Beni architettonici
- Ravello (SA)
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Parrocchia Santa Maria del Lacco
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Diocesi
Amalfi - Cava De' Tirreni
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Regione ecclesiastica
Campania
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
sussidiaria
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Denominazione principale
Chiesa di San Trifone
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La chiesa di San Trifone, comunemente detta anche San Martino, fa parte di un piccolo complesso architettonico di grande valore storico, ambientale ed archeologico. Sorge sul crinale di uno strettissimo promontorio che ha ai due lati gli strapiombi della Valle del Dragone e di quella di Sambuco e si raccorda a nord alle pendici del monte Brusara. Il luogo è impervio e scosceso ma ampiamente antropizzato dal Medioevo fino ad oggi. Qui sorgono le propaggini settentrionali del borgo medievale del Lacco (località San Martino), esterno al centro di Ravello. La chiesa si colloca in un contesto agreste, inserita tra i terrazzamenti e gli edifici rurali della zona, ed era originariamente annessa ad un'antica abbazia benedettina, di cui nei pressi restano le ultime tracce. L'edificio sacro si presenta nella veste originaria romanica, recuperata dopo i restauri, ad impianto longitudianle, a tre navate, senza transetto. E' suddivisa all'interno da file di possenti pilastri, collegati da archi a tutto sesto, sui quali è impostata la volta a botte di copertura. Le navate laterali sono scandite, invece, in cinque campante ciascuna e coperte a crociera ogivale. In corrispondenza dell'ultimo pilastro di sinistra è presente un affresco votivo, mentre nell'attigua abside è effigiata in affresco, la Madonna con il Bambino. L'edificio termina con due absidi laterali e con il presbiterio ricavato nella parte terminale (non più absidata) della navata centrale. Non sono presenti elementi decorativi di rilievo, se non alcuni resti di affreschi. L'esterno della chiesa, compresa la facciata romanica a capanna, rimane in pietrame irregolare a faccia vista. Alla chiesa sono annessi alcuni altri manufatti, come il sacello che ospita la sacrestia, il campanile e i resti in facciata dell'antico portico crollato.
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- Pianta
- La pianta della chiesa è a tipologia longitudinale, a tre navate, separate da pilastri in muratura, con un solo portale centrale, senza transetto. Sono presenti solo le absidi laterali, a causa della demolizione (sec. XIX) di quella centrale, al cui posto è stata eretta una parete verticale, recante in alto una finestra. Il presbiterio è ricavato nella parte terminale della navata centrale, il cui pavimento appare sopraelevato di un gradino che si prolunga fino alla metà della navata. La chiesa è preceduta dai ruderi dell'antico portico crollato. Dalla navata sinistra si accede alla sacrestia, mentre da quella destra si passa ad un altro ambiente adiacente.
- Facciata
- La facciata, a capanna, ha un aspetto rustico e presenta caratteristica parete a pietra irregolare a faccia vista, su cui sono visibili vestigia del portico crollato, ad essa addossato. La sommità a spioventi è protetta da una fila di tegole in cotto. Sulla parte superiore della facciata si apre una finestra centrale rettangolare, affiancata da due aperture di piccole dimensioni in corrispondenza delle navate laterali. Il portale principale è di semplice fattura rustica che lascia in vista i conci degli stipiti e della piattabanda; è preceduto dai ruderi dell'antico piccolo atrio diroccato.
- Coperture
- La navata centrale è coperta da una volta a botte con lunette, mentre le navate laterali presentano volte a crociera, cinque per lato. Le absidi sono coperte a calotta. L'esterno delle volte è estradossato.
- Sacrestia
- Sul lato della navata sinistra sorge un sacello a pianta rettangolare terminante con un'abside, al cui centro si apre una monofora. Questo ambiente funge da sacrestia.
- Campanile
- Il campanile, a pianta quadrata, sorge a sud dell'edificio ed è costituito da tre ordini sovrapposti, di cui il primo ha pareti cieche, il secondo presenta monofore singole, il terzo due monofore affiancate su ogni lato, ornate da motivi geometrici in tufo grigio e giallo e circondate da archetti policromi e da fasce intersiate a losanghe. Il manufatto è sormontato da una piccola vela a doppio spiovente in cui sono allocate le campane dell'orologio.
- Struttura
- La struttura dell'edificio è a tipologia tradizionale con muratura portante di grande spessore, massicci pilastri e orizzontamenti archivoltati. La muratura si presenta all'esterno a pietrame irregolare a faccia vista, mentre all'interno con rifinitura ad intonaco civile.
- Sagrato
- Il singolare sagrato antistante la chiesa ha l'aspetto di un cortile rurale parzialmente recintato da alti parapetti. Da esso si gode una bellissima vista montana. Nel suo piccolo spazio sono presenti i resti dell'antico portico.
- Pianta
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- X ‐ XIII (preesistenze carattere generale)
- Nell’area settentrionale di Ravello, tra le contrade del Lacco e di San Martino, sorgeva il complesso abbaziale dedicato a Maria Santissima Madre di Dio e a San Trifone e San Biagio, eretto tra X e XI secolo in una zona rurale di terre incolte e grotte naturali, dove però passava anche una via pubblica. Il complesso compare nella documentazione nel 1096, allorché la comunità ravellese offrì all'abate Pietro il monte con la località Peperone e l'annessa chiesa di San Michele Arcangelo. Il cenobio soggiaceva alla giurisdizione vescovile di Ravello e, di qui, l'obbligo per l'abate a comparire ogni anno, il 15 agosto, festa dell'Assunta, titolare della Cattedrale, dinanzi al Vescovo per prestare obbedienza. Un'antica tradizione vorrebbe che il primo vescovo di Ravello, Orso Papice, fosse un monaco (forse l'abate) di questo monastero. Già nel sec. XI l'abbazia godeva di grande floridezza e nel 1214 essa fu posta sotto la protezione reale da parte di Federico II, imperatore di Germania.
