Beni architettonici
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- Firenze (FI)
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Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio a Firenze
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Diocesi
Firenze
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Regione ecclesiastica
Toscana
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Ambito culturale
- architettura moderna (ricostruzione)
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
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La chiesa di San Gervasio si trova a Firenze in un contesto urbano che si è sviluppato ed accresciuto prevalentemente nel secondo dopo guerra. La chiesa stessa è frutto di una ricostruzione pressoché totale portata a termine nel 1957. La facciata prospetta su una piazza, attualmente alberata, che costituisce l'angolo nord di un isolato residenziale densamente edificato. Anche il campanile, che ad oggi appare come un elemento in cemento armato che fuoriesce dalle coperture, è frutto di una sostanziale ricostruzione pur inglobando il precedente in muratura che un tempo era affiancato alla parete sinistra del vecchio edificio.
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- Pianta
- La chiesa presenta un impianto planimetrico rettangolare con la tribuna orientata a sud est. L’aula si articola in tre ambiti assimilabili a navate con tre campate suddivise tra loro da pilastri rettangolari; sul fondo della navata maggiore si sviluppa il presbiterio, rialzato di due gradini e concluso con una tribuna voltata a vela. Sul fondo della navata sinistra si trova l'imposta del campanile che non è addossato ad alcuna parete e la cui isolata base quadrangolare definisce a sinistra il presbiterio con l’altare. Simmetricamente un volume analogo è posto a conclusione della navata destra. Le dimensioni indicative della chiesa sono pari a 23,90 m in larghezza e 33,50 m in lunghezza. Lo spazio che accoglie i fedeli ha dimensioni complessive di un quadrato con lato pari a 23,90 m.
- Facciata
- La composizione classica della facciata, che è rivestita ad intonaco, rende leggibile le diverse altezze dei volumi interni: la sezione centrale, con falde inclinate, è più alta rispetto alle laterali la cui linea di gronda si sviluppa in orizzontale. Compongono la facciata tre portali inquadrati ciascuno all'interno di un cornicione aggettante rivestito in pietra arenaria. L'aggetto del cornicione, che assume una forma timpanata sopra i portali, non ha un valore costante ma aumenta progressivamente con l'altezza, tanto da costituire piccole tettoie a protezione degli ingressi. I portoni in legno e bronzo sono opera di Gianni Oliveti (2001-2004). Nella sezione centrale della facciata, sopra il portale maggiore, ha sede una finestra timpanata. Le mostre ed il timpano sono composti con conci regolari di pietra arenaria ed all’interno della finestra è collocata una vetrata policroma. Due statue in bronzo, opera di Delio Granchi, sono collocate su mensole ai fianchi esterni dei portali laterali: Santa Caterina da Siena a sinistra e San Francesco d'Assisi sul lato opposto.
- Struttura
- Le strutture verticali della chiesa sono in muratura mista in pietra e laterizio, con cordoli ed architravature in cemento armato. Le strutture portanti dei solai di copertura e di elevazione del campanile sono realizzate in cemento armato, lasciato parzialmente a vista ed evidenziato da tinteggiature in grigio. I pilastri interni sono rivestiti in pietra arenaria, così come le murature interne ed esterne lo sono ad intonaco.
- Interno
- L'interno della chiesa è costituito da tre ambiti assimilabili a navate separate da quattro pilastri rettangolari e rivestiti in pietra. Le pareti sono intonacate e tinteggiate in bianco, i soffitti piani sono rivestiti in legno e posti a due livelli, con l'altezza maggiore nella navata centrale e nella sezione mediana delle navate laterali. In corrispondenza della campata centrale, la coincidenza in altezza dei piani di imposta dei soffitti determina la pianta a croce delle coperture. All'intersezione dei bracci della croce si erge un tiburio finestrato in cemento armato che anche grazie alle grandi dimensioni favorisce la luminosità della chiesa le cui pareti laterali sono arricchite da vetrate policrome. L’arco trionfale in pietra serena definisce l'unica parte della chiesa che conserva memoria del precedente edificio, la tribuna, ed il presbiterio rialzato di due gradini si prolunga verso la navata con al centro l’altare maggiore.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione dell'aula è in cotto arrotato a crudo e disposto a spina; quella del presbiterio è interamente in pietra serena.
- Pianta
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- IV ‐ XI (origini (?) carattere generale)
- La chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio ha origini assai antiche, è documentata dall'anno 1083 ed una tradizione la vorrebbe fondata da S. Zanobi nel 395 d.C.
