Per l’importanza raggiunta da Ripatransone e per il numero degli abitanti (1300 «fuochi»), con l’appoggio di san Filippo Neri, per determinazione del papa Pio V, e superate le ultime opposizioni (abbazia di Farfa, vescovo di Fermo), nel 1571 Ripatransone riuscì finalmente a portare a termine il progetto quasi secolare (le trattative erano iniziate nell’ormai lontano 19 febbraio 1485) di diventare sede diocesana. Con la bolla Illius fulciti presidio del 30 luglio, Pio V la elevò al grado di città e di sede vescovile con giurisdizione su alcune località dismembrate, parte dal presidato farfense, parte dalla diocesi di Fermo e parte ancora dalla diocesi di Ascoli. Con Ripatransone veniva istituita una diocesi cuscinetto tra Ascoli e Fermo, destinata a colmare un vuoto pastorale. Il primo vescovo, Lucio Sasso (Nola, 1522-Roma, 1604), fece il solenne ingresso a Ripatransone domenica 23 marzo 1572. Pochi anni dopo, nel 1586, papa Sisto V ne ridimensionò il territorio per creare diocesi Montalto, sua patria, e rese Ripatransone suffraganea della metropolia di Fermo. Nel 1597 il vescovo Pompeo De Nobili pose solennemente la prima pietra della nuova cattedrale. Nell’ottava di Pasqua del 1622 i ripani accolsero trionfalmente il simulacro della Madonna di San Giovanni (proveniente da Loreto), che fu proclamata patrona della città e della diocesi e incoronata il 10 maggio 1682 dal capitolo vaticano. Nel 1623 il vescovo Lorenzo Azzolino fondò il seminario e nello stesso anno si incominciò a officiare la nuova cattedrale di San Gregorio. Nell’Ottocento e nei primi anni del Novecento (fino all’unione con Montalto), lasciarono un buon ricordo alcuni vescovi: Filippo Monacelli (riorganizzazione dell’archivio della curia), Giovanni Carlo Gentili (fondazione dell’Accademia Cuprense per la letteratura e l’erudizione storica), Fedele Buffarini (cure prestate alla popolazione funestata dal colera, soprattutto a San Benedetto del Tronto), Raniero Sarnari (congresso eucaristico diocesano), Luigi Boschi (si ricorda la sua esemplare carità). Nello stesso periodo fatti di rilievo furono il trasferimento (1820) del seminario nell’ampio monastero di Santa Chiara e il trasferimento (1875) dell’episcopio e della curia nel convento degli agostiniani. Nella seconda metà dell’Ottocento il seminario vescovile divenne uno dei più famosi della regione per merito di dinamici rettori (come don Giambernardino Mascaretti) e di ottimi docenti, come il latinista e dantista don Carmine Galanti (1821-1890), don Luigi Antonio Paielli (†1878), don Augusto Stazzuglia (1846- 1903), don Adolfo Cellini (1857-1920), letterato, teologo ed esegeta. Alla scomparsa di Luigi Boschi, vescovo di Ripatransone, con bolla di Pio XI del 18 dicembre 1924 la chiesa ripana fu unita in persona episcopi a quella della vicina Montalto Marche: il vescovo di Montalto in carica, Luigi Ferri, assunse il nome di vescovo di Montalto e Ripatransone. Con decreto pontificio del 7 aprile 1983, la chiesa ripana ha preso il nome di diocesi di Ripatransone-San Benedetto del Tronto ed è stata unita a quella di Montalto aeque principaliter: da questa data la nuova denominazione fu quella di diocesi di Montalto e Ripatransone-San Benedetto del Tronto. Infine il 30 settembre 1986 si stabiliva la piena unione delle diocesi di Montalto e di Ripatransone a San Benedetto del Tronto.
Bibliografia
- Atti, I primi vescovi della chiesa ripana, Ripatransone 1856;
- V. Catani, Le visite pastorali nelle diocesi di Montalto, Ripatransone, San Benedetto del Tronto, Grottammare 2004.
- G. Papa, L’erezione della diocesi di Ripatransone, Fano 1976;
- G. Papa, Sisto V e la diocesi di Montalto, Ripatransone 1985.
Diocesi
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FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.