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Come dimostrato da recentissimi studi, il primo edificio di culto cristiano sorto sull'area dell'attuale Duomo di Trento risale alla fine del IV secolo; si trattatava di una chiesa martiriale e cimiteriale di grandi dimensioni, esterna alla cinta muraria romana, nella quale Vigilio, terzo vescovo di Trento, depose le reliquie dei martiri anaunensi e accanto alle quali egli stesso volle essere sepolto dopo la morte (401-405). Riedificata nel VI secolo, la basilica, ad aula unica con presbiterio absidato, divenne cattedrale in epoca carolingia (IX secolo) e nel corso dei secoli subì numerosi interventi di restauro ed ampliamento, l’ultimo dei quali, meno di sessant’anni prima della demolizione, ne tracciò il definitivo assetto planimetrico: aula a tre navate, transetto e presbiterio rialzati e pentabsidati, cripta. L’attuale fabbrica, voluta dal principe-vescovo F. Vanga, ebbe inizio il 29 febbraio 1212 ad opera del maestro campionese A. d’Arogno e fu portata a termine quasi un secolo dopo. L’impianto planimetrico, a croce latina a tre navate con coro e fianchi dei transetti absidati, sviluppa un ingombro di circa 76 metri di lunghezza per 34 di larghezza. In origine l’area presbiteriale al centro del transetto ed il coro si elevavano di oltre quattro metri rispetto alla navata; la posizione profonda dell’altare maggiore, posto presso l’abside, e l’alta recinzione del coro, che allora volgeva le spalle alla navata, completavano la decisa chiusura dello spazio liturgico rispetto a quello destinato ai fedeli. La forte emergenza volumetrica del presbiterio segnava inoltre una marcata compartimentazione degli spazi interni richiamando per certi aspetti il tipo cistercense. Al di sotto del presbiterio si apriva una cripta a tre navatelle, destinata al culto delle reliquie, ribassata di poche decine di centimetri rispetto all’aula. Davanti ad essa sorgeva probabilmente un secondo altare destinato a coloro che non avevano diritto di accesso al presbiterio. Dal punto di vista stilistico la cattedrale di Trento si colloca in un ambito del tutto particolare, fra il tardoromanico ed il gotico, con elementi di indubbia originalità e modernità soprattutto nella raffinatissima zona absidale (prospetto est) da cui la fabbrica ebbe inizio. Importanti opere di completamento furono realizzate in epoca rinascimentale: la cupola (1490-1515), l’ampliamento del grande protiro nord (anni 20 del XVI sec.) ed il coronamento del campanile (1521). Nel 1629, assai dopo la fine del Concilio di Trento (di cui la Cattedrale fu la prima sede) il principe vescovo C. G. Madruzzo, dopo aver completato la rimozione dei numerosi altari devozionali dalla navata centrale, ribaltò anche l’organizzazione del presbiterio, spostando l’altare maggiore sotto la cupola in posizione decisamente più visibile e vicina ai fedeli. Il particolare di un dipinto settecentesco ci mostra anche la posizione avanzata della cattedra a ridosso del pilastro sud-ovest del tiburio. Nel 1687 si portò a termine, a lato della navata sud, la costruzione della cappella oggi detta del crocifisso, voluta dal principe vescovo F. Alberti Poja. Fra il 1738 ed il 1743, in seguito ad un voto cittadino, si operò la completa demolizione del coro e della cripta vanghiani per realizzare, su modello di quello berniniano di San Pietro, il nuovo altare maggiore con baldacchino (l’attuale) in posizione assai meno elevata della precedente e visivamente più accessibile ai fedeli. Alla stessa epoca appartiene il coro ligneo dei Santi Angeli al cui centro, in fondo all’abside, trovò posto per alcuni decenni la nuova cattedra vescovile. Nel 1818 la diocesi di Trento divenne suffraganea di Salisburgo. Un ultimo intervento, operato da E. Nordio a partire dal 1880, comportò il ridisegno in stile neoromanico della cupola, della facciata ovest e della copertura della navata centrale. Nel 1925 il vescovo C. Endrici (1904-1940) manomise il fronte dell’altare maggiore rivolto alla navata, che presentava un motivo scultoreo a sarcofago, per inserirvi, l’urna contenente le reliquie di San Vigilio. All’inizio degli anni quaranta, per celebrare il quarto centenario dell’apertura del Concilio di Trento, venne indetto un concorso (che non ebbe esito concreto) per la progettazione di un nuovo pulpito che doveva sostituire quello ligneo addossato ad uno dei pilastri sud a metà della navata e che in seguito venne rimosso.

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