Beni architettonici
- Napoli (NA)
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Parrocchia dell'Immacolata Concezione a Capodichino
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Diocesi
Napoli
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Regione ecclesiastica
Campania
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa dell'Immacolata Concezione (a Capodichino)
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Si accede all'aula liturgica oltrepassando un'inferriata che da accesso ad uno stretto sagrato. Otto gradini - affiancati da due rampe -consentono di raggiungere la quota di calpestio della chiesa. Recenti rifacimenti hanno deturpato l'immagine originaria della chiesa. Il piperno originario della scalinata di accesso è stato sostituito/coperto da gradini in travertino, mentre il portone di accesso ed il tamburo sono attualmente di vetro e alluminio anodizzato. Entrando nell'aula, subito sulla sinistra vi sono gli ambienti accessori: segreteria, ufficio del parroco e servizi igienici. Sul lato destro, invece, vi è un'aula destinata al catechismo. Sul fondo, a sinistra dell'altare sorge un'ulteriore aula per il catechismo, mentre a destra dell'altare vi è la sagrestia. Ulteriori ambienti a servizio della parrocchia sono situati al piano superiore: un'aula per il catechismo e la casa canonica (con due stanze ed un WC) che, non essendo abitata dal parroco, è utilizzata come spazio per la catechesi dei bambini. Al piano interrato vi è un salone, accessibile dall'esterno, grande quanto l'aula liturgica, utilizzato come spazio polifunzionale.
In principio la chiesa aveva pianta rettangolare e volta a tutto sesto affrescata dal celebre artista Salvatore Fregola della casa reale ed ornata di stucchi corinti. Non aveva abitazioni e confinava con la campagna. Era lunga mt. 16,25 incluso il presbiterio, larga mt. 8,75 e poteva contenere circa 500 persone. Soltanto a seguito dei lavori di ampliamento furono costruite quattro cappelle per ciascun lato, utilizzando lo spazio di due vialetti laterali esterni, quello di sinistra che conduceva alla sagrestia e quello di destra ai piedi del campanile. -
- Struttura
- La struttura della chiesa è realizzata in pietre di tufo.
- Pianta
- La chiesa ha pianta longitudinale, a navata unica con una fila di cappelle laterali per ogni lato. Sul fondo della navata si sviluppa l'abside.
- Cappelle
- Ai lati della navata principale si sviluppano due file di cappelle - una per ogni lato - collegate tra loro da bassi varchi passanti a tutto sesto. Le cappelle scandiscono il ritmo interno della navata. Sono caratterizzate da archi a tutto sesto, copertura con volta a botte. Ogni cappella ospita sul fondo una nicchia con statue o quadri di Santi. Entrando a sinistra e destra, in corrispondenza della prima campata, non vi sono cappelle vere e proprie, ma varchi d'accesso pieni con bucature che danno accesso agli ambienti accessori della chiesa. Il battistero è posto nella prima cappella sul lato destro.
- Elementi decorativi
- La chiesa è prevalentemente intonacata di bianco. Lo spazio interno è scandito in due ordini: quello inferiore caratterizzato dai varchi delle cappelle, intervallati da paraste scanalate di ordine corinzio che reggono trabeazione e cornice; il secondo ordine è caratterizzato dalla prosecuzione delle lesene anch'esse scanalate e da quattro finestroni a tutto sesto, sia sul lato destro che su quello sinistro. La fascia basamentale è rivestita in lastre di granito nero fino ad un'altezza di 90 cm, sulla quale vi è poi una ulteriore fascia in marmo bianco di circa 30 cm, che in corrispondenza delle paraste ne diventa la base. La chiesa contiene varie statue di pregevole fattura, solo per citarne alcune: • una statua dell'Immacolata, in legno dorato di Francesco Caputo (1870); • una statua settecentesca in legno di San Michele Arcangelo che proveniva dall'antica cappella degli Ebdomadari di Napoli (demolita per la costruzione della via di Capodichino); • due statue: una di San Giuseppe e l'altra dell'Addolorata costruite in stile degli artigiani presepiai di San Gregorio Armeno.
