Diocesi di Trivento
STORIA
I - Origini
Sull’origine della diocesi di Trivento vi sono tre ipotesi: la prima, orale, radicata nel cuore della tradizione triventina, la considera fondata dal protovescovo Casto, inviato da papa Clemente I (89 ca -97) e, quindi, alla fine del I sec.; la seconda ipotesi ritiene il IV . l’epoca propria della sua formazione; la terza la vede già esistente nel X . La credenza in san Casto, primo vescovo di Trivento, è fondata sul codice Casanatense n.457 che ritiene il santo, nato nei pressi di Roma, inviato a Trivento da Clemente Romano e ferito mortalmente in questa terra dai «saraceni» (errata interpretazione dei pentri caraceni).
Inconfutabili, invece, sono le notizie che la vedono già esistente nel X sec., provate dalla bolla papale di Agapito II del 947, nella quale si destituisce il vescovo Leone, avendo preso, questi, il possesso di detta sede in modo simoniaco.
Su tale vicenda Agapito II fu informato da Giovanni, vescovo di Benevento, a quell’epoca metropolita anche di Trivento.
È degno di nota menzionare che l’attuale cattedrale, edificata nel 1076, sorge su un antico tempio paleocristiano del IV . costruito con basi, colonne e capitelli, provenienti da un tempio romano dell’80 a.C.
dedicato alla dea Diana.
II - Dal Medioevo al concilio di Trento
Anche se all’epoca di Agapito II la sede triventina risulta suffraganea della metropolia di Benevento, nei secoli seguenti è stata soggetta immediatamente alla Santa Sede.È al pontificato di papa Alessandro III che si fa risalire il primo privilegio dell’esenzione della diocesi di Trivento da Benevento, ottenuto tra gli anni 1159- 1181 sotto l’episcopato di Ponzio, che partecipò anche al concilio Lateranense III celebrato a Roma nel 1179.
Il privilegio della immediata soggezione alla Sede apostolica fu riaffermato da Urbano VI tra gli anni 1378-1389 e ripetuto in modo solenne da Sisto IV, con la sua bolla del 30 giugno 1474.
In tale documento il pontefice ricordava il privilegio concesso da Alessandro III e Urbano VI e definiva la Chiesa triventina come «antica e insigne tra le chiese cattedrali della zona».
La stesura di questa bolla fu determinata dall’appello rivolto al papa da Tommaso Carafa, vescovo di Trivento già dal 1472.
Questi si rivolgeva al pontefice in quanto durante il governo pastorale del suo predecessore, Giacomo De Terziis (1447- 1455), nel 1471 l’arcivescovo di Benevento, Corrado Capace, non tenendo conto delle disposizioni dei pontefici circa l’immunità della diocesi, la visitò come propria suffraganea.
Tra i vescovi del periodo in esame merita una nota a parte Pietro dell’Aquila, soprannominato «Scotello» per la sua cultura scotista.
Questi nacque nei pressi dell’Aquila, abbracciò l’ordine francescano e studiò a Parigi.
Fu incaricato dal capitolo generale di Assisi nel 1334 di comporre un commentario all’opera di Pietro Lombardo.
Si dedicò, inoltre, all’insegnamento e alla composizione di altre opere.
In breve tempo iniziò una grande ascesa: a Napoli nel 1334 ottenne il titolo di cappellano della regina Giovanna, fu nominato inquisitore a Firenze, nel 1347 fu eletto vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi e infine nel 1348 fu trasferito a Trivento.
III - Dal concilio di Trento all’Ottocento
Uno degli obiettivi fondamentali posti dal concilio di Trento era la formazione del clero.In vista di ciò, furono creati luoghi specifici chiamati seminari.
Il seminario di Trivento venne eretto dal vescovo Giulio Cesare Mariconda.
L’epigrafe posta all’interno del seminario ne ricorda la costruzione negli anni 1582-1584.
Sin dalla sua fondazione, il seminario fu oggetto di premura dei vescovi triventini, i quali lo ampliarono con nuovi spazi.
In modo particolare, nel 1894, il vescovo Giulio Vaccaro lo dotò di una grande biblioteca nominata, in suo onore, «Biblioteca Giulia».
Alla fine del Cinquecento, sotto il già menzionato vescovo Giulio Cesare Mariconda, anche la cattedrale fu restaurata.
Questi, pastore diocesano dal 1582 al 1607, non solo abbellì la cattedrale, ma per essa commissionò un organo, la arricchì di altri spazi celebrativi e tra le reliquie pose anche una spina della corona di Gesù.
Particolare cura dedicò inoltre alla disciplina dei chierici.
