Beni architettonici
- Marano sul Panaro (MO)
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Parrocchia di San Lorenzo Martire
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Diocesi
Modena - Nonantola
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Regione ecclesiastica
Emilia Romagna
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Tipologia
oratorio
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Qualificazione
sussidiario
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Denominazione principale
Oratorio di Sant'Antonio di Padova
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il toponimo è un probabile prediale di età romana, dal gentilizio latino “Marius”, attestato anche a Modena, oppure dal cognomen “Maranus”. In una Bolla di quell’anno, emanata da Papa Alessandro III, Marano con la sua chiesa figura tra i possedimenti che l’Abbazia di Nonantola rivendicava a sé. In seguito alla denominazione Maranum viene aggiunto Campilii o de Campilio, dal vicino Campiglio, per distinguere la località da quella di Maranum Aldini, oggi Maranello. L’oratorio è inserito nell’ambito del tessuto urbano storico dell’antico abitato di Marano, posto ad un livello leggermente inferiore a quello del maniero all’interno del Castello. L’edificio è a pianta rettangolare, ha copertura a capanna e presenta, sul fronte, un piccolo sagrato rialzato dalla strada pubblica. La facciata, intonacata ma non tinteggiata, è coronata da due semplici spioventi aggettanti ed è caratterizzata da un portale centrale rettangolare sormontato da una piccola nicchia e un rosone con croce centrale, quindi due finestre rettangolari strombate ai lati del portale centrale. All’interno lo spazio è suddiviso in due parti da un grande arco centrale a tutto sesto e due paraste sporgenti dalle pareti laterali: il presbiterio sul fondo, rialzato di due gradini, termina con una parete verticale senza coro e al centro presenta l’altare maggiore. L’aula ecclesiastica e il presbiterio sono coperti con volta a botte in tutta larghezza. Attraverso una porta alla destra del celebrante si accede a quella che, probabilmente in origine, era la canonica, mentre sul retro dell’altare è ricavata una piccola sagrestia.
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- Impianto strutturale
- l’oratorio si presenta esternamente di piccole dimensioni con forma semplice a capanna, inserito tra gli altri fabbricati contigui, delimitato da una robusta muratura in blocchi di pietra locale intonacata internamente. L’impianto planimetrico è longitudinale, schematicamente a croce latina senza transetto e bracci laterali, in sostanza ad aula unica di forma rettangolare. Un grande arco centrale a tutto sesto poggiante su due robuste paraste sporgenti dalle pareti laterali, separa il presbiterio dall’aula ecclesiastica.
- Struttura
- muratura portante in blocchi di pietra arenaria locale, intonacata e tinteggiata verso l’interno e a faccia a vista verso l’esterno, continua sul perimetro del fabbricato. Grande arco in muratura tra aula ecclesiastica e presbiterio, con catena metallica di ritegno alle reni. Copertura a falde inclinate con capriate, terzere, travetti e tavolato di legno e manto in coppi a canale di laterizio. Soffitto voltato a botte e realizzato probabilmente in muratura.
- Coperture
- la copertura è tradizionale, a falde inclinate, con due spioventi a capanna e una cornacchia sulla falda rivolta a ovest. Tutto lo spazio interno presenta il soffitto voltato a botte intonacato e tinteggiato in bianco.
- Pavimenti e pavimentazioni
- mattonelle quadrate di cotto di produzione artigianale in tutto il pavimento interno, piastrelle di cotto con torello di bordo, di produzione artigianale, utilizzate nelle soglie e nei gradini, lastre di porfido posate alla palladiana nel piccolo sagrato.
- Impianto strutturale
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- 1647 ‐ 1647 (preesistenze intero bene)
- l’oratorio dedicato a Sant’Antonio di Padova, situato all’interno del castello di Marano, è ricordato in una memoria allorché diviene sede di una Confraternita detta “dei Sacchi” che segue la regola di S. Francesco d’Assisi.
- 1782 ‐ 1782 (preesistenze intero bene)
- si attesta l’esistenza dell’oratorio da un elenco del Pianazzi che cita quelli esistenti nella parrocchia di Marano.
- 1852 ‐ 1852 (restauri intero bene)
- il 24 giugno si benedice l’oratorio rimesso a nuovo in seguito ad un importante intervento di restauro generale, durante il quale è stato ricostruito l’altare in altra forma, distanziato dal muro, dotandolo di tabernacolo. Il lavoro viene pagato con i proventi di una questua.
- 1982 ‐ 1982 (restauri intero bene)
- l’oratorio restaurato, il 13 giugno viene ufficialmente inaugurato dall’arcivescovo di Modena Mons. Bruno Foresti, dopo la conclusione di un generale intervento di ristrutturazione come attesta una lapide affissa sulla facciata. I lavori sono iniziati nel 1979 per interessamento dell’ing. Mirko Barbieri e di un ristretto gruppo di cittadini, e sono terminati nel 1981 con la supervisione della Soprintendenza di Bologna. Le opere hanno interessato il rifacimento del tetto e della volta di copertura, il risanamento del pavimento e dell’intonaco ritinteggiato, il rinnovamento dell’impianto elettrico e d’illuminazione interno, l’inserimento di un cancelletto di ferro battuto nel presbiterio. Gran parte dei finanziamenti provengono dai parrocchiani. Inserito tra gli altri edifici contigui, l’oratorio dedicato a Sant’Antonio di Padova è a pianta rettangolare con muratura in ciottoli di fiume, cornicione di sottogronda in laterizio a “denti di sega”, copertura a due falde e campaniletto a v
- 1647 ‐ 1647 (preesistenze intero bene)
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Data di pubblicazione
07/06/2024
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Modena - Nonantola)