Diocesi di Tivoli
STORIA
I - Le origini
La contiguità dell’Ager tiburtinus al suburbio di Roma spiega la penetrazione del cristianesimo quasi contemporanea agli apostoli.La valle è quella dell’Aniene e del Simbrivio, delle vie Tiburtina- Valeria-Sublacense e Cornicolana.
San Paolo parla dei cristiani già tra la corte neroniana (Fil 4,22); e nel II . si ha il martirio della famiglia di Sinforosa.
Alla fine del III sec., la diocesi ecclesiastica si configura su quella civile, da Ponte Mammolo alle sorgenti dell’Aniene (per circa 700 km2) ed è attestata dal 366.
Con il papa tiburtino Simplicio (468- 483), che riordinò la viabilità fino alla Marsica, Tivoli assunse l’impegno missionario per l’evangelizzazione dei territori dell’Appennino.
A questo periodo risalirebbe la cattedrale sita sul foro tiburtino, dedicata al diacono martire Lorenzo, morto nel 258 e sepolto sulla via Tiburtina.
Tra i primi vescovi, emerge Candido (465- 504) per la collaborazione con papa Simplicio, con il quale eresse alcune chiese e accolse la fondazione di Santa Maria in Cornuta, dotata di beni e suppellettili dal goto convertito Valila (471).
Nell’alta valle dell’Aniene (fine IV sec.), visse l’esperienza eremitica e poi cenobitica Benedetto da Norcia, che trovò funzionanti due monasteri, quello di Adeodato in Subiaco e quello dei Santi Cosma e Damiano (Vicovaro), ma dopo tre anni fondò tredici piccoli cenobi.
Nella guerra greco-gotica (535) Tivoli subì il saccheggio e l’eccidio degli abitanti e dell’anonimo vescovo.
I bizantini eressero la città a ducato e i papi a centro amministrativo del Patrimonio di San Pietro, sabinense e carseolano.
Mentre i papi Gregorio Magno (590-604) e Zaccaria (741-752), potenziarono le masse.
II - Dal Medioevo al periodo post-tridentino
Dal X sec., dopo la sconfitta dei saraceni (915) e nella fase dell’incastellamento, la diocesi vide formarsi per il favore di papi e imperatori, un dominato benedettino sublacense, piccolo stato autonomo con a capo l’abate di Santa Scolastica.Il vescovo Adamo nel 1077 perde diversi castelli e arretra i confini fin sulla massa Giovenzana e il suo capoluogo Gerano, diviso a metà da papa Gregorio VII.
I contrasti proseguirono con i successivi abati (dal 1276 al 1638) che raggiunsero l’erezione dell’abbatia nullius nel 1638 (Urbano VIII).
Nel frattempo, la confinante Roma papale o civica era diventata causa di ostilità contro la ghibellina Tivoli: ingerenza delle famiglie aristocratiche romane, assedio di Ottone III (1001) e sottomissione, scomunica di Innocenzo II (1139), assedi e disfatta (1141-1143), interdetto del vescovo Claro (1232), accoglienza a Federico II (1241), assedio da parte dell’esercito romano (1254), pesante pace con il Comune di Roma (1259), Statuto (1305), scempio del vescovo Nicolò II de’ Cesari trascinato per le vie di Roma (1431), assedio e carneficina da parte di Nicolò Fortebraccio della Stella (1434), costruzione della Rocca Pia (Pio II, 1461), peste del 1480-1481, sacco di Roma (1527) e di Tivoli; annessione allo Stato pontificio con designazione al governo e alla diocesi di due distinti cardinali, nomina da parte di Giulio III del governatore Ippolito II d’Este (1550); declino economico e demografico.
Diversi ma impari alla sequenza dei fatti, risultano gli interventi dei vescovi (spesso eletti dietro proposta di un singolo o di una terna, da parte del capitolo, fino al 1595): Filippo Gezza de Rufinis (1356-1380) fondò l’ospedale (1363) e la confraternita dell’Annunziata (1380) per l’assistenza agli ammalati e viandanti; a esso seguirono anche per opera dei laici, quello di San Giovanni evangelista (confraternita di San Rocco, 1390) e altri tre (XVI sec.) per i bambini «esposti» (XVI sec.).
Lorenzo dei Minori (1450-1471) aprì un monastero di religiose claustrali a Santa Elisabetta (1463), poi Sant’Anna.
Giovanni A.
Croce (1554-1595), che partecipò alle ultime sessioni del concilio di Trento, attivò la riforma conciliare nella diocesi (sinodi del 1565 e 1585, quattro visite pastorali e rilancio delle confraternite); mentre il cardinale Roma ricostruì la cattedrale (1635), indisse un sinodo (1637), fondò il seminario diocesano (1647).
