Diocesi di Teano - Calvi
STORIA
La diocesi di Calvi e Teano venne istituita con la bolla di Pio VII nel 1818 per unione delle due sedi vescovili, aeque principaliter unitae, suffraganee entrambe dell’arcidiocesi di Capua.Nel 1986 venne realizzata una fusione e fu cambiato il nome facendo precedere Teano a Calvi.
Secondo un’antica tradizione, il primo vescovo di Teano fu l’ateniese san Paride, consacrato nel 333 da san Silvestro I papa.
Molto verosimilmente esisteva già una comunità cristiana nell’antico centro capitale del popolo dei sidicini, visto che i primi evangelizzatori avevano fondato le Chiese locali di Capua, Cales, Suessa; è difficile ipotizzare che abbiano tralasciato un centro importante, definito da Strabone urbium in via Latina sitarum maxima.
A Paride successe sant’Amasio, cui seguì Urbano e dopo di lui si ha un vuoto di notizie di circa cinque secoli.
Alla metà del IX . ricomincia la serie dei vescovi teanesi, e nell’anno 800 si trova segnata la morte del vescovo Lupo.
Tra i suoi successori vi furono i monaci cassinesi Ilario, Leone e Angelario: importante testimonianza letteraria di questo periodo sono le famose carte di Teano, due dei primi quattro documenti in volgare italiano, di poco posteriori al X . Tra i vescovi dell’XI . si segnalano il monaco Pandolfo, celebrato dagli scrittori del suo tempo quale persona di grande cultura e fermissimo difensore della libertà ecclesiastica, e Guglielmo II, che nel 1274 andò al concilio di Lione in compagnia di san Tommaso d’Aquino.
Tra i vescovi del XIV . si segnalano il domenicano romano Bartolomeo de Papazuri, illustre per nobiltà e per dottrina, trasferito quattro anni più tardi alla sede di Chieti, e Marino del Giudice, promosso cardinale di Taranto nel 1362.
La diocesi fu investita dalle vicende del grande scisma d’Occidente, nel 1427 fu fondato un convento francescano dedicato a sant’Antonio, che secondo la tradizione fu sollecitato da san Bernardino da Siena; questi, con san Giacomo della Marca, sembra abbia incoraggiato anche la nascita del santuario di Maria Santissima dei Lattani a Roccamonfina.
Nel 1459 divenne vescovo di Teano il pistoiese Nicolò de Renzis (1459-1473), il cardinale guerriero denominato «Fortiguerra ».
Cominciava per la Chiesa di Teano un periodo difficile a causa del governo di vescovi che, dispensati dall’obbligo della residenza, poco si curavano della vita spirituale della diocesi ed esigevano unicamente le rendite.
Nell’epoca tridentina i vescovi teanesi si caratterizzarono per una maggiore presenza in diocesi.
Nel 1557 fu eletto il domenicano veronese Gerolamo Michele Nicheloso, esimio teologo, presente anche al concilio di Trento; lo seguì il vigevanese Arcangelo Bianchi, anch’egli domenicano, confessore di san Pio V, che poco dopo divenne cardinale e fu soprannominato «il cardinale di Teano».
Dopo la sua rinuncia, nel 1575, gli successe Gian Paolo Marincola; nel 1588, Vincenzo Brancaleoni; sette mesi dopo, alla morte, gli successe l’ascolano Vincenzo II Serafini, che resse la diocesi per ventisette anni.
Nel 1616 lo spagnolo Michel Angelo Sergosa de Herdia, che morì nel 1623; nello stesso anno il bolognese Ovidio Lupari, che morì tre anni dopo; nel 1627 il napoletano, oriundo spagnolo, Giovanni III de Guevara, autore di un libro intitolato Orologio spirituale dei principi, sotto la cui guida si ristrutturò nel 1636 la facciata della cattedrale, costruendo un portico rinascimentale.
Gli tenne dietro, nel 1642, Muzio dalle Rose; nel 1654 fu la volta del canonico napoletano Paolo Squillante; nel 1661 il milanese Ottavio Boldoni, barnabita, letterato e autore di varie opere di diverso genere, che resse la diocesi per circa vent’anni e morì nel 1680.
La fondazione del seminario di Teano viene attribuita al vescovo Pietro Marincola (1575-1588) in base a un suo decreto del 1576, con cui chiedeva di raccogliere dei benefici economici per il seminario nuper erecto.
Questo primo seminario non ebbe gran successo e già nel 1592 esso non esisteva più.
Malgrado numerosi tentativi di vari vescovi, solo Paolo Squillante riuscì a ridare vita al seminario nel 1655, presso il convento di Sant’Agostino degli Eremitani.
Il 13 giugno 1681 fu eletto Giuseppe Nicolò Giberti, per anni vicario della diocesi di Spoleto.
Tenne il sinodo diocesano e adornò riccamente la cattedrale, crollata per un violentissimo terremoto, ingrandendo il seminario.
Lo seguì Domenico Pacifico, che governò fino al 1717: egli lasciò le rendite dei semestri trascorsi fuori sede alla cattedrale e ai poveri.
Da questo momento in poi la cattedrale non subì più trasformazioni rilevanti, ma fu ancora adornata dal mecenatismo di vescovi, chierici, associazioni e fedeli, con nuove decorazioni, altari, cappelle, monumenti sepolcrali, suppellettili e arredi sacri.
