Beni architettonici
- Firenze (FI)
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Parrocchia di San Cristofano a Novoli
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Diocesi
Firenze
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Regione ecclesiastica
Toscana
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa di San Cristofano a Novoli
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La chiesa di S. Cristofano sorge “quasi a 2 miglia lungi dalla città lungo una traversa fra la strada Polverosa e la Regia lucchese” (Emanuele Repetti), attualmente nel quartiere di Novoli del Comune di Firenze, in via Allori. Il complesso è ampio ed è costituito, oltre che dalla chiesa, dalla canonica, che vi sorge in adiacenza destra, intorno ad una corte, oltre la quale vi sono ulteriori locali parrocchiali, posti all’interno di un edificio di più recente realizzazione. Presso la corte è pure la sede dell’ex Compagnia, cui si entra anche dalla porta principale posta bella sua facciata ortogonale a quella della chiesa. Sul retro, sul lato destro è la torre campanaria. La parete tergale della chiesa, con i conci in arenaria misti ad alberese a vista, prospetta su un’ampia area a giardino e ad uso ludico sportivo. Addossate al fianco sinistro sono la sagrestia e la nuova chiesa, realizzata nel corso degli Anni Settanta. Le porzioni visibili delle pareti laterali della chiesa recano i conci lapidei bob isodomi a vista. La fronte del complesso ha una quota d’imposta inferiore rispetto al piano stradale; sul lato destro è la Compagnia. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
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- Pianta
- La chiesa ha pianta ad aula. Nella parete destra del presbiterio è un accesso alla torre campanaria, sul lato opposto si entra nella sagrestia. Un’altra porta lungo la parete destra dell’aula, in prossimità del presbiterio, dà accesso alla canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 16,50; lunghezza fino all'arco trionfale: m 11,80; larghezza della navata: m 5,70.
- Facciata e portico
- La facciata è capanna, intonacata; sul colmo è una croce metallica al di sopra di un monte in arenaria. Nel registro superiore presenta due finestre rettangolari munite d’inferriata. È preceduta da un portico con un’unica arcata a centina ribassata; al di sotto sono alcune epigrafi in marmo che ricordano i caduti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale (rispettivamente del 1923 e 1928 e del 1951). Nella parete destra è un accesso alla corte. In facciata sono visibili gli ampi frammenti dei pregevoli affreschi quattro-cinquecenteschi; il portale in arenaria, con motivi a frecce e ovoli nel cornicione, reca lo stemma dei Rinieri al centro dell’architrave; il portone è ligneo, con un’unica e semplicissima specchiatura in ciascuna delle due ante.
- Campanile
- Il campanile è a pianta quadrata, rivestito ad intonaco, tinteggiato di chiaro; ha la cella provvista di quattro campane azionate elettricamente e la copertura a cuspide intonacata, recante sul colmo una croce metallica.
- Interno
- L’interno è a pianta rettangolare, ad aula, culmina nel presbiterio, ove al centro è la mensa eucaristica in arenaria su un basamento in muratura. Il grande e raffinato arcone trionfale (con i fusti dei semipilastri corinzi scanalati e rudentati) è in arenaria e reca sulla fronte del semipilastro sinistro il tabernacolo, con lo sportello in rame lavorato a sbalzo; sul lato opposto, e sempre sul fusto del corrispondente semipilastro, il tabernacolo di foggia analoga è per gli oli santi. Il presbiterio ha una pianta quadrata; al centro della parete tergale è la tavola dell’Allori, entro un dossale ligneo trabeato, dipinto in grigio e lumeggiato d’oro, ancora da restaurare; l’epigrafe alla destra, che ricorda don Giovan Francesco Talenti (del 1669), è in arenaria, quella alla sinistra è dipinta e rammenta il restauro del 1877. I due dipinti a parete su tela provengono da S. Michele a Montecuccoli (il “San Michele” del Veracini e l’“Immacolata Concezione” del Marchesini); la volta di copertura è a vela e reca pitture murali ottocentesche, con falsi costoloni neomedievali di una crociera, tra i quali sono i quattro falsi spicchi recanti “Angeli”. Al centro della parete longitudinale destra dell’aula è un dossale d’altare in arenaria, privo di mensa e con un frontone triangolare spezzato, poggiante su due semicolonne tuscaniche e recante al centro è il simbolo bernardiniano; la ricca cornice intorno alla statua della Vergine è lignea, dipinta e dorata. A sinistra del dossale il pulpito è ligneo. Nella nicchia centinata, ubicata nella parete opposta, vi è l’affresco quattrocentesco con la raffigurazione della “Madonna della Misericordia”, ove un urgente restauro sarebbe cosa opportuna. Nei pressi è la scala realizzata con i restauri effettuati dopo l’alluvione del 1966, che dà accesso alla sottostante abside originaria. Più oltre si trovano affissi a parte alcune sinopie d’affreschi staccati. In controfacciata i dipinti sono su tela (la “Pietà” del Baldini, “San Gioacchino e la Madonna bambina” del Marchesini e un “Cristo Crocifisso con la Maddalena ai piedi della croce”), le due acquasantiere ai lati del portone sono in marmo, così come il fonte battesimale, posto sul lato sinistro, con una vasca circolare su un fusto a colonna e la copertura in legno. Nella parete destra, presso la controfacciata, sono due epigrafi in marmo, una del 1638 e l’altra del 1721. La chiesa prende luce da due finestre rettangolari poste in facciata, da un’originaria monofora romanica aperta nella parete destra e da due finestre nella parete tergale del presbiterio, l’una rettangolare e semicircolare l’altra, di tipo neoclassico, ubicata in alto. L'altezza massima della navata è m 8,30, la minima m 7,40.
