Diocesi di San Marino - Montefeltro

Chiesa di San Pio V

Sebbene solo nell’826 si abbia la prima notizia documentata di un vescovo, la fondazione della diocesi del Montefeltro risale probabilmente al VII secolo. Sede della prima cattedrale e dell’episcopio era l’antico borgo fortificato di San Leo. Già dal XIV secolo, per ragioni di carattere politico-militare, i vescovi furono costretti a risiedere per lunghi periodi a San Marino, Talamello e, dopo il 1460, presso l’ex abbazia benedettina di Sant’Anastasio in Valle. Quando nel 1566 F. Sormani, vicario di Carlo Borromeo a Milano, fu nominato vescovo feretrano si prodigò per tornare stabilmente a San Leo. Ma gli si opposero le convenienze militari del duca di Urbino Guidobaldo II Della Rovere, contrario alla presenza del vescovo sotto la fortezza leontina. Il Sormani ottenne allora da Papa Pio V l’autorizzazione per un trasferimento temporale del capitolo e della cattedrale a Pennabilli, presso la colleggiata di San Bartolomeo. Ma ben presto l’antico edificio (che sorgeva nell’area attualmente occupata da Palazzo Begni) dovette essere abbandonato e il 7 ottobre 1577, in occasione del sinodo diocesano, il vescovo pose solennemente una croce là dove, sul pianoro che collega i castelli di Penna e di Billi, si sarebbe collocato l’altar maggiore della nuova chiesa cattedrale del Montefeltro, l’attuale. Pochi giorni dopo, con la posa delle prime strutture di fondazione, ebbe inizio la costruzione diretta dal canonico G. Borgognoni dal capomastro locale G. Palmerini e dal pittore pennese P. A. Saraceni. Nel 1580 i lavori erano già a buon punto e nel 1588 la chiesa è consacrata. All’inizio del XVII secolo il vescovo P. Cartolari promosse il primo ampliamento con la costruzione della cappella del Santissimo Sacramento e della sagrestia. La chiesa di San Leo, che pure versava in un pessimo stato di conservazione, non perse mai il titolo di cattedrale proprio in virtù della bolla di Pio V che sanciva l’unicità dei due edifici come unica cattedrale della diocesi. Invano i successori del Sormani tentarono il ritorno a San Leo e solo B. Scala scelse Pennabilli come stabile residenza. Fu egli il primo vescovo ad essere sepellito nella cattedrale cinquecentesca, davanti al presbiterio. Dalla seconda metà del XVIII secolo la presenza dei vescovi a Pennabilli divenne regolare. Nei primi due decenni del XX secolo la cattedrale è stata oggetto di importanti interventi di restauro e ristrutturazione (fra cui i più appariscenti il rivestimento in mattoni della facciata, secondo l’attuale disegno in stile neorinascimentale, e l’apparato decorativo interno) promossi dal vescovo A. M. Andreoli. Venne riconsacrata dal successore R. Santi nel 1914. L’edificio, che prospetta su piazza Vittorio Emanuele, presenta un impianto planivolumetrico (certamente risultato di successive modificazioni architettonico-stilistiche) di tipo basilicale ad aula unica con presbiterio absidato assai stretto e profondo e sopraelevato di due gradini. Quattro coppie di cappelline devozionali, scandite da lesene ricavate nello spessore della muratura caratterizzano le pareti laterali la cui sobria modularità è alterata in controfacciata dalla cantoria e nei pressi dell’arco santo dalle asimmetriche cappelle del Santissimo e del Rosario che, in epoche successive alla fabbrica cinquecentesca, sono venute a delineare quasi una sorta di transetto. Dopo il Concilio Vaticano II la cattedrale ha subito un primo intervento di adeguamento liturgico nel 1966 per opera del vescovo Bergamaschi, ed un secondo, voluto dal vescovo Rabitti e progettato dall’equipe di Architettura e Arte per la Liturgia dell’Apostolato Liturgico di Roma nel 2000: al ridimensionamento in forma quadrata dell’altare marmoreo del Bergamaschi, si è accompagnata la realizzazione del nuovo ambone e del fonte battesimale, posti entrambi all’ingresso della cappella del Rosario. Dal 1977 la diocesi è denominata San Marino - Montefeltro.

Pianta

1. altare celebrato

2. ambone

3. cattedra vescovile

4. fonte battesimale

5. cappella del Santissimo

I. Vetrata con Cristo Giudice

II. Organo

III. Confessionale e pulpito

IV. Coro ligneo

V. Grande tela con i tre titolari della Cattedrale

VI. Rilievi della Temperanza e della Fortezza

VII. Statua del Sacro Cuore

VIII. Crocifissione

Data del rilievo: 2007

FONTE

G. della Longa, A. Marchesi, M. Valdinoci, Le Cattedrali dell'Emilia - Romagna. Storia, Arte, Liturgia. Lo stato di adeguamento delle chiese cattedrali della Regione Ecclesiastica Emilia - Romagna alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2007

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30/06/2017

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