Nell'ambito delle iniziative dedicate alla valorizzazione del patrimonio degli istituti culturali diocesani, l'Arcidiocesi di Agrigento ha ideato il progetto integrato MAB (Museo, Archivio e Biblioteca) "Rosalia. Culto e devozione nell'agrigentino. 400 anni dal ritrovamento della grotta alla Quisquina". L'iniziativa, un percorso-mostra, nasce in occasione della ricorrenza del quarto centenario del ritrovamento (inventio) delle reliquie di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, avvenuta il 15 luglio 1624, e del successivo ritrovamento della grotta alla Quisquina il 24 agosto del 1624.
Il percorso espositivo vede coinvolti l'Ufficio Beni Culturali, Archivio, Biblioteca e Museo della diocesi, la Soprintendenza per i beni culturali di Agrigento, l'Associazione Sursum Review, l'Associazione Ecclesia Viva, Anthos s.r.l Oltre la Valle.

Le comunità ecclesiali coinvolte sono Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Cammarata, Cianciana, Lucca Sicula, Racalmuto, Palma di Montechiaro, Santo Stefano Quisquina, S. Angelo Muxaro, S. Margherita di Belice e Sciacca, che hanno messo a disposizione i beni cultuali e artistici legati alla figura di Santa Rosalia della Santuzza è documentata in diversi centri del territorio della diocesi di Agrigento, a partire da Bivona, Santo Stefano e Racalmuto, luoghi storici, del suo dominio temporale e della sua esperienza spirituale, seguendo il gesuita Giordano Cascini, autore del celebre Di Santa Rosalia vergine palermitana libri tre (1651), che si imporrà come il testo canonico per la ricostruzione agiografica dell'eremita. Centralità del percorso espositivo sono le tre comunità che in diversi modi sono legati alla presenza di Rosalia: Bivona, Racalmuto e S. Stefano.