Beni architettonici
- San Cataldo (CL)
-
Parrocchia dell'Immacolata Concezione
-
Diocesi
Caltanissetta
-
Regione ecclesiastica
Sicilia
-
Tipologia
chiesa
-
Qualificazione
parrocchiale
-
Denominazione principale
Chiesa dell'Immacolata Concezione
-
La facciata principale, a due ordini, è caratterizzata da un profilo sinusoidale, presente anche nella scalinata. Il primo ordine dorico è scandito in tre partiti da semicolonne o colonne (nelle estremità) accoppiate a lesene. I partiti laterali sono sovrastati da una balaustrata con vasotti. Il secondo ordine composito, con la statua dell’Immacolata nella nicchia, è delimitato dalla coppia lesena-semicolonna.
L'impianto spaziale è costituito da tre navate, transetto e presbiterio, coperte da volte a botte lunettate (con fasce in corrispondenza dei pilastri), cupola ribassata su pennacchi sferici nella crociera; abside centrale con catino e volta a padiglione ottagonale su tamburo nelle absidiole; le navate laterali sono ritmate da volte a crociera. In prossimità del transetto è collocato il campanile, a pianta quadrata.
La navata centrale è scandita da lesene scanalate corinzie, che inquadrano arcate su pilastri, sormontate da una trabeazione con fregio a motivi fitomorfi; la navata laterale sud ha ancone connotate da lesene scanalate composite sovrastate da frontone centinato con rottura. L’edificio ha decorazioni in stucco a motivi fitomorfi e geometrici.
L’edificio, in muratura continua parzialmente intonacata con parti in conci regolari, ha una copertura a tetto con capriate e manto in coppi siciliani. -
- Impianto strutturale
- Edificio in muratura continua con volte, copertura a falde.
- Pianta
- A tre navate
- Impianto strutturale
-
- 1632 ‐ 1632 (costruzione intero bene)
- La costruzione della chiesa madre, intitolata alla Natività di Maria, si deve al barone Vincenzo Galletti, fondatore di San Cataldo, che nel 1632 ottenne dal vescovo di Agrigento l’autorizzazione di costruire la chiesa e del diritto di arcipretura (Bontà 2005, p. 20). L’edificio non aveva le attuali dimensioni come risulta dalla visita pastorale del 1669 quando furono ispezionate le cappelle e gli altari del Sacramento, Crocifisso, S. Michele Arcangelo, S. Cataldo, S. Rosalia e Anime del Purgatorio (Bontà 2002, p. 253).
- 1695 post ‐ 1725 (ricostruzione intero bene)
- Nel 1695 la chiesa presentava gravi lesioni e venne supplicato il vescovo agrigentino per ottenere una decima per la ricostruzione (Prizzi 1989). Il barone Giuseppe Galletti ricostruì e ampliò l’edificio (nella visita pastorale del 1733 risultano quattordici altari: Sacramento, Immacolata, Assunzione, S. Michele, S. Francesco Saverio, Madonna del Lume, S. Lorenzo, S. Gaetano, S. Giorgio, Santi Pietro e Paolo, S. Giuseppe, S. Cataldo e altare maggiore). I lavori furono ultimati nel 1725 (Bontà 2002, p. 254). La chiesa, intitolata all'Immacolata Concezione, fu consacrata nel 1739 da Pietro Galletti, vescovo di Agrigento.
- 1739 ‐ 1768 (costruzione camoanile)
- Nel 1768 il catanese Giuseppe Caruso, capomastro dell’Università di San Cataldo, descrisse i lavori di costruzioni effettuati nella chiesa madre durante il parrocato del sacerdote Isidoro Amico, arciprete dal 1739, il cui importa ammontava complessivamente ad onze 2275. Si tratta di diversi lavori tra cui la costruzione del prospetto principale, del campanile, del battistero, dell’oratorio, di alcuni tratti di fondazioni e la pavimentazione (Bontà 2002, p. 263 e Magnano di San Lio 2012, p. 649).
