Lo spazio liturgico delle cattedrali - Diócesis de Parma

L'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Maria Assunta

Plano

1. Altare

2. Ambone

3. Cattedra

4. Fonte battesimale in Battistero

5. Custodia eucaristica

Data del rilievo: 2007

Adaptación litúrgica

Una prima importante proposta sull’area presbiteriale della Cattedrale risale al gennaio 1933 e, sebbene mai realizzata, essa va senz’altro segnalata in quanto anticipò di 50 anni l’intervento postconcilare: era stata redatta dall’architetto Capezzuoli su indicazioni del Soprintendente all’Arte Medievale e Moderna dell’Emilia e della Romagna L. Corsini in seguito ad un sopralluogo di questi in cattedrale con il vescovo ... che gli aveva illustrato “tutte le varianti che” era “suo desiderio effettuare nel presbiterio, nel coro e nell’abside della Cattedrale stessa”. Il progetto, approvato senza riserve dal competente Ministero dell’Educazione il 21 gennaio, prevedeva la demolizione dell’altare maggiore ottocentesco, dell’organo ad esso retrostante, di parte degli stalli corali e dell’ancona monumentale del ciborio; l’ampliamento a tutta la crociera del rialzo presbiteriale, la collocazione al suo centro del nuovo altare realizzato utilizzando l’arca dei Martiri sopraelevata di ulteriori tre gradini, la modifica della scala di accesso al ciborio in funzione della rivalorizzazione liturgica della cattedrale antelamica. Subito dopo il Concilio venne realizzato (utilizzando un manufatto di recupero in stile) un altare provvisorio rivolto ai fedeli posto. L’attuale assetto liturgico dell’area presbiteriale è il risultato di un intervento operato nel 1983, per volontà dell’allora vescovo Pasini, su progetto dell’arch. M. Pellegri e dell’ing. G. Savazzini di Parma. Una prima soluzione presentata alla Soprintendenza di Bologna nel febbraio del 1980, oltre al mantenimento del rialzo di due gradini di parte della crociera del transetto, alla rimozione dell’altare ottocentesco e alla realizzazione del nuovo mediante il riutilizzo dell’arca dei Martiri posta al centro della crociera su una pedana di un gradino, prevedeva il riutilizzo della cattedra antelamica rimontata dietro l’altare su un ulteriore rialzo di un gradino e la realizzazione, utilizzando un elemento scultoreo di recupero, di un leggio ambone posto a nord dell’altare. Il Soprintendente A. Calvani, trasmettendo la pratica al Ministero esprimeva le sue riserve rispetto alla proposta, riserve fatte proprie dal Ministero stesso che, respingendo la richiesta, scriveva: “(...) l’operazione riveste carattere esclusivamente utilitario liturgico, non (è) fondata su un adeguato studio scientifico”. Nel luglio 1982 La Fabbriceria della Cattedrale, anche sulla scorta dei suggerimenti impartiti dalla Pontificia Commissione per l’Arte Sacra, presentava un secondo progetto, limitato alla sola sistemazione dell’altare, che, su proposta della Soprintendenza ottenne l’approvazione del Ministero e fu realizzato l’anno seguente: lo smontaggio dell’altare maggiore ottocentesco, che si trovava all’interno del coro poco oltre l’arco santo, ha permesso il recupero della medievale arca dei martiri Abdon e Sennen utilizzata quale base del nuovo altare rivolto all’assemblea. Esso è ora posto su di una pedana marmorea al centro del transetto, sotto la cupola, e riutilizza la mensa del precedente altare. “Si è dato spazio e respiro” scrive Mons. F. Grisenti “alla centralità della celebrazione eucaristica”. La cattedra vescovile, regolarmente adoperata anche come sede ordinaria, è costituita da una semplice poltrona in stile di legno dorato con seduta in velluto e si trova dietro l’altare, in asse con lo stesso. Allo scopo di renderla