- Coperture
- Il soffitto di copertura piano è decorato con motivo a cassettoni. Tale copertura ha sostituito la precedente volta a tutto sesto, purtroppo crollata. Esternamente la copertura è a doppia falda ricoperta da manto impermeabile in guaina bituminosa.
- Presbiterio
- Il presbiterio si eleva su un gradino in granito nero. Ha un'impostazione scenografica costituita da una struttura di due semicerchi distanziati tra loro e rivestiti in marmo bianco con venature grigie. Il semicerchio interno ha una panca ed il tabernacolo incastonato nella parte centrale. Il tavolo d'altare è in marmo, l'ambone in legno è posto sulla sinistra.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione è realizzata in lastre quadrate di marmo bianco con venature grigie. E' interrotta nella parte centrale da due fasce di marmo nero della larghezza di 20 cm, che conducono alla zona d'altare.
- Facciata
- La facciata del santuario presenta al primo ordine tre lesene per lato, sormontate da capitelli di ordine ionico. Nel timpano un bassorilievo rappresentante l'Immacolata accerchiata da angeli. Al secondo ordine, un rosone vetrato colorato di forma rettangolare. Ai lati troviamo due nicchie in cui sono posizionati i Santi Pietro e Paolo. Sul fronte del tempio la scritta IMMACULATAE DEIPARAE VIRGINI DICATUM, l'ex voto del re Ferdinando II di Borbone.
- Struttura
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- 1615 ‐ 1826 (notizie storiche intorno)
- Le prime vicende storiche legate all'edificazione della Chiesa dell'Immacolata Concezione a Capodichino risalgono al 1615, quando - al centro di Capodichino - sul terreno della masseria Starza fu costruita la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. Essa, tuttavia fu demolita per effetto del decreto del 3 settembre 1813 per la sistemazione della strada laterale al campo di Marte. I pochi abitanti di Capodichino che avevano contribuito con piccole offerte all'edificazione, avanzarono pretese perchè la chiesa dell'Addolorata dei padri missionari dei SS, Cuori di Secondigliano venisse costruita in questo luogo onde evitare di andare troppo lontano per adempiere ai doveri religiosi. Pur considerando validi i motivi della richiesta, il Cardinale Sisto Riario Sfroza, arcivescovo di Napoli, nel suo rapporto del 28 ottobre 1826 scrisse che invece della demolita chiesa di San Michele essi avevano quella del Carminiello, sita alla Calata Capodichino, anch'essa distante.
- 1855 ‐ 1855 (notizie storiche intorno)
- Il Re Ferdinando II di Borbone, detto il Cattolico, con lettere del 28 aprile e del 29 maggio 1855, ordinò al Cardinale Sisto Riario Sforza la costruzione della chiesa al sito denominato Glorietta al Campo di Marte, considerando che a chiesa del Carminiello esistente all'estremità della strada di Capodichino era effettivamente troppo distante per gli abitanti.
- 1856 ‐ 1856 (notizie storiche intorno)
- La mattina dell' 8 dicembre 1856, sul Campo di Marte, il Cappellano S.E. D. Pietro Naselli celebrò una messa alla quale era presente anche il Re Ferdinando II di Borbone. Costui, mentre passava a cavallo tra le truppe per ritornare in città, improvvisamente ricevette due colpi di baionetta al petto, dal soldato di origine albanese Agesilao Milano delle Calabrie, venuto pochi mesi prima a servire da volontario nelle milizie reali, probabilmente arrivato proprio con il mandato di eseguire l'attentato. Il Re riportò solo qualche lieve ferita, ma il soldato fu giustiziato il 13 dicembre 1856. Il tentato regicidio fallì per la protezione della SS. Vergine Immacolata, mostrata troppo chiaramente in diverse occasione al sovrano, molto devoto alla Madonna. Pertanto, per lo scampato pericolo, la chiesa già precedentemente decretata, divenne una costruzione votiva edificata con i fondi della città di Napoli.