- 1751 ‐ 1751 (costruzione prospetto principale)
- Nel mese di settembre 1751 i mastri Giuseppe e Orazio Caruso costruirono il prospetto, come si evince da una lettera inviata dall’arciprete Isidoro Amico a mons. Pietro Galletti (consultata dallo studioso Francesco Pulci agli inizi del Novecento). Nel documento non è specificato il progettista. Secondo alcune ipotesi la facciata potrebbe essere attribuita a Giovan Battista Vaccarini o a Giovanni Biagio Amico o a un loro seguace o a un professionista influenzato dai due architetti (Bartolozzi 2016, p.35).
- 1786 ‐ 1786 (demolizione campanile )
- Il mastro Vincenzo Lazzara demolì il campanile vecchio, posto nell’area retrostante l’attuale cappella della Madonna del Lume (Bontà 2005, p. 23).
- 1806 ‐ 1806 (restauro statue del prospetto principale)
- L’artista bolognese Giuseppe Soler Soler dipinse gli altari del transetto erestaurò le tre statue e i vasotti della facciata. Tuttavia due delle tre statue furono poi rimosse (Bartolozzi 2016, p.37).
- 1840/06/15 ‐ 1840/10/23 (demolizione e ricostruzione prospetto principale)
- Nel 1840 il mastro palermitano Antonino Casano restaurò il prospetto: smontò la facciata, rifece le fondazioni e rimontò il primo ordine, utilizzando la pietra intagliata da mastro Nicola Perricone. Il prospetto mantenne lo stesso disegno e la pianta del precedente, tranne qualche piccola modifica stabilita dall’arch. gelese Emanuele Di Bartolo Morselli, direttore dei lavori. L’importo dei lavori ammontò a quasi 500 onze. Purtroppo non sono documentati i lavori dello smontaggio e della ricollocazione del secondo ordine, riutilizzando la stessa pietra, che doveva avvenire dopo circa sei mesi dall’ultimazione della prima trance dei lavori (Bartolozzi 2016, pp.36-37).
- 1879 ‐ 1889 (restauro intero bene)
- Durante il parrocato del sacerdote Raimondo Maria (1879-1890) si restaurarono le due cappelle dell’Immacolata e del Crocifisso e si decorò la cappella del Sacramento. I lavori, ultimati nel 1889 furono eseguiti da Arturo Rusconi e Angelo Maraia. Si eseguì la pavimentazione di marmo e si arricchì la chiesa di uno splendido parato ricamato in oro dalle figlie di S.Anna di Acireale, di un superbo baldacchino anch’esso ricamato ricamato in oro e del tosello per l’esposizione del Divinissimo (Arcarese, p.94).
- 1965 ‐ 1980 (restauro intero bene)
- Il 26 aprile del 1965 la chiesa fu chiusa al culto per salvaguardia della pubblica incolumità. Le statue e i paramenti furono trasferiti nella chiesa di S.Giuseppe (Arcarese, pp.91-95). Tra il 1965 al 1980 si consolidarono le fondazioni (chiodatura con pali radice a varie profondità, quattro per ogni pilastro e ventotto micropali a sinistra del prospetto); si risanarono le coperture (smantellamento vecchi tetti, utilizzo di capriate di ferro e riuso dei vecchi coppi con nuove integrazioni); si demolì e ricostruì in struttura in cemento armato l’adiacente cappella dell’oratorio con il conseguente abbattimento della navata laterale sinistra con i quattro altari. Il 14 dicembre 1980 la chiesa fu riaperta al culto.
- 1990 ‐ 1995 (restauro decorazioni)
- Tra il 1990 e il 1995 Rosario Prizzi ha restaurato gli stucchi ottocenteschi (Bontà, 2005, p. 25).
- 2015 ‐ 2016 (restauro prospetto principale)
- Il prospetto della chiesa, interessato da notevoli fenomeni di degrado, è stato restaurato. Alcune parti, originariamente intonacate e poi sostituite con pietra intagliata a vista, sono state intonacate. Sono stati collocati nuovi apparecchi illuminanti sia sul fronte principale sia all'interno (Di Vita 2016 pp.45-47). Inoltre l'impianto elettrico è stato adeguato alle norme vigenti.
- 1632 ‐ 1632 (costruzione intero bene)
-
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (2002)
- E' stata realizzata una pedana in legno provvisoria, non è mai stato presentato progetto.
- altare ‐ aggiunta arredo (2002)
- Una tavolo in legno di forma rettangolare viene utilizzato come altare.
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (2002)
-
Data di pubblicazione
19/05/2022
-
Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Caltanissetta)