III - Verso il concilio Vaticano I
Con i sinodi di Santacroce (1658), Marescotti (1682) e Pezzancheri (1729) la diocesi si avvicinava al concilio Vaticano I.Intanto l’occupazione napoleonica (1800), che sceglieva Tivoli a capoluogo di circondario del dipartimento del Tevere, ha deportato in Corsica cinque ecclesiastici tiburtini; in esilio in Francia il vescovo Vincenzo Manni (1784-1815) e in più il pontefice Pio VII, cioè quel Gregorio Barnaba Chiaramonti già titolare in Tivoli (1782-1784); il quale, rientrando, subito si era preoccupato di riaprire il collegio dei gesuiti (1815).
Con la Restaurazione e il motu proprio di Pio VII (1816) la città divenne capoluogo di un distretto della comarca e dopo l’editto del 1831 rimase governo distrettuale.
Tra i vescovi: Francesco Picchi (1837) si prodigò insieme a parroci, confraternite e fatebenefratelli dell’ospedale nel prestare soccorso ai contagiati del colera.
Carlo Gigli (1840-1880) si impegnò per il seminario, l’istruzione e l’educazione della gioventù, ed eresse monti frumentari a beneficio dei contadini.
Sotto il suo governo, Gregorio XVI con bolla Studium quo impense (25 novembre 1841) smembrando la diocesi della Sabina annetté a quella di Tivoli i paesi di Orvinio, Pozzaglia Sabina, Montorio in Valle e Turania.
Mentre Pio IX si rifugiava a Gaeta, nell’assemblea costituente dello Stato pontificio venne eletto e nominato segretario dell’assemblea il deputato tiburtino Luigi Coccanari (1849).
Garibaldi, prima e dopo le vicende della Repubblica romana, sostò con le truppe in città (5 maggio e 3 luglio 1849) in cerca di uomini e fondi.
IV - Dall’unità d’Italia all’attuazione del concilio Vaticano II
Il 18 settembre 1870 Coccanari tornò in città dove sventolava il tricolore e formò una giunta provvisoria di governo; il 2 ottobre, Tivoli aderì al Regno d’Italia.Monsignor Pietro Monti (1895-1902) guidò i numerosi pellegrini al giubileo, incoronò con solennità la Madonna delle Grazie della Mentorella (1901) e pose la prima pietra del monumento del Redentore sul Guadagnalo (inaugurato nel 1903).
Il seminario, chiuso dal 1916, riprese vita nel 1931 con Luigi Scarano.
Al concilio Vaticano II (1962- 1965) partecipò il vescovo Luigi Faveri; gli Statuti dei consigli presbiterale e pastorale sono a firma di Guglielmo Giaquinta (1971).
Dal XX sec., l’industrializzazione e lo sfruttamento del travertino comportarono la nascita di altri nuclei urbani: Villa Adriana, Bagni di Tivoli, Villalba e Albuccione di Guidonia; mentre le zone della montagna e dell’alta valle dell’Aniene, ricche di tradizioni cristiane, soffrono di pendolarismo e spopolamento.
Vennero aperti il santuario di Nostra Signora di Fatima a San Vittorino (oblati di Maria Vergine) e il monastero delle benedettine dell’Adorazione perpetua a Castel Madama.
Il 16 giugno 2002 Giovanni Paolo II decretò il rientro, dopo quattro secoli, alla diocesi tiburtina delle parrocchie di Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Camerata Nuova, Canterano, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Gerano, Jenne, Marano Equo, Rocca Canterano, Rocca di Mezzo e Subiaco.
Oggi, con il primo Piano pastorale 2004- 2007 di monsignor Giovanni Paolo Benotto, la diocesi cerca di far fronte alle sfide della nuova evangelizzazione.
Bibliografia
Regesto della Chiesa di Tivoli, a c. di P. D. L. Bruzza, Roma 1880;Il Regesto Sublacense del . XI, a c. di L. Allodi-G. Levi, Roma 1885;
G. Cascioli, Nuova serie dei vescovi di Tivoli, «Società Tiburtina di storia e d’arte», I, Tivoli 1921;
V. Pacifici, Tivoli nel Medio Evo, «Società Tiburtina di storia e d’arte», V-VI, 1926;
B. Cignitti-L. Caronti, L’Abbazia Nullius Sublacense, Roma 1956;
V. G. Pacifici, Tivoli nel settecento, «Società Tiburtina di storia e d’arte», XLV-XLVII, 1972-1974;
R. Mosti, Le Sacre Visite del ’500 nella Diocesi di Tivoli, Tivoli 1988.
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Diocesi di Tivoli
Chiesa di San Lorenzo
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La facciata principale della cattedrale di San Lorenzo Diacono e Martire -
L’area presbiterale prima dell’adeguamento liturgico -
L’aula vista dal presbiterio -
Cantoria con l’organo a canne -
Quadro commemorativo (1866) del miracolo dell’Addolorata conservato in sagrestia -
La cappella dell’Immacolata
Diocesi
FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.