- Elementi decorativi
- Arcone trionfale rinascimentale; due tabernacoli in arenaria rinascimentali; dossale d’altare in arenaria secentesco; affreschi quattrocenteschi e primo cinquecenteschi; pitture murali ottocentesche; fonte battesimale marmoreo; portale rinascimentale; lapidi in arenaria e in marmo seicentesche e settecentesche.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione è in cotto, con mattoni rettangolari disposti a spinapesce. Il portico è pavimentato in cotto.
- Coperture
- La copertura dell’aula poggia su tre capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane. La volta di copertura del presbiterio è a vela. Il portico antistante ha una copertura a leggio.
- Pianta
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- X ‐ XI (origini carattere generale)
- Ad iniziare dall'Alto Medioevo l'area pianeggiante di Novoli ("novulus ager", territorio novello, cioè emerso dalle paludi, o, meno probabilmente, "nubilus", nebbioso per la presenza degli acquitrini), già bonificata in età romana, torna ad impaludarsi. Nell'XI secolo Campi, incastellato presso il Bisenzio, è collegato alla "Cassia Vetus" (che supera il Terzolle presso il "pagus" del Ponte di Rifredi) tramite il primo "decumanus minor" settentrionale della vecchia "centuriatio agri". Lungo tale ex decumano, che passa a sud del Ponte "de Rifredo" ("rivus frigidus"), sono fondate le chiese di S. Cristoforo, di S. Maria e di S. Giacomo Maggiore in Polverosa (che denuncia il passaggio di pellegrini anche attraverso tale arteria). La dedicazione della chiesa a S. Cristoforo denuncia la sua presenza in aree acquitrinose e con guadi o ponticelli in corrispondenza di rivoli e alvei. Vicino ad essa scorre allora un ramo dell’Arno, dove sono mulini. Forse la chiesa esiste dal X secolo.
- 1069 ‐ 1299 (cenni storici carattere generale)
- S. Cristofano, entro il piviere di S. Giovanni, è ricordato in una “carta offersionis” dell’ottobre del 1069, quando Florenzio di Teuzzo, appartenente ad una delle famiglie legate all’episcopio fiorentino, dona la sua parte di patronato della chiesa alla canonica della cattedrale di S. Reparata, patronato da lui ereditato dalla moglie Roza di Guinizio o Guinizo. Nel 1274-1275 la chiesa paga di decima vaticana 4 libbre e 10 soldi. Viene citata in seguito anche nel 1299 tra le chiese della diocesi fiorentina.
- XII ‐ XIII (cenni storici carattere generale)
- Nel 1336 le acque d’Arno fanno emergere alcuni nuovi terreni posti nel ‘popolo’ di S, Cristofano, che i Mazzinghi, signori di Campi, donano al vescovo fiorentino. Nel 1326 sono patroni della chiesa i Capecchi, i Bernardoni e i Leucci, nel 1363 anche i Tornaquinci; nel 1369 lo risultano essere invece i Rinieri, i Berri e i Guicciardini. Il ‘popolo’ di S. Cristofano fa parte della Lega di Fiesole.