- XI ‐ XI (fondazione intero bene)
- La fondazione della chiesa abbaziale, dedicata a San Trifone, probabilmente fu coeva, o poco successiva, alla costruzione del monastero. Essa sorgeva su ardite fondazioni impostate sulle balze rocciose del luogo impervio e aveva facciata posta ad occidente e preceduta da un porticato.
- 1438 ‐ 1438 (saccheggio intero bene)
- Nel 1438, durante la guerra tra Angioini e Aragonesi, Ravello subì un generale saccheggio, operato da una armata aragonese, e il complesso abbaziale fu occupato dal generale Angelo Calvi di Penne che vi si accampò coi suoi militari. La chiesa, tuttavia, non subì molti danni. La comunità monastica, in seguito a questi episodi bellici, lasciò l'abbazia.
- 1455 ‐ 1776 (notizie generali intero bene)
- Dopo l’abbandono della comunità monastica, iniziò il declino dell’abbazia che venne affidata ad Abati Commendatari dal 1455 fino al 1776, anno in cui la chiesa di San Trifone e il relativo beneficio furono annessi al Capitolo Cattedrale di Ravello.
- XVI ‐ XVIII (visite pastorali intero bene)
- Possediamo notizie relative alla chiesa nei secoli XVI-XVIII, tratte dalle periodiche visite pastorali compiute dai vescovi di Ravello. In esse spesso sono rimarcate le cattive condizioni in cui si trovava la chiesa. L’altare maggiore nel 1577 presentava un antichissimo dipinto raffigurante San Trifone. Degli altri tre altari notati nello stesso anno, uno era dedicato alla Madonna dell’Arco, presumbilmente corrispondente all’attuale navata di sinistra dove è raffigurata la Madonna con il Bambino, e un altro, di patronato della famiglia De Rosa, trasformato in sacrestia durante l’episcopato di mons. Luigi Capuano (1694-1705). Nel 1618 la chiesa fu soggetta a furti. Nel 1684 era già crollato il portico.
- 1612 ‐ 1612 (costruzione volta a botte)
- La costruzione della volta a botte lunettata, presente nella navata centrale, dovrebbe risalire al tempo della riparazione ordinata dall’arcidiacono Francesco Frezza, vicario del Vescovo Benni, nel corso della visita pastorale del 1612.
- XVIII ‐ XVIII (rimaneggiamento interni)
- Nel corso del Settecento l'interno della chiesa ha ricevuto un rimaneggiamento che ha sovrapposto elementi di gusto barocco alla preesistente struttura.
- XIX ‐ XIX (rimaneggiamento intero bene)
- Agli inizi del secolo XIX l’ingresso, originariamente posto sul lato occidentale, venne trasferito al lato orientale dov’era l’altare maggiore, che venne demolito per essere ricomposto sul fronte opposto. Anche l'abside centrale fu demolita per lasciar posto al nuovo ingresso. Secondo il Caffaro, il trasferimento dovette avvenire per agevolare l’accesso dei fedeli dalla zona più popolosa del quartiere, che era proprio quella a ridosso delle absidi, e in quanto la zona antistante il protiro era in ripido declivio e facilmente franosa. Si può ritenere, tuttavia, che tale intervento sia connesso anche all'elevazione della chiesa a parrocchia nel 1804.
- 1804 ‐ 1812 (titolo parrocchiale intero bene)
- La chiesa di San Trifone ebbe titolo parrocchiale dal 1804 al 1812, qui trasferito dalla cadente vicina chiesa di San Martino. A partire da questo tempo la chiesa di San Trifone è denominata anche con lo stesso titolo di San Martino.
- 1985 ‐ 2001 (restauri intero bene)
- Una campagna di interventi di recupero è stata condotta negli anni 1985-1986, quando è stato restaurato il campanile nella sua forma originaria arabonormanna. Nel 2000-2001, invece, i restauri hanno riguardato l'interno, che è stato ripulito dalle addizioni barocche settecentesche e riportato alla veste originaria romanica. Questi interventi hanno anche ripristinato l'originario orientamento della chiesa, ricollocando il nuovo altare nell'area antistante l'abside centrale demolita ad inizio Ottocento.
- X ‐ XIII (preesistenze carattere generale)
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- presbiterio ‐ intervento strutturale (2000)
- Gli interventi di adeguamento liturgico, eseguiti contestualmente ai restauri del 2000, hanno ripristinato l'originale disposizione dell'altare, ricollocato, rivolto al popolo, in corrispondenza dell'abside centrale (demolita ad inizio Ottocento). Esso è composto da marmi di recupero riassemblati (tra cui la lastra strigilata di un sarcofago), che costituiscono un solo blocco con mensa superiore.
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (2000)
- Nel presbiterio sono stati aggiunti anche arredi mobili come la sede e un piccolo ambone sulla destra.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (2000)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Amalfi - Cava De' Tirreni)