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Un contratto di malghesi bergamaschi

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La concessione del vescovo per il pascolo delle greggi nel Lodigiano

Archivio storico diocesano di Lodi (Lodi), Lodi, 29/04/2020

Palazzo episcopale, 14 gennaio 1236
Al cospetto del vescovo di Lodi, una domenica di gennaio del 1236, stanno uomini provenienti da Gorno, un paesino nella Val del Riso, non molto lontano da Bergamo. Hanno fatto cento chilometri per sottoscrivere questo contratto nella "Bassa". Si chiamano Mozo de Gorno, Giovanni Gariffo, Pietro Martelli, Giovanni Bono e Ventura Dulce, sono malgari, pastori transumanti che dai monti scendono in Val Padana a nutrire le greggi.
Il vescovo Ottobello (1218 - 1243) concede "more solito", cioè secondo la consueta abitudine, il diritto di pascolare pecore e capre nel territorio di Castiglione e Senadogo; più di milletrecento capi invaderanno quei territori che corrispondono ora suppergiù all'area del comune di Castiglione d'Adda, per un periodo di tre mesi, dall'inizio di marzo all'inizio di giugno. Il prezzo pattuito è di lire venti, più un agnello e una "formaggia" da dare al vescovo.
Venti lire all'epoca erano soldi, con la stessa cifra potevi acquistare un pezzo di terra con rustici in pieno centro a Lodi, secondo i documenti.
Questi transumanti del contratto erano gente ricca. Possedevano centinaia di capi, si spostavano con più famiglie al seguito per garantire la manodopera necessaria, avevano liquidità e risorse economiche.
Il vescovo promette loro legna per due famiglie, e anche di predisporre un'altra "ceza" della stessa ampiezza di quella esistente a Castiglione vicino al fossato del castello, probabilmente una zona disboscata per il ricovero.
Il contratto è stipulato alla presenza di testimoni, è sottoscritto dal notaio rogatario Nicola Frandalonus, messo del re, che riproduce il signum notarii o signum tabellionis, simbolo della sua appartenenza alla casta notarile.

La transumanza tra montagna e pianura risale al X-XI secolo quando le aziende monastiche avviano lo sfruttamento congiunto di proprietà nella zona pedemontana e gli alpeggi. A questa fase subentra tra il XII e il XIII secolo quella gestita dai montanari, che espande il suo raggio utilizzando il corso dei fiumi.
Nel Lodigiano diverse sono le fonti documentarie che nel basso medioevo attestano l'herbaticum, cioè la tassa di pascolo per i malghesi che nel territorio pascolano le greggi, e con il latte munto producono formaggi.
Alla fine del XIV secolo si afferma la transumanza "moderna" basata su un rapporto contrattuale tra i transumanti e i conduttori delle cascine dotate di stalle, caseifici e scorte di fieno da vendere ai malghesi.
La transumanza ha interessato per secoli vaste aree della pianura lodigiana svolgendo un ruolo essenziale per il progresso dell'economia agricola. Per secoli le famiglie dei "bergamini", così chiamati perché provenienti dal territorio bergamasco, hanno continuato a esercitare anno dopo anno la transumanza verso il Lodigiano, nell'Ottocento molte di queste sono diventate stanziali contribuendo allo sviluppo dell'attuale produzione del latte a livello imprenditoriale e dell'industria casearia.

Il documento citato è conservato in Archivio storico diocesano di Lodi, Fondo della Mensa vescovile, Pergamene, Carta concessionis, 1236 gennaio 14.

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