- 1400 ‐ 1452 (cenni storici affreschi - patronato)
- Agli inizi del Quattrocento risale l’affresco con la “Madonna della Misericordia con Santi, Angeli e il donatore” presso una “cappella” (altare) posto a sinistra nell’aula. In alcuni locali adiacenti, presso il chiostro, forse Stefano di Antonio di Vanni (1405-1483) esegue ad affresco in terra verde un’“Ultima Cena” per il refettorio dell’annesso spedale per “bianti” e pellegrini romei, che ancora allora percorrono quell’arteria territoriale. L’artista, attivo pure nella chiesa di S. Piero a Quaracchi, è autore di pitture in altri cenacoli legati a spedali, come quello presso la pieve di Cercina. Nel 1450 sono patroni di S. Cristofano i Tornaquinci e i Del Chiaro. Nel 1452 risultano patroni della chiesa i Giachinotti (ramo della famiglia Tornaquinci che aveva ottenuto il beneficio della “popolarità” nel 1379, inserendo nello stemma lo scudetto rotondo del Popolo Fiorentino) e i Guicciardini.
- 1474 ‐ 1474 (cenni storici Marsilio Ficino rettore della chiesa )
- Agli inizi del 1474 (stile moderno) Filippo di Galeotto Sacramoro (circa 1435-1490), vicario generale dell’arcivescovo Pietro Riario (1445-1474) concede il beneficio parrocchiale di S. Cristofano a Marsilio Ficino (1433-1499), notissimo umanista e filosofo neoplatonico e amico del Sacramoro, cui dedicò una copia del suo “De christiana religione”(solo qualche rara fonte riporta erroneamente che si tratti della chiesa di S. Maria a Novoli).
- 1475 ca ‐ 1500 ca (cenni storici Tabernacoli, arcone presbiteriale, affreschi )
- A spese dei Rinieri sono realizzati due eleganti tabernacoli un arenaria e l’arcone trionfale rinascimentale. Sulla facciata, sotto un piccolo portico ad una sola luce, è affrescato l'“Annuncio a Gioacchino”.
- 1505 ca ‐ 1520 (cenni storici carattere generale)
- Sempre sulla facciata sotto il portico, agli inizi del Cinquecento è affrescato un “San Cristoforo”, da taluni attribuito al giovane Franciabigio (1484-1525). Ai Rinieri dobbiamo anche il nuovo portale, dove essi appongono il loro stemma (“d'oro, cancellato d'azzurro”).
- 1568 ‐ 1587 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1568 la chiesa risulta non più entro il piviere urbano di S. Giovanni, ma in quello di S. Stefano in Pane. Allora sull’altar maggiore si trova un quadro raffigurante “San Cristoforo”. Nella seconda metà del Cinquecento viene eseguita per tale altare la nuova tavola con la “Resurrezione di Cristo che torna dal Limbo con la Madonna e Angeli” attribuita ad Alessandro Allori (1535-1607) e ai suoi allievi (come Francesco Mati, 1561-1623), mentre vecchie fonti, forse confondendola con altro quadro, la davano al “Bronzino”, ma non Agnolo (1503-1572), bensì Sebastiano, figlioccio ed erede di Agnolo e fratello di Alessandro Allori. Committente dell’opera, verso il 1587 (è documentata nel 1616), fu forse l’ultimo membro della famiglia Giachinotti, patrono della chiesa con i Rinieri, cioè Neri di Alberto di Neri, dal 1593 uno dei Buonuomini di S. Martino. Alla fine del secolo il ‘popolo’ di S. Cristofano conta un centinaio di anime.
- 1634 ‐ 1669 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1634, alla sua morte, Neri Giachinotti lascia il patronato della chiesa alla congregazione di S. Martino dei Buonuomini. Nel 1638 si svolge la visita pastorale alla chiesa, effettuata dall’arcivescovo Pietro Niccolini (1572-1651) e, su forte istanza dei Rinieri, l’arcivescovo emana un decreto che la dichiara suburbana e annessa al piviere di S. Giovanni, come già un antico. Nel 1643 diviene rettore della chiesa Giovan Francesco Talenti (1586-1669), che vi rimarrà 26 anni, fino alla sua morte. Nel 1665 il ‘popolo’ di S. Cristofano conta 84 di anime.
- 1721 ‐ 1754 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1721 è rettore della chiesa don Orlando Marchetti. 1748, al tempo del rettore Gaetano Bozzolini, la chiesa possiede il podere di S. Cristofano, posto a confine con l’orto della chiesa, cui fanno capo anche alcune “terre sciolte” un località La Lama, l’Isola, Olmatello, Rio di Rapaccio e Lo Sciabbio. Da un inventario del 1749 sappiamo che presso l’altar maggiore vi è sempre la tavola dell’Allori, su quello di destra, dedicato alla Madonna, si trovano i “Santi Giovanni Battista e Girolamo” con al centro un “tabernacolo” in terracotta (forse invetriata) con la Vergine e su quello di sinistra, del SS. Crocifisso, una “Crocifissione con i Santi Lucia e Romualdo”, allora data a Sebastiano Allori detto il Bronzino. Nel 1754 il ‘popolo’ di S. Cristofano conta 140 di anime.