- 1857 ‐ 1857 (costruzione intero bene)
- Il 3 agosto 1857, per delega del Cardinale Sisto Riario Sfroza, S. Ecc. Mons. Pietro Naselli benedisse solennemente la posa della prima pietra rappresentata da un cubo di marmo, alla presenza del fratello del Re, principe Luigi Carlo Maria conte d'Aquila, in rendimento di grazia alla Santissima Vergine Immacolata. La cerimonia si svolse con un'imponente parata militare alla quale presero parte, secondo un programma prestabilito, truppe, ufficiali e corporazioni in alte uniformi.
- 1862 ‐ 1863 (fine lavori intero bene)
- La costruzione della chiesa, nata come cappella regia, terminò nel 1862 ed il 25 settembre 1863 venne aperta al culto. A ricordo, fino al 1950, quando iniziarono i lavori di ampliamento della chiesa, rimase piantato un crocifisso di ferro battuto su di un basamento piramidale di rocce vulcaniche sotto un baldacchino fisso al lato destro del sagrato dietro l'inferriata.
- 1883 ‐ 1883 (benedizione campane campanile)
- Le campane della torre campanaria, furono benedette da Mons. De Stefano l'8 settembre 1883.
- 1929 ‐ 1932 (elevazione a parrocchia intero bene)
- Il 21 settembre 1929, dopo due anni dall'aggregazione di Capodichino a Napoli, con decreto del Cardinale Alessio Ascalesi, la chiesa dell'Immacolata fu finalmente dichiarata parrocchia autonoma con decreto del 14 gennaio 1932 fu anche riconosciuta agli effetti civili.
- 1950 ‐ 1960 (ampliamento intero bene)
- Negli anni Cinquanta, il parroco Mons. Paolo Marrone, si adoperò per far approvare la proposta già avanzata nel 1858 dal Sac. D. GIovanni Carbonelli e così la parrocchia fu allungata di mt. 4,50 nella parte anteriore e altrettanto nella parte posteriore e allargata con la costruzione delle quattro cappelle per ciascun lato. Dal momento della costruzione ad oggi, la chiesa ha subito otto restauri, che hanno parzialmente alterato il carattere neoclassico originario.
- 2013 ‐ 2013 (celebrazioni intero bene)
- Nel 2013, in occasione del 150° anniversario dell'apertura al culto della chiesa è stata svolta una riproposizione della posa della prima pietra.
- 1615 ‐ 1826 (notizie storiche intorno)
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- altare ‐ aggiunta arredo (1990)
- L'abside originaria aveva un pregevole altare maggiore costituito da preziosi marmi policromi, ma nel 1990, a seguito di lavori di ristrutturazione, fu sostituito con l'attuale tavolo d'altare dall'allora parroco don Luigi Graziuso. Dell'antico altare maggiore resta purtroppo solo una fotografia datata 1990, conservata nell'archivio parrocchiale.
- coro ‐ aggiunta arredo (1990)
- L'originaria cantoria è posta sopra il tamburo. Essa oggi si presenta quasi come un soppalco cui si accede mediante scala a chiocciola in ferro a destra dell'ingresso. Oggi ospita l'antica statua di San Michele Arcangelo. L'attuale cantoria è invece posta nell'ultima cappella sul lato destro.
- confessionale ‐ aggiunta arredo (1990)
- La zona dedicata al sacramento della penitenza è posta lateralmente alla navata, mediante due confessionali in legno collocati nella seconda cappella a sinistra.
- altare ‐ aggiunta arredo (1990)
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Data di pubblicazione
22/06/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Napoli)