Furono istituiti nuovi canonicati e nuove confraternite; la parrocchia di San Clemente, annessa alla cattedrale, venne trasformata in canonicato curato e furono fondate dal vescovo Squillante due opere assistenziali: il monte dei poveri e la Congregazione del clero.
Il XIX . segna per la Chiesa di Teano un periodo di decadenza, determinata dalla lunga vacanza (1808-1818) che precedette l’unione delle diocesi di Calvi e Teano e dalle vicende politiche postunitarie, che portarono alla soppressione di molti enti ecclesiastici, alla confisca di gran parte del patrimonio della Chiesa e che impedirono talvolta ai vescovi di prendere sollecitamente possesso della diocesi.
Dopo oltre un decennio di sede vacante sia a Teano sia a Calvi, a causa delle controversie tra la corte di Napoli e la Santa Sede, successe al cardinale Giuseppe Maria Capece Zurlo monsignor Andrea De Lucia, ultimo vescovo della diocesi di Calvi e il primo di quella di Calvi e Teano.
Il 28 giugno 1818 infatti Pio VII, con la bolla De utiliore Dominicae, decretava l’unione aeque principaliter delle diocesi di Calvi e Teano.
Monsignor De Lucia a Calvi s’era interessato della formazione spirituale e culturale dei giovani allievi del seminario e dei restauri della chiesa madre e del palazzo vescovile, in Pignataro Maggiore.
Nel secondo periodo s’adoperò in tutti i modi per far seguire all’unione materiale delle due diocesi anche, e soprattutto, quella morale e spirituale.
Dopo di lui dieci vescovi si sarebbero succeduti nel governo delle due diocesi.
Immediati successori di monsignor De Lucia furono Giuseppe M.
Pezzella (1829-1833), eremitano, Giuseppe M.
Trama (1834-1837), dimissionario per motivi di salute, Nicola Sterlini (1840-1860), agrigentino, Bartolomeo D’Avanzo (1860-1884), eletto cardinale nel 1876.
Quest’ultimo il 13 luglio 1860 veniva trasferito alla diocesi di Calvi e Teano, rimanendo per tredici anni ancora amministratore apostolico della diocesi di Castellaneta e Mottola, di cui era vescovo dal 1851.
Un mese dopo, precisamente il 13 agosto 1860, sfuggì a un assalto di briganti mentre si dirigeva da Castellaneta a Casamassima, per recarsi prima ad Avella e poi alla nuova diocesi di Calvi e Teano, all’uscita del bosco di Gioia del Colle; solo sette anni dopo, nel 1867, poté finalmente raggiungere la diocesi di Calvi e Teano, dando subito inizio a una vasta opera di ricostruzione materiale e morale in tutti i campi e a tutti i livelli.
Si interessò, in modo particolare, dei due seminari.
A Teano chiamò i redentoristi.
La sua opera più impegnativa fu, senza dubbio, il duomo di Teano con la maestosa cupola a mosaico raffigurante il trionfo dell’Immacolata, l’artistico portico a peristilio e il soffitto, con al centro il quadro di san Giovanni evangelista, il tutto andato quasi completamente distrutto, insieme con l’episcopio e il seminario, durante i bombardamenti aerei del 1943.
A Pignataro Maggiore abbellì sontuosamente la cappella, già detta del Sacramento, adornandola di un’artistica statua dell’Immacolata, opera del celebre scultore Citarelli, e restaurò quasi interamente, il palazzo vescovile.
Creato cardinale nel 1876, morì ad Avella il 20 ottobre 1884.
Gli tenne dietro Alfonso Maria Giordano (1884-1908), redentorista, che, abbandonato definitivamente il vecchio seminario a ridosso del torrente Decola, rese funzionale, per tutti i mesi dell’anno, il nuovo seminario («Ospizio»), fatto costruire da monsignor Capece Zurlo, per i soli mesi estivi nella borgata Zuni di Calvi Risorta.
Dopo il settennio di Albino Pella (1908- 1915), Calogero Licata (1915-1924), agrigentino, per motivi economico-topografici fuse in un unico seminario interdiocesano, con sede a Teano, i due seminari di Calvi e Teano.
Giuseppe Marcozzi (1926-1940), da Ascoli Piceno, fu promotore, fra l’altro, di un importante sinodo diocesano e di due congressi eucaristici, il primo a Pignataro Maggiore, nel 1929, il secondo a Teano tre anni dopo.
Giacomo Tamburini (1941-1944), da Comacchio, eletto in pieno periodo bellico, morì quattro anni più tardi, dopo aver dovuto assistere alle orribili devastazioni causate dalla guerra nella sua diocesi.
Vincenzo Bonaventura Medori (1945-1950), da Bagnoregio, ritornata finalmente la pace si diede con entusiasmo alla ricostruzione materiale e morale della diocesi, prendendosi cura in maniera particolare del seminario, delle due cattedrali, dell’Azione cattolica e degli interessi del mondo del lavoro.
Dopo Giacomo Palombella (1951-1954), Matteo Guido Sperandeo (1954-1984) il 3 agosto 1957 consacrava la ricostruita cattedrale di Teano con solenni festeggiamenti e la dedicava a san Giovanni ante portam latinam.
Le reliquie di san Paride, rinchiuse in un’urna di bronzo, furono portate in solenne processione.
A lui è toccato, tra l’altro, il privilegio di partecipare al concilio Vaticano II e di trasfonderne in diocesi le principali decisioni.
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Diocesi di Teano - Calvi
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FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.