Beni architettonici
- Bagno a Ripoli (FI)
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Parrocchia di San Martino a Strada O ai Cipressi
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Diocesi
Firenze
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Regione ecclesiastica
Toscana
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa di San Martino a Strada o ai Cipressi
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La chiesa di San Martino a Strada si trova nel comune di Bagno a Ripoli a sud del paese di Grassina Il complesso, che comprende anche la compagnia e la canonica, è situato in aperta campagna (a quota 182 m s.l.m.) nei pressi della località San Martino non lontano dalla Strada Regionale Chiantigiana.
La chiesa, già documentata intorno al Mille, ha mantenuto la semplicità dell’impianto originario nelle varie trasformazioni avvenute nel tempo. La chiesa è ad aula unica, senza abside, con tetto a due falde ed è preceduta da un piccolo portico con forme quattrocentesche. Le pareti sono tutte intonacate e colorite di chiaro. Affiancata sul lato sinistro della chiesa si trova la compagnia che ha una piccola facciata rettangolare, mentre il fianco destro è libero e prospetta sul giardino della canonica che si sviluppa in adiacenza alla parte posteriore della chiesa. -
- Pianta
- La chiesa è orientata a sud-est. La pianta è rettangolare ad aula unica. Il presbiterio, che ha la medesima larghezza dell’aula, è sopraelevato di uno scalino. Le dimensioni planimetriche interne dell’aula sono: lunghezza all’arco trionfale 15,40 m; lunghezza totale 20,40 m; larghezza 5,40 m. La compagnia del Santissimo Sacramento e della Natività di Maria Santissima, anch’essa a pianta rettangolare, affianca la chiesa sul lato sinistro; le rispettive facciate sono complanari. Precede l’ingresso della chiesa un portico cinto da un muricciolo, sul quale sono impostate le quattro colonne che sorreggono il tetto. Il Campanile, a base quadrata, è situato nella parte tergale sul lato destro della chiesa. La base è inglobata nel complesso canonico. Il complesso edilizio della canonica si sviluppa prevalentemente sulla parte terminale della chiesa in direzione est e sud.
- Facciata e portico
- La facciata della chiesa è frutto di una ricostruzione terminata nel 1926 a seguito dei crolli determinati da un evento sismico nel 1895. La facciata è stata ricostruita su disegno dell’architetto Giuseppe Castellucci che aggiunse anche il portico dalle forme quattrocentesche. La copertura del portico addossato alla facciata è a falde a semi-padiglione con struttura lignea e soprastante manto in coppi e tegole. Sul fronte la copertura è sorretta da quattro colonne in pietra arenaria con capitello a foglie d’acanto di gusto quattrocentesco. Le colonne poggiano su un muricciolo che chiude il portico su tutti i lati. Il paramento murario della facciata è in pietra a faccia vista con bozze prevalentemente irregolari ed eterogenee per dimensioni e materiali (arenarie di varia natura e alberese). Il coronamento a due spioventi è costituito da un cornicione in pietra serena sagomato a gola dritta. Al centro della facciata, sopra la copertura del portico, c’è un rosone con cornice e imbotte in arenaria. A fianco della facciata, complanare a quella della chiesa, si trova sulla destra la facciata rettangolare della compagnia edificata, a partire dal 1534. Questa piccola facciata è intonacata ed ha un portale rettangolare con un grosso sopraluce quadrangolare con architrave sagomato ad arco policentrico ribassato.
- Interno
- La chiesa è ad aula unica e l’interno è molto semplice. L’aspetto attuale è in gran parte frutto della ristrutturazione operata nel 1926 da Giuseppe Castellucci con la volontà di recuperare le forme medievali. Una balza in pietra serena di circa 80 cm corre lungo tutte le pareti che sono intonacate e imbiancate. Anche l’arco trionfale e gli imbotti e le cornici interne di tutte le finestre sono in pietra serena. Nel presbiterio dietro l'altare maggiore è stata collocata una tavola attribuita alla scuola del Verrocchio con la ‘Vergine e santi’. Il fonte battesimale antico, in pietra arenaria a pianta semi-ottagonale, è addossato a una nicchia in controfacciata, a sinistra del portale d’ingresso. Sono presenti due altari laterali (uno per parte). L’altare di destra, realizzato nei primi decenni del XX secolo, è in stucco bianco con motivi neorinascimentali che formano anche la cornice del dossale con al centro una tela di Alfonso Hollaender (1919). L’altare di sinistra è in pietra serena ed è collocato sotto una porzione di affresco del XV secolo che raffigura un angelo annunciante. Un altro brano di affresco si trova, sempre in parete sinistra, nel presbiterio e raffigura San Martino (secolo XIV). La chiesa prende luce da alcune vetrate policrome realizzate da Bruno Masini nel 1926: il rosone in facciata raffigurante ‘S. Martino e il povero’; le finestre in parete destra con ‘S. Antonio’ e ‘S. Francesco’; le tre finestrelle del coro raffiguranti ‘S. Teresa’, il ‘Sacro Cuore’ e ‘S. Lucia’. La copertura con capriate lignee è lasciata a vista. L'altezza massima indicativa dell’aula è di 7,60 m e la minima 6,60 m.
