La storia della Chiesa di Atina distingue due periodi, quello dei vescovi e quello dei prepositi. L’infondatezza della serie dei vescovi, a partire da Marco di Galilea (44 d.C.) fino a Giovanni (1086), già sostenuta da Lanzoni e Kehr, è stata dimostrata dal Bloch e dalla Vircillo Franklin, che hanno definitivamente chiarito come la lista episcopale sia stata in realtà elaborata da Pietro Diacono bibliotecario e archivista di Montecassino († post 1159). Più difficile è invece comprendere l’origine dello status di prepositura nullius dioecesis del quale Atina ha goduto nel corso del tempo. Inglobata nella diocesi di Sora, Atina, come sembra, già nel 1145 era retta da un preposito monaco di Montecassino, il cui abate aveva già il diritto di nominare i prepositi atinati. Tale situazione fu ratificata nel 1194 allorché l’intera città fu donata a Montecassino dall’imperatore Enrico VI. Sottratta ai cassinesi da Federico II nel 1227, la città fra alterne vicende fu poi sottoposta all’autorità dei vari signori feudali della valle di Comino, non senza ricorrenti contrasti, tra XIV e XVI sec., con la sede episcopale di Sora, della quale Atina stentava a riconoscere l’autorità. Alla fine del XVII sec., dopo la sospensione nel 1692 del preposito Lelio Catarinella, la prepositura fu affidata all’abate di Montecassino Andrea Deodati, poi vescovo di Rossano (†1713). Nominato preposito Tommaso De Marco nel 1693, dopo la sua morte violenta la Sacra Congregazione per i vescovi e regolari privò Atina della prepositura indipendente, annettendola alla diocesi di Aquino. Infine papa Gregorio XVI il 19 novembre 1834, abolendo la ATELLA 130 A 6-03-2008 16:13 Pagina 130 giurisdizione prepositurale, poneva Atina sotto l’autorità dell’abbazia di Montecassino. Ripristinata la carica di preposito da papa Leone XIII nel 1878, essa fu attribuita agli abati cassinesi, mentre la chiesa atinate di Santa Maria veniva dichiarata concattedrale. Infine con decreto della Congregazione per i vescovi il 21 marzo 1977 l’intero territorio della prepositura di Atina è stato conglobato con quello dell’abbazia territoriale di Montecassino, mentre nel contempo si dichiarava soppressa la denominazione di «prepositura».
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FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.