Diocesi storica di Santa Rufina
STORIA
I - Dalle origini al XII sec.
La prima sede della diocesi fu Lorio, sulla via Aurelia presso Castel di Guido.Oltre a epitaffi e tombe cristiane, vi si trovavano tre santuari.
Giulio I edificò quello delle sorelle Rufina e Seconda, martiri sotto Valeriano nel III sec., restaurato da Adriano I, arricchito da Leone IV, devastato dai saraceni e rinnovato nel 906 da Sergio III e infine nel 1035.
Il secondo santuario, sulla via Cornelia presso Boccea, era dedicato a martiri persiani uccisi sotto Claudio (278- 280): Maris, Marta, Audifax e Abacuc.
Resti dei monumenti si vedevano a inizio Novecento.
Il terzo santuario, sulla via Aurelia, era dedicato ai martiri Basilide e compagni.
La diocesi di Lorio dovette sorgere presto, ma solo nel 487, e forse nel 495, si incontrano un Petrus lorensis e un Adeodatus lorensis, documentato per il 495 e il 499, e che nel 501 si firma vescovo «Sylvae Candidae », tenendo forse anche la sede di Caere.
Dal VI sec. titolo e residenza sono quelli di Santa Rufina o Silva Candida, nome derivato dalla Selva Nigra, luogo del martirio delle sorelle, divenuta ora nota per la fama delle sante e dei miracoli.
Altri vescovi ricordati sono Valentino, presente a Catania e a Costantinopoli con papa Vigilio nel 546, al quale Totila fece recidere le mani, e un Tiberio ricordato in un falso diploma di Gregorio I.
La diocesi di Santa Rufina-Silva Candida si stendeva fino al Tevere, portando quindi la giurisdizione a Trastevere e a San Pietro, dove il vescovo poteva compiere le funzioni liturgiche e le ordinazioni nella stessa basilica petrina.
La decadenza iniziò al tempo degli Antonini e proseguì con le incursioni barbariche, la diffusione della malaria e le distruzioni dei saraceni.
Poca la storia quindi della diocesi, che si mantenne fino al XII sec. Importanti furono i restauri del santuario di Santa Rufina e la ricostruzione delle mura a opera del vescovo Pietro.
Con le riforme della curia dell’XI sec. papa Benedetto IX concesse ai vescovi di Santa Rufina il ruolo di cancellieri e bibliotecari di Santa Romana Chiesa.
Da ricordare Umberto di Silva Candida, inviato nel 1054 a Costantinopoli a capo dell’infausta spedizione conclusa con la rottura tra la Chiesa occidentale e quella orientale, e Mainardo di Pomposa.
L’importanza dei titolari non significò ripresa di vita per la diocesi che all’inizio del XII sec. era spopolata e nel 1119 fu unita da Calisto II a Porto, i cui vescovi ereditarono la posizione in curia.
Nei successivi otto secoli regnarono spopolamento e povertà, anche se nel territorio di Silva Candida rimasero i centri più «vitali»: Castelnuovo, con collegiata dal XV sec., Cerveteri, con un conventino di agostiniani e Riano, con uno di cappuccini.
Solo in questi, e a Porto, i sacerdoti rimanevano per tutto l’anno, mentre la malaria allontanava gli altri nei mesi estivi.
II - XIX e XX sec.
Un mutamento importante ci fu nel 1825, quando Leone XII staccò Santa Rufina da Porto e la unì a Civitavecchia, ma già nel 1854 con Pio IX si tornava all’unione con Porto.Nel 1950 a La Storta, non lontano da Silva Candida, fu consacrata la nuova cattedrale dedicata ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, dotata di capitolo nel 1953, e dal settembre 1986 il titolo della diocesi suona Porto-Santa Rufina.
Nel territorio di Silva Candida si trovava la diocesi di Aquaviva, presso Faleria, i cui vescovi (Paolo o Paolino, Benigno e Bonifacio) compaiono nei concili romani dal 465 al 502.
Vi si veneravano i santi Abbondio prete e Abbondanzio diacono martiri.
Poi passò a Lorio e a Silva Candida.
Sede di diocesi fu anche Castelnuovo, edificata sulle rovine di Cinque Colonie, Pentapoli, anche questa distrutta dalle incursioni saracene.
A Castel Giubileo va infine ricordata la più antica basilica italiana dedicata a San Michele arcangelo.
Bibliografia
L. Duchesne, Le sedi episcopali nell’antico Ducato di Roma, «Archivio della Regia Società Romana di storia patria», 15, 1892, 475-503;Raccolta di scritti intorno alle Sante Rufina e Seconda e all’antica basilica di Selva Candida, Roma 1963;
Le diocesi suburbicarie di Ostia, Porto e S. Rufina, 1946-1966, Empoli 1966;
M. Chiabò, Diocesi di Porto-S. Rufina, in M. Chiabò-C. Ranieri-L. Roberti, Le diocesi suburbicarie nelle «visite ad limina» dell’Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano 1988, 96-100.
Diocesi
FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.