- Coperture
- La copertura è a due falde con struttura portante costituita da quattro capriate lignee; l’orditura secondaria è di tipo tradizionale con arcarecci, correnti e mezzane; manto di copertura in coppi e embrici.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione policroma, realizzata nel 1919, è in marmette di cemento di formato ottagonale (rosse) con tozzetto quadrato (bianco).
- Campanile
- Il Campanile è a pianta quadrata. È situato sul lato destro della chiesa nella parte tergale parzialmente inglobato nel complesso edilizio. Anche il campanile è stato riportato alle ‘forme medievali’ e i paramenti murari, privati dell’intonaco, sono in pietra lasciati a faccia a vista, così come il fianco destro e la facciata della chiesa. Il coronamento è costituito da una merlatura guelfa.
- Pianta
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- XI ‐ XII (cenni storici carattere generale)
- L’esistenza in loco di una chiesa dedicata a San Martino è già documentata nel XI secolo e, come riporta Carlo Celso Calzolai, l’edificio aveva un semplice impianto di forma rettangolare, con murature a filaretto e copertura a capanna. Definita nel tempo come “prioria” o “canonica”, la chiesa apparteneva al plebato di Impruneta ed anche il Lami riferisce che la stessa è menzionata in una bolla di papa Adriano IV del 1156, con la quale vengono confermati possedimenti vari ad Ugone, pievano di S. M. all’Impruneta, tra i quali «Ecclesiam Sancti Martini de Strada cum omnibus pertinentiis suis.».
- 1331 ‐ 1337 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1331 le difficoltà finanziare indussero il Priore Brunetto a chiedere autorizzazione per la vendita a tal Neri Pegolotti di un podere in prossimità della chiesa. Nel 1337 ser Fazio è indicato come canonico.
- XIV fine ‐ XV (cenni storici carattere generale)
- Tra il XIV ed il XV secolo la chiesa viene ampliata in lunghezza e successivamente decorata con pitture in affresco, come “l’Annuciazione e alcuni santi” che è visibile ancora ad oggi in esito ai saggi che ne hanno consentito il ritrovamento.
- 1422 ‐ 1422 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1422 Giovanni d’Arriguccio Pegolotti rinunziò al patronato che, dopo i Gherardini, da tempo era detenuto dalla sua famiglia: lo cedette a Messer Jacopo di Bardo Altoviti.
- 1534 ‐ 1535 (fondazione Compagnia)
- Il 13 maggio del 1534 viene costituita la Compagnia del SS. Sacramento e della Natività di Maria Santissima. Nel corso dell’anno successivo, come attestato dalla copia di un contratto ancora oggi conservato nell’Archivio Parrocchiale, il parroco di allora, Antonio del Gherardini, “concede alti prudenti uomini di detta Confraternita un appezzamento di terreno di braccia 25 per lunghezza e 8 per larghezza” ove costruire, “appoggiato al lato Nord della Chiesa” un locale con dimensioni adeguate ad ospitare i numerosi confratelli.
- 1575 ‐ XVI (cenni storici carattere generale)
- Nel corso del XVI secolo la chiesa ebbe un ciborio in marmo e nel 1575 le fu concesso il fonte battesimale.
- XVII ‐ XVII (cenni storici carattere generale)
- Nel corso del XVII secolo la chiesa subisce un intervento di complessiva trasformazione.
- 1658 ‐ 1658 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1658 Lorenzo Lippi dipinge per la chiesa di S. Martino la “Madonna del Rosario”.
- 1895 ‐ 1895 (danni intero bene)
- Nel 1895 un terremoto provoca gravissimi danni all’intera struttura.
- 1920 ‐ 1926 (vicende conservative intero bene)
- Nel terzo decennio del secolo scorso la chiesa è stata oggetto di un intervento di complessivo restauro diretto da Giuseppe Castellucci. Tra le varie opere, in quel periodo fu riportata in vista la struttura lignea a capriate della copertura con la rimozione del soffitto in incannucciato, realizzato il pavimento policromo, aggiunto un altare laterale in memoria dei caduti di guerra, ricostruita la facciata ed edificato il portico antistante. Le vetrate policrome furono realizzate nel 1926 da Bruno Masini.
- XI ‐ XII (cenni storici carattere generale)
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- presbiterio ‐ intervento strutturale (1969 (?))
- Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato sul finire degli '60. Mensa in arenaria poggiante su basamento in muratura ed orientata ad populum, dimensioni cm 84 x 210 x 108 (h). Tabernacolo in parete tergale del presbiterio; due amboni in arenaria collocati ai lati; sede lignea posta al centro della parete tergale. Fonte battesimale: in uso bacile mobile in alabastro. Presso la controfacciata, sul lato sinistro, fonte battesimale del sec. XVIII scolpito in arenaria. Due confessionali lignei sono collocati nell'adiacente Compagnia del SS. Sacramento.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1969 (?))
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Firenze)