I vescovi del Seicento si prodigarono molto affinché nel territorio diocesano venissero applicati i decreti conciliari e, per questo, si servirono di sinodi e di visite pastorali.
Proprio a tale periodo, infatti, risalgono i sinodi più noti della diocesi, tra i quali quello del vescovo Pietro (o Paolo) Bisnetti nel 1615, di Antonio Tortorelli nel 1686 e i due di Alfonso Mariconda negli anni 1721 e 1727.
Bisnetti e Tortorelli provenivano dall’ordine francescano ed entrambi, per aver ricoperto incarichi di prestigio, furono designati presso la Sede apostolica dal re cattolico ad assumere la guida della diocesi.
IV - Dall’Ottocento all’epoca contemporanea
La diocesi, nel corso della sua storia, è stata guidata non solo da pastori saggi, ma anche di grande preparazione intellettuale.È il caso di Luca Nicola De Luca, vescovo dal 1792 al 1819, ricordato per la sua erudizione.
Trasferito dalla diocesi di Muro a Trivento, procedette a varie pubblicazioni tra le quali si ricordano i quattordici volumi sui Libri Sapienziali, i cinque volumi su Dio Creatore, Lo Studente, Il Pensatore alla moda e Il Letterato.
Di non minore cultura fu anche Benedetto Terenzio, pastore dal 1837 al 1854.
Alla fine dell’Ottocento, durante il periodo dell’unificazione italiana, tra i vescovi triventini più illustri vi è la figura di Luigi Agazio da Soriano, dell’ordine dei minori, vescovo dal 1854 al 1887.
Questi prese parte a Roma nel 1854 alla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, nonché alla promulgazione del Sillabo nel 1864, alle celebrazioni del diciottesimo centenario della morte di san Pietro nel 1867, alla convocazione del concilio Vaticano I e nel 1870 alla proclamazione dell’infallibilità pontificia.
Dal 1897 assunse la guida della diocesi il vescovo Carlo Pietropaoli, ricordato anche come poeta e grande letterato.
La governò fino al 1913, data della sua nomina a nunzio apostolico in Venezuela.
Nell’anno 1930 fu riscoperta l’antica cripta della cattedrale.
La cripta, nel corso dei secoli, aveva assunto la funzione di cimitero, venendo quindi pian piano dimenticata fino a quando monsignor Adinolfi, vescovo dal 1928 al 1931, la riportò ai suoi antichi splendori.
Dal 1937 al 1957, con Epimenio Giannico, si ebbero tre fasi importanti per la vita diocesana: la celebrazione del sinodo diocesano nel settembre del 1950, il congresso eucaristico nel 1951 e il congresso mariano nel 1955.
Tappa memorabile fu quella del 21 agosto 1976, che segnò la fine dell’immediata soggezione alla Sede apostolica.
Paolo VI, creando la provincia ecclesiastica molisana, istituì come sede metropolitana l’arcidiocesi di Campobasso-Boiano.
Trivento ne divenne suffraganea.
Dal 1993 al 1998 si è avuta la celebrazione del VI sinodo diocesano e nel 2001 si è svolto il congresso eucaristico sotto il vescovo Antonio Santucci.
Nel corso della sua storia, la diocesi di Trivento fu tappa di passaggio di alcuni santi, tra i quali si ricordano: san Bernardino da Siena e san Giovanni da Capestrano (che predicarono in Agnone), san Camillo de’ Lellis, ospitato nel convento dei cappuccini di Trivento, e san Francesco Caracciolo, che morì in Agnone presso i padri dell’oratorio.
Attualmente il territorio diocesano si estende su tre province: Campobasso, Isernia e Chieti, ed è composto da quattro foranie: Agnone, Carovilli, Frosolone e Trivento.
Importante centro è il santuario diocesano della Madonna di Canneto, situato nella vallata del Trigno.
Di origine benedettina, esso conserva un’artistica statua policroma, trecentesca, raffigurante la Vergine con in braccio il Bambino, oltre al monumentale pulpito e alla rilevante torre campanaria.
Bibliografia
Lanzoni I 379;V. Ferrara, Diocesi di Trivento (periodo delle origini), Penne 1990;
E. De Simone, I vescovi di Trivento. Da San Casto a Pio Augusto Crivellari, Trivento 1993.
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Diocesi di Trivento
Chiesa dei Santi Nazario, Celso e Vittore
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La facciata principale della cattedrale dei Santissimi Nazario, Celso e Vittore a Trivento -
Veduta dell’aula dall’ingresso -
La cripta di San Casto nella cattedrale di Trivento -
La cripta di San Casto nella cattedrale di Trivento – Affresco - molto probabilmente rappresentante San Lorenzo
Diocesi
FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.