L’insediamento lagunare di Comacchio, documentato come castrum nel 755/756 e civitas nel 781, è attestato come sede vescovile almeno dall’VIII . Incerta l’interpretazione dell’iscrizione di Vincentius (708/723?; falso?), un presbyter Lupicinus è sicuramente attestato nel 715 (o 730); coevo a Carlo Magno è il vescovo Vitale (781-827). Gli edifici cultuali e cimiteriali più antichi, sia in ambito urbano che rurale, risalgono in parte al VI-VII sec.: il monasterium di fondazione ravennate (519/521), all’origine della pieve di Santa Maria in Padovetere; le aree funerarie di via Mazzini (VI-VII sec.) e Valle Raibosola (VI/VII o IX sec.); gli edifici di culto e i nuclei cimiteriali di Valle Ponti (VI-IX sec.); il sepolcreto dell’insula silva (VII sec.) e il sacello rinvenuto presso il complesso pomposiano (V-VI/VII sec.).
II - Dal Medioevo a oggi
Nella seconda metà del IX . il vescovo di Comacchio ottenne l’investitura comitale. Distrutta dai veneziani nel 932, la città fu in seguito sottoposta all’imperatrice Adelaide, e più tardi da papa Gregorio V assegnata all’arcivescovo di Ravenna Gerberto di Aurillac (998-999). Si affermarono allora, anche con giurisdizione civile, l’abbazia benedettina di Pomposa (monasterium in Italia princeps), ove soggiornarono san Guido, san Pier Damiani e san Romualdo, e i monasteri di San Giacomo di Cella Volana e quello dell’Aula Regia. Nel Duecento la giurisdizione pubblica cittadina, formalmente appartenente al vescovo, era in pratica esercitata da rappresentanti del popolo. Dal XIV sec., con l’affermarsi della signoria estense, la scelta e la condotta dei presuli, perlopiù non residenti, fu decisa dal potere politico. Tra i vescovi che ressero la sede di Comacchio nel Quattro e Cinquecento si segnalarono: Mainardino de’ Contrari (1431), promotore del restauro di Santa Maria in Aula Regia; Meliaduse d’Este (1497-1506), figlio del marchese Niccolò III; Tommaso Foschi (1506-1514), segretario ducale; Gillino Gillini (1514-1559), oratore e ambasciatore; Alfonso Rossetti-Trotti (1559- 1563), consigliere di Stato, ambasciatore e coamministratore della diocesi ferrarese per il cardinale Luigi d’Este, cui successe nel 1563; Ercole Sacrati (1563-1591), fautore delle costituzioni sinodali diocesane. Nel 1574 si svolse la visita apostolica di mons. Giovanni Battista Maremonti; l’anno successivo vennero introdotti in città i cappuccini, dal 1580 insediati nell’Aula Regia. A seguito della devoluzione del Ducato di Ferrara, nel 1598 si recò a Comacchio lo stesso pontefice Clemente VIII. Nel Seicento, gli agostiniani riformati si stabilirono nella chiesa di San Mauro (1622); l’erudito vescovo Alfonso Pandolfi (1631-1648) fondò l’accademia dei Fluttuanti e promosse i primi statuti capitolari; Sigismondo Jsei (1655-1670) intraprese la costruzione della nuova cattedrale, compiuta da Nicolò d’Arcano (1670-1714), all’epoca del quale Comacchio fu occupata dall’esercito imperiale austriaco (1708- 1725). Cristoforo Lugaresi (1745-1758) fondò il seminario, aperto dal successore Giovanni Rondinelli (1758-1795). Più di recente si è distinto il vescovo cappuccino Gherardo-Sante Menegazzi (1920-1938); l’ultimo presule residente è stato Giovanni Mocellini (1955-1969). Nel corso dei secoli detrazioni e accrescimenti hanno più volte modificato la configurazione del territorio diocesano, dal 1986 unito all’arcidiocesi di Ferrara.
Bibliografia
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