La fondazione della diocesi di Nicosia rientra nel progetto varato dal Parlamento siciliano del 1778: aumentare il numero delle diocesi dell’isola per favorire la cura pastorale delle popolazioni. La deputazione del regno, cui il sovrano demandò il compito di ridefinire i confini delle diocesi esistenti e fondarne di nuove, avviò il suo lavoro studiando lo smembramento della vasta arcidiocesi di Messina. Oltre all’opposizione avanzata da Messina e alla pretesa di città come Castrogiovanni (Enna) e Taormina, tre furono le questioni che soprattutto la deputazione si trovò a dover risolvere. A quale città attribuire la sede vescovile: Troina o Nicosia? Troina faceva valere il privilegio di essere stata la prima diocesi eretta in Sicilia da Ruggero il Normanno e chiedeva ora la restituzione della sede traslata a Messina: la traslazione non era da intendersi come soppressione e, pertanto, era da considerarsi ancora sede vescovile, dato che gli arcivescovi di Messina si fregiavano ancora di quel titolo vescovile; le si riconosceva, inoltre, la posizione centrale nel territorio della nuova sede da istituire. Nicosia presentava il vantaggio di una popolazione più numerosa, la sua fedeltà e generosità alla corona borbonica, e una numerosa e illustre nobiltà le davano maggiore prestigio e la rendevano più prospera di Troina. Le ragioni di questa non vennero accolte e la decisione finale fu a favore di Nicosia. L’altro conflitto fu determinato dall’antico antagonismo tra i canonici delle due collegiate di Nicosia, Santa Maria nella zona alta e San Nicolò in quella bassa della città, di cui erano protagonisti anche gli abitanti dei rispettivi quartieri. Le ragioni preponderanti furono però a favore di San Nicolò, eretta a chiesa cattedrale: particolare menzione merita il soffitto ligneo a capriate dipinto del XV . Nel 1847 Pio IX accolse l’istanza del vescovo Benza di unificare il capitolo di Santa Maria con quello della cattedrale. Ma la conflittualità tra i due quartieri permase a lungo, con esplosioni di violenza in occasione della processione del Crocifisso il venerdì santo, fino al 1954, quando il vescovo Clemente Gaddi riuscì a rendere ordinata la devozione al Crocifisso Padre della Provvidenza, della cattedrale (con processione il venerdì santo), e al Crocifisso Padre della Misericordia, di Santa Maria (con processione il terzo venerdì di novembre). La terza questione riguardava i confini della nuova diocesi, cui si pervenne dopo varie ipotesi che prevedevano decurtazioni e aggiunte non sempre rispondenti a motivazioni pastorali. La bolla Superaddita diei del 17 marzo 1817, con la quale Pio VII istituiva la diocesi di Nicosia, suffraganea dell’arcidiocesi di Messina, ricevette il regio exequatur il 4 novembre successivo. Il territorio era composto da diciannove comuni: Nicosia, Alimena Capizzi, Bronte, Cerami, Cesarò, Maletto, Gagliano, Gangi, San Mauro, Castelbuono, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Geraci, Resuttano, Sperlinga, San Teodoro, Troina, Villadoro, e le due borgate di Marianopoli e Bonpietro. Ma la definitiva composizione territoriale della diocesi di Nicosia si ebbe a seguito della fondazione di nuove diocesi nel 1844: Nicosia e la frazione di Villadoro, Agira, Assoro e la frazione di San Giorgio, Catenanuova, Centuripe, Cerami, Gagliano, Leonforte, Nissoria, Regalbuto, Sperlinga, Troina. Il primo vescovo, il messinese Gaetano Avarna (1818-1841) e i suoi immediati successori, Rosario Benza (1844-1847) e Camillo Milana (1851-1858), dovettero lottare con gli amministratori comunali di Nicosia per ottenere in proprietà gli immobili da destinare a episcopio e seminario. Per il seminario, in particolare, dopo le controversie tra gli amministratori e il vescovo Melchiorre Lo Piccolo (1859- 1881) e una prima sistemazione nel 1882, solo con il vescovo Bernardo Cozzucli (1881-1902) finalmente si pervenne a un accordo e alla cessione dell’antico monastero di San Biagio dove, restaurato e opportunamente adattato, dal 1889 trovarono ospitalità i seminaristi. Dall’anno scolastico 1961-1962 il seminario si è trasferito nella residenza estiva, a tre chilometri dalla città, in locali resi idonei alle moderne esigenze dal vescovo Clemente Gaddi (1953-1962), mentre per l’episcopio si dovette attendere fino al 1937, quando il podestà del tempo consegnò al vescovo Agostino Felice Addeo (1913-1942, †1957) il palazzetto settecentesco dei baroni La Motta. Il cammino pastorale della diocesi, segnato dalle direttive dei vescovi che si sono succeduti, ha ricevuto un’impronta determinante dai due sinodi celebrati dal vescovo Cozzucli nel 1883 e nel 1893. Nel 2004 il vescovo Salvatore Pappalardo (1998-), a conclusione della sua prima visita pastorale, ha indetto il terzo sinodo. Il successore di Cozzucli, Ferdinando Fiandaca (1903- 1912), in sintonia con le direttive di Pio X, favorì soprattutto l’istituzione della pia unione della dottrina cristiana e l’oratorio festivo per l’educazione della gioventù in ogni comune della diocesi. A fronte di preoccupanti segnali di secolarizzazione evidenziati dal vescovo Addeo, il successore Pio Giardina (1942-1953) annotava un generale e solido attaccamento alla fede cristiana, espressa con sfarzose e solenni manifestazioni pubbliche, di cui però non si aveva riscontro nella vita quotidiana. La responsabilità era attribuita ai disastri della guerra, alla diffusione dell’ideologia comunista e socialista, all’affievolimento dell’impegno dei genitori per l’educazione cristiana dei figli, alla diffusione della stampa anticlericale e oscena, all’incipiente presenza di protestanti, alla progressiva e sensibile contrazione del numero di preti. Negli anni del suo episcopato la diocesi intraprese un percorso pastorale segnato dalla formazione del clero e dalla promozione di iniziative e forme associative. In tale contesto maturò la decisione di un giovane prete, Luigi Ferlauto (1922-), di istituire a Troina, suo paese natale, un’opera di beneficenza per l’assistenza a minorati fisici e psichici: nel 1953 fu costituita l’Oasi Maria Santissima Assunta e nel 1955 fu inaugurato il primo plesso. L’Oasi ha sviluppato nel corso degli anni competenze di alto profilo scientifico in campo socio-sanitario e significative attività di economia sociale, fino a maturare il progetto Oasi Città Aperta. La recezione del concilio Vaticano II è stata prioritario impegno del vescovo Costantino Trapani (1962-1976). Il cammino pastorale della diocesi è continuato con l’episcopato di Salvatore Di Salvo (1976- 1984) ma soprattutto con la guida di Pio Vittorio Vigo (1985-1997). Della presenza dei religiosi nei comuni della diocesi è sempre viva la memoria del beato Felice da Nicosia (1715-1787), cappuccino, canonizzato il 23 ottobre 2005.
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