- 1808 ‐ 1847 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1808 S. Cristofano con il suo ‘popolo’ entra a far parte della Comunità del Pellegrino. Nel 1833 la parrocchia conta 276 anime e nel 1847 266. Nel 1837 la chiesa viene ristrutturata per volere di don Pasquale Ciatti, parroco dal 1835. L'antica abside è demolita (sempre che non lo fosse già stata in età rinascimentale, quando era stato realizzato l’arcone), viene eretta la cantoria con un nuovo organo in controfacciata (dove sono aperte le due finestre laterali), è innalzato il campanile e sono rifatte la sagrestia e la canonica. Il patronato spetta ai marchesi Guadagni e alla congregazione di S. Martino dei Buonuomini, che lo saranno ancora almeno fino al 1906. Vi esiste la sede della Compagnia del SS. Sacramento.
- 1865 ‐ 1898 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1865 il territorio parrocchiale di S. Cristofano entra a far parte della Comunità di Fiesole. Nel 1877 don Achille Giachetti (che nel 1862 era curato presso S. Gaetano a Firenze) restaura la chiesa e forse allora sono realizzate le pitture neomedievali nella volta del presbiterio. Nel 1886 risulta sempre parroco di S. Cristofano don Giachetti. Allora la parrocchia conta 380 anime, 381 nel 1890. Nel 1898 il parroco è don Ranieri Toccafondi.
- 1900 ‐ 1910 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1900 il ‘popolo’ di S. Cristofano conta 516 anime. Nel 1910 il territorio parrocchiale di S. Cristofano entra a far parte del Comune di Firenze. L’altar maggiore è preceduto da una balaustra lignea.
- 1962 ‐ 1970 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1962 diviene parroco di S. Cristofano don Raffaello Rugiadi (1922-2012) da Cerreto Guidi, che, quale parroco emerito, vi rimarrà fino all’anno della morte. Nel 1970 la parrocchia conta 3.400 anime.
- 1966 ‐ 1979 (vicende conservative intero bene)
- Dopo i danni arrecati dall’alluvione d’Arno del 1966, la chiesa viene restaurata. In tale occasione è realizzata una scala che dà accesso alla sottostante abside di quella che fu la chiesa originaria. Nel corso degli Anni Settanta avviene l’adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare.
- 1978 ‐ 1978 (cenni storici dipinti su tela)
- Nel 1978 don Rugiadi pone, per sicurezza, in chiesa quattro quadri provenienti da S. Michele a Montecuccoli sulla Calvana: una “Pietà con la Maddalena, Nicodemo e i Santi Giovanni Evangelista, Stefano, Michele Arcangelo e Martino”, commissionata dal pievano Fioretto Fioretti e attribuita recentemente a Giovan Battista Naldini (1580-1642); un’“Immacolata Concezione e i Santi Giuseppe, Rocco e Ludovico di Tolosa” e un “San Gioacchino e la Madonna bambina in veste d’Immacolata Concezione”, ambedue date a Pietro Marchesini (1692-1757) e risalenti al 1741; un “San Michele Arcangelo che atterra il demonio” di Agostino Veracini (1689-1762), datata 1759
- 2017 ‐ 2020 (vicende conservative dipinti su tavola e su tela )
- Vengono restaurate, a cura della Sovrintendenza, la tavola dell’Allori e la “Pietà” del Naldini.
- X ‐ XI (origini carattere generale)
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- presbiterio ‐ intervento strutturale (1970)
- Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato nel corso degli anni ’70. Rimossi l’originario altare maggiore e la balaustra lignea che delimitava il presbiterio, è stata realizzata una mensa eucaristica in muratura che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 86 x 182 x 100 (h). Tabernacolo in arenaria, con sportello in rame lavorato a sbalzo, posto sul fronte del semipilastro sinistro dell’arco trionfale. Sede lignea, mobile, collocata al centro del presbiterio. Leggio mobile in ferro battuto, attualmente in uso presso la sede. Fonte battesimale in marmo, con vasca circolare su fusto a colonna e copertura in legno, posto presso la controfacciata, sul lato sinistro.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1970)
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Data di pubblicazione
08/06/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Firenze)