Beni architettonici
- Sala Consilina (SA)
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Parrocchia di San Pietro Apostolo
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Diocesi
Teggiano - Policastro
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Regione ecclesiastica
Campania
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Tipologia
cappella
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Qualificazione
sussidiaria
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Denominazione principale
Cappella della Madonna della Consolazione
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La Cappella Madonna della Consolazione, popolarmente conosciuta come Cappella Acciari, è un edificio di modeste dimensioni, ubicato nella zona latina del centro storico del Comune di Sala Consilina, a ridosso della più imponente chiesa matrice di San Pietro. Tale piccolo edificio è un tipico esempio di architettura gentilizia settecentesca, costituito da un’aula, un presbiterio ed una retrostante sacrestia. La forma irregolare ed asimmetrica è compensata dall’abbondante decorazione a stucchi dell’interno che attutisce in parte e maschera queste dissimmetrie conferendo al tutto l’aspetto di un piccolo scrigno per contenere opere d’arte di buon livello.
La cappella è in parte incastrata tra edifici privati (sud ed ovest) e mostra due lati liberi lungo via Albinio (nord ed est); in particolare il lato ovest è inglobato in parte in una corte scoperta di altra proprietà dalla quale si accede ad un piccolo vano seminterrato criptato, collocato sotto il presbiterio, anch’esso di pertinenza privata. La costruzione che ostruisce la sacrestia e tutto il lato sud è molto recente (anni ’70) ed ha coperto alla vista anche il minuscolo campanile.
Le pareti, in muratura a pietrame, sono irregolari e di spessore molto variabile, intonacate e completamente anonime all’esterno, mentre racchiudono un’aula ed un presbiterio coperti con volta a botte in muratura riccamente decorati all’interno con lussureggianti stuccature barocche che incorniciano zone affrescate di buon livello pittorico. Nella suddetta volta si aprono due unghie con due finestre sul lato ovest, mentre curiosamente sul lato libero ad est non v’è alcuna apertura. Il finestrone più grande, che si apriva invece sulla facciata a nord, fu a suo tempo completamente occluso a mo’ di nicchia perché in controfacciata fu collocata la piccola cantoria con organo a canne. Due oculi ai lati di questa nicchia, anch’essi occlusi, completano il tutto sormontando un portale in pietra di Padula, costituito da piedritti, architrave, fregio, cartiglio e soprastante cornice aggettante, finemente scolpito e datato 1729. A lato sinistro entrando è incassato nell’ampia intercapedine muraria l’avvio d’una piccola scala in pietra che conduceva alla cantoria sulla bussola di ingresso. Di tutti questi elementi (organo a canne, cantoria, stemma nobiliare sul portale) non è rimasto nulla, ad eccezione di alcune tracce sul pavimento e di una grezza porticina che si apriva sulla cantoria, probabilmente all’epoca nascosta alla vista dal parapetto in legno della cantoria stessa.
Il vano di sacrestia, accessibile dal presbiterio tramite porta nascosta dall’altar maggiore, è anch’esso coperto con volta a botte, sobria e non decorata, nella quale un’unghia consente l’apertura di una piccola finestra sul lato ovest; la parete terminale (nord), completamente cieca, conserva ancora le tracce delle antiche aperture, oggi occluse; la parete est è invece occupata da una nicchia nella quale è incassato l’armadio in legno artisticamente lavorato.
Cappella e sacrestia risultano concluse, oltre la volta, da manto di copertura in coppi a doppio spiovente sorretto da puntoni in legno poggianti sui muri perimetrali e sulla trave di colmo longitudinale. -
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione, ribassata rispetto al livello di ingresso di circa 35 cm., è in maioliche bicolore trapezoidali in composizione esagonale, mentre nel presbiterio, rialzato di uno scalino rispetto all’aula, troviamo la più antica pavimentazione costituita da piastrelle 20x20 in maiolica di decorazione finissima, caratterizzate da ricchi decori geometrico-floreali dai colori vivaci. I due livelli sfalsati sono sottolineati da una ricca balaustra in pietra di Padula con intarsi in marmo policromo.
- Altare maggiore
- Il prezioso altare settecentesco, di tipo post-tridentino, sollevato su due gradini marmorei, staccato dalla parete di fondo, fu realizzato dall’artista napoletano Paolo Mozzetti, e presenta un paliotto in commesso marmoreo con una croce a raggiera clipeata e decorazioni floreali molto complesse; il dossale a doppia alzata, in marmo intarsiato, oltre al ricco tabernacolo centrale, presenta due teste d’angeli reggi-vaso in marmo del famoso scultore estense Giacomo Colombo.
- Elementi decorativi
- Parete in cornu evangelii: confessionale in legno scolpito incassato nella muratura; monumento funebre dell’abate Felice Pandelli, datato 1724, tempietto in marmi policromi, costituito da prezioso sarcofago e soprastante cartiglio sormontato da busto in marmo di notevole fattura incluso in medaglione incorniciato ed affiancato da teste di putti. Parete in cornu epistulae: edicola in marmi policromi e stucchi molto profonda, tale da richiedere un notevole ingrossamento della parete muraria per contenere la rientranza nella quale era collocata una statua di cui non è rimasta traccia; un’ulteriore edicola in marmi e stucchi contenente un sarcofago su cui un putto incluso in una conchiglia sorregge un armadio ex-voto con ante dipinte con vivaci scene. Parete di fondo: elaborata cornice in stucco accogliente una tela di Giacomo del Po, documentata al 1706, raffigurante la SS. Trinità in gloria con i Santi Michele, Gabriele e Giuseppe, oggi scomparsa. Pareti e volte: ciclo di affreschi attribuiti a Giacomo del Po e scuola comprendenti Madonna con Bambino in gloria, Annunciazione, Assunzione, i dodici Apostoli, san Gennaro, santa Teresa in estasi ed infine i santi Pietro e Paolo.