- XI ‐ XV (preesistenze carattere generale)
- In luogo di quella che fino ad allora era stata forse una cappella con tabernacolo, nel corso dell’XI secolo fu costruita una chiesa di modeste dimensioni che, anche in base a quanto molto più tardi descritto in occasione di una visita pastorale (1518), aveva tre altari con il maggiore dotato di “una croce grande, con certi ismalti, palotte dorate … di legno intagliato e dipinto”. La chiesa risulta più volte citata in documenti del XIII secolo così come, al 1286, il suo rettore Benvenuto; patronato dei parrocchiani, estendeva la sua giurisdizione fino a Camerata e verso la città confinava con il monastero di S. Pier Maggiore.
- XVI ‐ XVI (ampliamento intero bene)
- Nella seconda metà del Cinquecento la chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio fu ampliata: dalle notizie riportate con la visita pastorale del 1592 emerge che pochi anni prima Ilarione di Tommaso Martelli aveva fatto costruire una nuova e grande cappella absidale ed un altare in pietra che successivamente dotò di una “tabula pulcherrima, ciborio decenter ac candelabris”. Altri due altari erano dedicati a San Sebastiano ed a Sant’Antonio. Fu poi nel 1592 che Santi di Tito portò a termine e firmò la Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci, dipinto che nello stesso anno fu così collocato all’interno della tribuna. Dalle medesime notizie si desume inoltre che la chiesa aveva un campanile provvisto di tre campane, che la facciata era preceduta da un portico e che al tempo le condizioni complessive dell’edificio non erano comunque delle migliori se, come riferito, le coperture dovevano essere rifatte, le pareti imbiancate e la finestra non era ancora chiusa con vetro alcuno.
- 1599 ‐ 1599 (completamento altare)
- Come ricordato con la visita pastorale del 23 maggio 1617, sopra l’altare sinistro della chiesa fu collocato nel 1599 il dipinto raffigurante il Martirio del Protomartire, opera firmata di Santi di Tito che la realizzò su commissione di Stefano di Baccio di Giulian Chiari.
- XVII ‐ XVIII (restauro intero bene)
- Nel corso del Sei e Settecento la chiesa subì un periodo di decadenza fino a quando Angiolo Maria Tirinnanzi, parroco dal 1762, fece restaurare la canonica e dette inizio al recupero della "bella e vasta chiesa che imminente rovina minacciava". Fu poi nel 1784 che grazie al Granduca Pietro Lepoldo fu possibile restaurare intergralmente la chiesa che successivamente, il 20 luglio 1800, fu consacrata dall'arcivescovo Antonio Martini.
- 1819 ‐ 1819 (completamento intero bene)
- Ulteriori lavori furono realizzati nel 1819 all’interno della chiesa e tra questi il soffitto stuoiato sul quale Giuseppe Servolini dipinse la Gloria dei Santi Gervasio e Protasio.
- 1920 ‐ 1920 (danni intero bene)
- Nei pressi della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio il 10 agosto 1920 avvenne la tragica esplosione di un deposito di munizioni dell'esercito che provocò undici vittime, molti feriti e danni assai ingenti. Anche la chiesa subì gravi danni alle coperture, al campanile ed ai locali parrocchiali; crollò anche il soffitto dipinto un secolo prima dal Servolini.
- 1952 ‐ 1957 (ricostruzione per ampliamento intero bene)
- Per accogliere la popolazione della parrocchia che nel dopoguerra era cresciuta in misura notevole, nel 1952 con Mons. Pio Carlo Poggi parroco l’antica chiesa fu sostanzialmente demolita, ad eccezione della tribuna, e ricostruita nelle più ampie forme attuali su progetto dell’Arch. Lando Bartoli; il 25 maggio 1957 la nuova chiesa fu consacrata dall’Arcivescovo coadiutore Ermenegildo Florit.
- IV ‐ XI (origini (?) carattere generale)
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- presbiterio ‐ intervento strutturale (1957)
- Già con la ricostruzione della chiesa, completata nel 1957, la collocazione dell'altare non risultava in contrasto con quanto successivamente prescritto ai fini dell'adeguamento liturgico. La mensa eucaristica è in pietra serena (cm 300x140x103), la sede lignea è addossata alla parete tergale della tribuna. Il ciborio e l'ambone, in arenaria, sono posizionati ai due lati del presbiterio e poggiano su capitelli compositi collocati su fusti squadrati. Il fonte battesimale in marmo, un tempo nella cappella laterale destra, è attualmente in restauro e di prossima ricollocazione.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1957)
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Data di pubblicazione
20/06/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Firenze)