L’archivio del seminario vescovile (o diocesano) inizia a costituirsi in seguito alla fondazione dell’istituto del seminario, stabilita dal Concilio di Trento nel 1563.
La documentazione conservata nei fondi di questi archivi può essere, tuttavia, più antica rispetto alla data di erezione dell’istituzione, perché i Seminari, dotati economicamente dallo storno dei benefici semplici della diocesi, talvolta possono averne accolto anche gli archivi relativi.
Sin dai primi anni di vita di quest’istituto si riscontra la tenuta di documentazione relativa alla gestione economica, amministrativa e contabile dell’ente, in seguito affiancata da nuclei documentari riguardanti la formazione spirituale e scolastica dei chierici.
Gli archivi dei Seminari sono talvolta caratterizzati da una struttura complessa, dovuta alla presenza di complessi documentari aggregati, spesso difficilmente identificabili perché confusi nel nucleo originario della documentazione. La loro presenza può essere dovuta a errati o mal documentati tentativi di riordino delle carte, o a spostamenti subìti dai documenti. All’interno di Beweb è possibile consultare le schede degli archivi dei seminari finora censiti nella sezione Istituti culturali.
STORIA
In merito alla documentazione prodotta dai Seminari, il Concilio di Trento stabilisce espressamente la verifica del vescovo, assistito da alcuni deputati del clero, sul resoconto dei redditi. Indicazioni per i Seminari relative a registri di tipo amministrativo sono ribadite da S. Carlo Borromeo. Nella costituzione Maxima vigilantia del 1727, Benedetto XIII prescrive la costituzione degli archivi di Seminari, segnalando anche le tipologie documentarie da conservate all’interno di queste istituzioni. Nel documento pontificio si prevede, in particolare, la tenuta di un inventario delle scritture, da compilarsi per mano di un notaio, non del cancelliere vescovile.
BIBLIOGRAFIA
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