- Pavimenti e pavimentazioni
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- 1704 ‐ 1704 (edificazione della cappella carattere generale)
- Viene eretta la cappella ed intitolata al Nome di Maria, a San Giuseppe ed a San Michele.
- 1706 ‐ 1706 (edificazione dell'altare maggiore presbiterio)
- Il marmoraro napoletano Paolo Mozzetti, su disegno di Giacomo Colombo, esegue il lavoro di scolpitura ed intarsio in commesso marmoreo, per l’altare maggiore della cappella, come si evince da una cedola di pagamento del luglio di quell’anno, per la somma di 220 ducati. Nel paliotto è presente una croce a raggiera clipeata e gradevoli giochi cromatici dei marmi intarsiati. Le teste d’angelo (cherubini reggivaso) laterali vengono eseguite direttamente dall’importante scultore Giacomo Colombo.
- 1706 ‐ 1706 (realizzazione affreschi presbiterio e navata)
- Il ciclo decorativo interno ad affresco, viene realizzato in quest’anno e comprende: una Madonna con Bambino in Gloria, l’Annunciazione, l’Assunzione, i Dodici Apostoli, San Gennaro, Santa Teresa in estasi, i santi Pietro e Paolo. Alcuni di questi dipinti sembrano ascriversi alla mano di Giacomo del Po, autore anche di una tela, collocata sopra l’altare maggiore e trafugata anni orsono, raffigurante la Santissima Trinità in gloria con i santi Michele, Gabriele e Giuseppe, realizzata anch’essa nel luglio 1706 e pagata 40 ducati.
- 1724 ‐ 1724 (erezione del monumento funebre dell’abate Pandelli carattere generale)
- Felice Pandelli, abate imparentato con la famiglia Acciari, si fa scolpire il monumento funebre in marmo di Carrara e commessi, nel quale, in una cartella barocca fa incidere: “D O M / ILL D FAELICI M PADELLI A SOLE,/ CLARO GENERE HONOR COSPICUO,/ ABB U I D, EMIN CARDINAL MILLINI VICARIO/ ../ CUIUS PIETATEM PATRIA, BENEFICENTIAM CIVES,/ MUNIFICENTIA OMNES, RELLIGIONEM VI.. NITIDISSIMUM/ HOC SACELLU, MAGNO AERE COSTRUCTU, DONIS APPARATU,/ OPPORTUO CESU DOTATU, MISSIS QUOTIDIAS AC PERPETUIS/ INDULGETIIS DITATU, SATIS TESTATUR/../ ILL D F M ABB ACCIARI PALACCIOLI EX SORORE FILIU/ GRATI ANIMI, ERGO MOERENS/ OBIIT XXII MAY MDCCXXIV, ANNOS NATUS MDCLXXVII”.
- 1728 ‐ 1728 (santa visita carattere generale)
- E’ nominata nella Visita Pastorale del visitatore (primicerio della cattedrale di Capaccio, per conto del vescovo caputaquense), Giovan Battista Salomone, come: “del Nome di Maria, olim reverendo Felice Pandelli, ora famiglia Acciaro”.
- 1729 ‐ 1729 (rifondazione dell’abate Pandelli carattere generale)
- Felice Pandelli, abate imparentato con la famiglia Acciari, rifonda la cappella, completandone un probabile restauro.
- 1729 ‐ 1729 (collocazione del portale prospetto maggiore)
- Maestranze padulesi intervengono nella fabbrica della cappella, scolpendo l’elegante portale in pietra di Padula, sulla cui cartella barocca della trabeazione è inciso: “SS.MO MARIAE NOM.NI,/ SPONSO IOSEPHO COELESTIQUE PRINCIPI/ AB ILL D D F M ABB PANDELLI DEL SOLE ANNO 1704/ ERIGENDO A FUNDAMENTIS DICAVIT./ .. / ABBAS ACCIARI PALACCIOLI PRAESES PROPRIO AERE/ RESTAURARI CURAVIT ANNO 1729”.
- 1735 ‐ 1735 (ultimazione della cappella carattere generale)
- In analogia con gli interventi del palazzo di famiglia degli Acciari, anche la cappella, probabilmente viene sottoposta ad interventi di restauro e completamento, avviati nell’anno 1729, col passaggio ai nuovi proprietari Acciari.
- 1857 ‐ 1857 (accomodi dopo il terremoto carattere generale)
- Dopo il tremendo terremoto, la cappella viene accomodata e risistemata, per i danni riportati.
- 1900 ‐ 1980 (Congrega della Madonna della Consolazione carattere generale)
- La cappella risulta qual sede di riunione della Congrega della Madonna della Consolazione o di Castello, con la titolazione volgare “La Lazzàra”.
- 1970 ‐ 1979 (spoliazione e furti carattere generale)
- La cappella è oggetto di diversi furti, che ne asportano l’organo a canne barocco, decorato in oro zecchino e collocato su un palchetto ligneo e lo stemma nobiliare in pietra, collocato sopra il portale.
- 2018 ‐ 2019 (restauro dela capella carattere generale)
- Grazie ai fondi 8x1000 alla Chiesa Cattolica, la cappella viene consolidata e restaurata dall’impresa EdilSud di Sala Consilina e diretti dall'arch. Anna Marmo. Vengono eseguiti importanti interventi alla copertura ed agli intonaci esterni. La ditta Iris di Parascandolo Luigi, interviene sulle superfici interne stuccate e decorate.
- 1704 ‐ 1704 (edificazione della cappella carattere generale)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Teggiano - Policastro)