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Per grazia ricevuta: gli ex voto e la devozione popolare

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La Diocesi di Lodi e il Museo diocesano possiedono numerosi ex voto, simbolo dell'affidamento al divino

Museo Diocesano Arte Sacra (Lodi), Lodi, 15/05/2020

In tempi di pandemia, gli appelli a tener fermo l'impegno nelle restrizioni che condizionano la vita quotidiana si sono accostati, per chi crede, agli inviti ad affidarsi, oltre che a medici, scienziati e volontari, anche alle più disparate protezioni celesti.
È un fiorire di suppliche, affidamenti, novene, celebrazioni, rosari, messe che ha coinvolto milioni di persone. E chissà che, di pari passo alle invocazioni, non possa giungere anche qualche segno di riconoscenza verso la bontà divina o le sue stimate mediazioni. Chissà, in altre parole, che dalla pandemia non fiorisca un nuovo repertorio di ex voto. Tavolette dipinte, fotografie, oggetti, cuori argentati, parti anatomiche ricostruite, dispositivi sanitari abbandonati e altro ancora stanno nei santuari di tutto il mondo a testimoniare che "per grazia ricevuta" le cose che andavano male, improvvisamente e senz'altra spiegazione che non sia l'intervento celeste, hanno preso ad andar meglio. Nei santuari della Diocesi di Lodi e nel Museo diocesano d'Arte sacra ne sono custoditi in numero cospicuo.

A mo' di esempio si portano qua due immagini di ex voto. Una tavoletta a olio testimonia la devozione locale alla Vergine Addolorata. Un'opera aggraziata descrive minuziosamente e con qualche imprecisione assonometrica la camera da letto di una donna ammalata, arredata con il letto matrimoniale dall'elegante testiera barocca. Sulla parete, due acquasantiere, un quadro con la Vergine Maria e altri quadretti dal soggetto indecifrabile. Vicino al letto, un comodino con una tazza e una bottiglietta. Poi irrompe un grandissimo quadro con la Pietà, precisamente raffigurata secondo l'originale gruppo scultoreo in terracotta del 1765, veneratissimo nella parrocchiale di Villavesco. Si può discutere se l'incombente raffigurazione tenga il posto delle epifanie celesti che occupano buona parte degli ex voto, ma la concretezza dei dettagli (l'angolo inferiore coperto dal comodino, l'ombra a destra) pesa a sfavore, insieme al fatto che nessuno, nella stanza, sia rivolto in preghiera verso l'immagine, come di solito accade in presenza delle citate epifanie. Sembra piuttosto che la madre abbia abituato per tempo i figli ad elevare insieme preghiere, come è tornata consuetudine in molte famiglie ai nostri giorni. Curiosa la testimonianza orale di un'anziana del paese: pare certa che il letto sia quello della di lei nonna: le rimase impresso il nobile aspetto della testiera, non meno della fine ingloriosa del pezzo che diventò legna da ardere sotto il calderone della salsa.

Analogo soggetto sta in un'altra pittura su tavola, un po' rovinata sul lato inferiore. Siamo condotti in una camera d'impronta signorile con letto matrimoniale a baldacchino, lenzuola e federe ricamate, tappezzeria alle pareti e un'elegante poltroncina di velluto rosso. Sul muro il delizioso particolare dell'acquasantiera e di un piccolo crocifisso; poco discosto, un quadro di impegnativa decrittazione. Ai piedi del letto un giovane uomo ben vestito, genuflesso e implorante: non sappiamo per chi e per cosa, poiché è solo nella stanza, il letto è vuoto. Posati bastone e berretto, l'uomo è compreso nell'invocazione rivolta alla Madonna che appare tra le nubi. La figura ricorda sia la Vergine del Rosario che Maria Ausiliatrice: se il primo titolo è riconducibile al XVI secolo, l'introduzione della festa dell'Auxilium Christianorum risale al 1815, per volontà di papa Pio VII. Nella cittadina di Paullo, nel frequentatissimo Santuario del Pratello, la Vergine non appare in nessuna delle due tipologie, sebbene le Suore Salesiane, devotissime dell'Ausiliatrice siano state presenti, ma dal 1902. Non si comprende la ragione immediata della preghiera, sebbene l'esito dell'aiuto celeste sia dichiarato: "P.G.R. nell'anno 1828". E l'ex voto rimane enigmatico.
Tanto quanto il corso delle cose che ancora nasconde a noi, fedeli e malati del ventunesimo secolo, quando ne usciremo, e come…

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