L’area presbiterale vista dalla cantoria
La cappella del Santissimo Sacramento
Vetrata raffigurante San Sisto I
Frammento delle decorazioni medievali
Frammento delle decorazioni medievali

CONCATTEDRALE DI SAN PAOLO La chiesa di San Paolo sorge sulla sommità dell’acropoli di Alatri, cinta da mura poligonali ciclopiche, ed è stata fondata su un tempio del VI-V secolo a.C.. Alatri fu evangelizzata sin dai primordi del cristianesimo, probabilmente ad opera degli stessi apostoli Pietro o Paolo a cui è intitolata la cattedrale, anche se la prima presenza documentata di una comunità cristiana risale al 380 e il primo vescovo di cui si ha notizia certa è Pascasio nel 551. Nel 1132, durante il pontificato di papa Innocenzo II (1130-1143) e l’episcopato del vescovo Pietro furono traslate ad Alatri dalla chiesa di San Pietro in Roma le reliquie di papa Sisto I (115-125) martirizzato sotto l’imperatore Adriano. Per accogliere le spoglie del papa venne eretto un altare, “isolato da ogni lato, lontano dal muro, tutto di marmo ben lavorato”, al disotto del quale furono collocate le preziose reliquie; l’altare fu completato l’11 maggio 1157 durante l’episcopato di Adinolfo (1152-1159 circa). Arricchimenti furono apportati nel XIII secolo dal vescovo Giovanni V (1221-1264) con l’aggiunta dell’ambone, del cero pasquale e dei plutei ad opera dei Cosmati in occasione della visita di papa Onorio III (1216-1227), di cui si conservano frammenti marmorei e musivi nella cappella battesimale. Ignazio Danti da Perugia (1583-1586), domenicano, matematico di fama, eletto vescovo di Alatri dal pontefice Gregorio XII (1572-1585), tentando di dirimere le antiche dispute tra le città di Alatri e di Affile circa il possesso del corpo di san Sisto, il 5 marzo 1584 dispose la ricognizione e lo spostamento delle reliquie del santo nell’altare maggiore, avanzandolo in modo da creare un martyrium. Gli interventi succedutisi nei secoli XVII e XVIII trasformarono la cattedrale all’aspetto formale attuale. L’ingresso alla chiesa, alla cima di una lunga scalea, è preceduto da un pronao scandito da tre porte. L’interno si sviluppa seguendo un impianto a croce latina, a tre navate e cappelle laterali, scandite da due file di sei pilastri. La navata centrale è voltata a botte con lunette, mentre le laterali sono coperte a crociera. Nel 1603 fu realizzata la cappella dedicata a san Sisto posta in fondo alla navata di sinistra. Nel 1759 fu eretto l’altare maggiore, posto al centro del presbiterio in sostituzione di quello costruito dal vescovo Adinolfo nel 1156, per volere del vescovo Giovanni Francesco Cavallini (1744-1764), così come testimonia lo stemma vescovile posto in basso sul fronte, e furono demoliti l’ambone e i plutei cosmateschi. Tra il 1790 e il 1808, durante l’episcopato di Pietro Stefano Speranza (1777-1802), furono realizzati l’attuale facciata e il campanile dall’architetto Joseph Subleyras; la facciata si ispira al modello delle maggiori basiliche romane, scandita da un ordine gigante di paraste a ritmo binato. L’attico e il timpano furono aggiunti nel 1884 su progetto di Giulio Pitocchi. In occasione della visita pastorale, nel 1850, il papa Pio IX (1846-1878) insignì la chiesa del titolo di basilica minore. Nel 1875 venne realizzata, su progetto di Giuseppe Olivieri, la cappella del Santissimo Sacramento, posta al fondo della navata destra, decorata nel 1978-79 – in occasione del 750° anniversario del miracolo eucaristico di Alatri – con un ciclo di pitture murali sull’avvenimento, opera dell’artista siciliana Venera Carini, esteso anche all’attigua cappella mariana. In una cappella attigua alla navata destra, eretta nel 1960, si conserva la particola consacrata, divenuta straordinariamente carne umana in seguito a un atto sacrilego nel 1228. Risale al 1932, in occasione dell’VIII centenario della traslazione delle reliquie di san Sisto, il rifacimento della cappella del santo patrono, opera di Luigi Morosini. La decorazione delle volte del presbiterio e dell’arco trionfale con motivi tratti dal repertorio paleocristiano è stata realizzata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Il 2 settembre 1984, in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II, è stata inaugurata la porta centrale in bronzo, opera dello scultore Tommaso Gismondi. Nel 2010, sempre nel lato destro, è stata realizzata durante l’episcopato di Lorenzo Loppa (2002) la cappella che raccoglie le spoglie di suor Maria Raffaella Cimatti, proclamata beata nel 1996 da papa Giovanni Paolo II. Nel 2013 sono iniziati i lavori di consolidamento e restauro delle superfici di facciata della chiesa e dei quattro prospetti del campanile, oltre a interventi tesi al consolidamento delle volte e degli arconi della navata centrale e del transetto.

ADEGUAMENTO LITURGICO

L'adeguamento liturgico della Chiesa di Chiesa di San Paolo Apostolo

FESTE E DEVOZIONI PARTICOLARI

13 marzo:
Miracolo dell’Ostia Incarnata
Festa di San Sisto mercoledì dopo Pasqua
Festa del Corpus Domini
Venerdì Santo rievocazione dell’Agonia di Cristo nel primo pomeriggio, prima della rievocazione storica della passione e morte di Gesù

CULTO DEI SANTI

Reliquie di San Sisto I, nella cappella a sinistra dell’altare maggiore
(altare maggiore)
Reliquiario con l’Ostia incarnata, una particola, trasformatasi in carne umana, miracolo attestato dalla bolla papale del 1227

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1. Altare

2. Ambone

3. Cattedra

4. Fonte battesimale

5. Assemblea

6. Cappella del Ss. Sacramento

7. Baldacchino

8. Cantoria e organo a canne

9. Concelebranti

10. Coro

11. Custodia degli Oli Sacri

12. Candelabro e cero pasquale

13. Acquasantiera

14. Crocefisso commemorativo

15. Sagrestia

16. Cappella del Crocefisso

17. Cappella di San Sisto

18. Cappella delle reliquie

19. Cappella funeraria dei Vescovi

20. Cappella mariana

21. Cappella dell’Ostia Incarnata

22. Cappella della Beata Suor Maria Raffaella Cimatti

23. Campanile

Data del rilievo: 2015

FONTE

Fabrizio Capanni, Giampero Lilli, Le cattedrali del Lazio. L'adeguamento liturgico delle chiese madri nelle regioni ecclesiastiche del Lazio. Milano, 2015

ULTIMA MODIFICA

30/06/2017

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