Diocesi di Venafro

Chiesa della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo

L’antica Cattedrale posta sul colle S. Leonardo all’esterno sia dell’antico nucleo longobardo (arroccatosi su colle S. Angelo), che del moderno centro abitato (sviluppatosi nella pianura sottostante), era in origine in posizione dominante sull’area del foro romano ancora vitale. Fonti certe, infatti, fanno risalire la Diocesi e la Cattedrale alla fine del V secolo. La sede episcopale dall’XI sec fu unita con la diocesi di Isernia, ma i continui conflitti concernenti la supremazia dell’una sull’altra, indussero nel 1207 Innocenzo III a deliberarne la separazione che perdurò fino al 1818, anno in cui la sede di Venafro fu soppressa a favore della cattedra di Isernia. Solo nel 1858, dopo continue pressioni da parte sia della popolazione che del clero venafrano, la collegiale fu elevata nuovamente a cattedrale e unita aeque principaliter, sotto un unico vescovo, con la diocesi di Isernia. Nel 1986 è divenuta concattedrale mantenendo gli stessi diritti e doveri della cattedrale. L’edificio paleocristiano (v sec), di cui oggi non resta traccia, con molta probabilità doveva essere a pianta centrale di ridotte dimensioni coincidente con l’attuale zona del presbiterio, come si deduce da alcuni frammenti romani presenti nelle absidi. La successiva riedificazione verosimilmente fu intrapresa verso la fine dell’XI sec con il vescovo Pietro di Ravenna in linea con il rinnovamento architettonico che investì gran parte dell’Italia meridionale sotto l’influsso dell’arte benedettina. La pianta basilicale a tre navate suddivisa da colonne e triabsidata, l’arco trionfale e il transetto unico con la sua sopraelevazione rispetto al piano delle navate, le cappelle ricavate nello spessore dei muri, gli elementi simbolici della facciata (ispirati ai cosiddetti bestiaria), confermano questa tesi. In seguito a calamità e guerre l’antica Cattedrale fu ricostruita e trasformata, in modo più consistente nel periodo barocco e tardo barocco per poi essere restituita al severo, ma non del tutto attendibile, aspetto originario con i restauri condotti dalla soprintendenza negli anni 1960-1970. Elementi gotici, infatti, erano stati introdotti nella Chiesa nel XIV e XV sec. a seguito di due violenti terremoti (1349-1456); in tale occasione furono eseguite gran parte delle decorazioni tutt’ora presenti. Al XIV e al XV sec risalgono frammenti di affreschi presenti nella zona presbiteriale. Ulteriori arricchimenti seguirono lungo tutto il XVI sec; a questo stesso periodo risalgono un corpo aggiunto a destra della chiesa, destinato alla custodia degli olii sacri e dell’eucarestia (attualmente cappella del SS Sacramento) e le cappelle della navata di destra. Nel XVII sec fu notevolmente rinnovata in forme barocche. Tali mutamenti iniziarono con il cardinale Ladislao d’Aquino, il quale, tra il 1617 e il 1621 fece ripristinare, mediante la demolizione dell’ospedale dell’Annunziata, l’antico tracciato romano che anticamente collegava il Duomo con il centro cittadino e raggiunsero l’apice nella seconda metà dello stesso secolo per opera del vescovo de Masso che intervenne sia all’interno della chiesa (con rivestimenti in stucchi, copertura con volte a botte, rifacimento della scalinata centrale con apposizione di balaustra, sostituzione dell’antico ambone con pulpito in legno e del vecchio pavimento con uno in maioliche) che all’esterno cancellando l’antico prospetto di forma rettangolare chiuso in alto da una cornice rettilinea. Negli anni ’70 è stata adeguata alla riforma liturgica conciliare con la realizzazione del nuovo altare (al posto di quello settecentesco demolito) e di due amboni posti ai lati del presbiterio.

Pianta

1. altare celebrato

2. cattedra vescovile

3. ambone

4. cappella del Santissimo

I. portale centrale

II. Porta Santa

III. bassorilievo in pietra rappresentante Pietro da Cortona

IV. affresco cinquecentesco raffigurante la crocifissione

V. resti dell’ affresco di S. Michele arcangelo

VI. frammenti del ciclo pittorico raffigurante i SS. M. venafrani Nicandro, Marciano e Daria che si recano sul luogo della decapitazione

Chiesa della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo

Data del rilievo: 2015

FONTE

Le Chiese delle Diocesi Italiane - Diocesi di Isernia - Venafro

ULTIMA MODIFICA

30/06/2017

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