Il libro dei defunti (liber defunctorum) è il registro in cui i parroci annotano i nominativi di coloro che sono morti e la loro condizione sacramentale. La tenuta di questo registro è introdotta dal Rituale romanum del 1614.
Questo tipo di documentazione è piuttosto difforme a seconda dei territori e del periodo in cui sono redatti. Il formulario è fissato dal Rituale, altre norme per la compilazione di questi documenti sono emanate nel corso degli anni da vescovi e cardinali.
Sui registri dei morti i parroci annotano il nome del defunto, la data della morte o della sepoltura, l’età, lo stato civile, la causa della morte, il luogo della tumulazione, il conferimento dei sacramenti, in particolare il sacramento dell’estrema unzione, il sacerdote che ha conferito i sacramenti o accompagnato il defunto.
Il libro dei defunti come fonte per la storia
Grazie alle informazioni raccolte insieme alle annotazioni attinenti al sacramento, i libri dei defunti sono utili, non solo per la conoscenza della situazione religiosa e sacramentale di una parrocchia, ma anche come fonte fondamentale per studi demografici, sociali, giuridici e per ricerche genealogiche.
Dove cercare
Il libro dei defunti è conservato negli archivi parrocchiali di pertinenza, insieme agli altri libri canonici (insieme al libro dei battesimi, libro dei cresimati, libro dei matrimoni e agli stati delle anime).
Nel caso di una parrocchia soppressa o accorpata, la loro conservazione può essere affidata anche all’archivio diocesano, dove spesso si trovano serie documentarie costituite dalle copie dei registri dei sacramenti, tra le quali anche i duplicati dei libri dei defunti, che i parroci sono tenuti a consegnare secondo quanto stabilito da disposizioni vescovili e dal Codice di diritto canonico del 1917, che impone di depositare annualmente in curia vescovile una copia dei libri canonici, eccetto gli stati delle anime.
STORIA
Registri simili ai libri dei morti sono rintracciabili dal XIV secolo ma sono compilati con finalità differenti, in particolare quando previsti dal potere civile. Rispetto ad altri libri parrocchiali, le annotazioni delle sepolture si diffondono tardivamente, solo a partire dalla fine del XVI secolo.
L’uso delle registrazioni relative ai defunti è sancito ufficialmente dal Rituale romano di Paolo V del 1614 che ne prescrive la tenuta per le chiese in cui si provvede alla sepoltura dei defunti.
BIBLIOGRAFIA
- Codice di diritto canonico. Testo ufficiale e versione italiana. Sotto il patrocinio della Pontificia Università Lateranense e della Pontificia Università Salesiana, Roma, Unione Editori Cattolici Italiani, 1983.
- G. Badini, Archivi e Chiesa. Lineamenti di archivistica ecclesiastica e religiosa, Bologna, Patron, 2005.
- A. Gallo, Libri parrocchiali in Enciclopedia cattolica, Città del Vaticano, Ente per l’enciclopedia cattolica e per il libro cattolico, 1949.
- A. Turchini, Archivi della Chiesa e archivistica, Brescia, La Scuola, 2011 (Saggi; 15. Storia).