il più possibile visibile dalla navata essa è stata collocata su di una pedana lignea, alta tre gradini, all’interno del coro, a sua volta rialzato di altri due gradini rispetto al piano del transetto. L’ambone-leggio, manufatto in legno di fattura assai modesta e provvisoria, è collocato al limitare della scalinata del presbiterio, a ridosso del pilastro nordoccidentale della cupola. Il pulpito ligneo posto in navata e i due amboni in pietra del transetto non sono mai utilizzati. Per quanto riguarda i battisimi essi vengono regolarmente celebrati nel battistero monumentale: due volte al mese per il rito dei bambini, a Pasqua e Pentecoste per quello degli adulti, sempre utilizzando il fonte minore a calice. All’inizio del 2004 la diocesi di Parma ha bandito un concorso internazionale per idee invitando 12 architetti di grande fama internazionale a formulare proposte per la definitiva sistemazione dell’area presbiteriale, in particolare della cattedra vescovile e dell’ambone (il bando prevedeva infatti il mantenimento dell’attuale altare). Solo 7 progettisti, Jeume Bach, John Pawson, Boris Podrecca, Franco Purini, Fabio Reinhardt, Heinz Tesar e Paolo Zermani, hanno accolto l’invito elaborando un loro progetto. Nel febbraio 2005 la giuria ha proclamato vincitore il gruppo Bach Arquitectes guidato dall’architetto spagnolo Jaume Bach. Il progetto prevede la sostituzione del doppio gradino in pietra dell’altare con una nuova pedana bronzea rettangolare alta sempre due gradini; l’insermento, fra pedana ed arca antica, di un nuovo supporto in bronzo che, con il suo profilo fortemente rientrante, enfatizzi il distacco dell’arca stessa dal pavimento; la realizzazione di una nuova mensa in marmo bianco di dimensioni più ridotte dell’attuale. La centralità ed il primato dell’altare, resi evidenti dalla collocazione postconciliare al centro del transetto e ribaditi dalla stacco cromatico della nuova pedana, trovano un’ulteriore sottolineatura nella corona di luce che Bach immagina sospesa pochi metri sopra l’altare stesso. L’altare viene inoltre a trovarsi al centro di un’ideale linea diagonale a cui vertici Bach colloca i due nuovi poli liturgici; l’ambone è posto quasi a ridosso del pilastro nord-occidentale della cupola a meno di tre metri dalla scalinata cinquecentesca. Si compone di due leggii in bronzo contrapposti e appoggiati sul bordo di una piccola pedana (m 1 x 1.20) anch’essa bronzea rialzata di 20 cm rispetto al pavimento del presbiterio: il leggio maggiore (m 1 di larghezza per 1.50 di altezza) è pensato per le celebrazioni festive ed i pontificali e si rivolge alla navata. Il secondo (m 0.50 x 1.30), leggermente inclinato, è funzionale alle liturgie feriali e guarda verso il transetto. Entrambi sono dotati di un piano di lettura mobile “che permette di nasconderlo alla vista quando non serve, ed è la volta che l’episodio scultoreo, puramente scultoreo, risalta di più”. La cattedra vescovile è posta nella parte rialzata dell’antico presbiterio, a ridosso del coro ligneo e del pilastro sud-orientale. Caratterizzata da un sobrio disegno geometrico, è anch’essa prevista in bronzo; solo lo schienale, il sedile ed il poggiapiedi saranno rivestiti di “tela grossa (oppure di velluto o simile)” di colore nero. “Siamo convinti” scrive Bach “che l’ipotesi progettuale (...) debba mostrare rispetto se non apprezzamento dell’intervento anteriore (...) Non a caso, non ci lasciamo attrarre da una tal quale e superficiale materia del presente e ci prefiggiamo invece l’adozione di un materiale antico e nobile, il bronzo patinato, così da accordarsi con i toni cromatici tipici di questa fabbrica religiosa. La colorazione marrone scura del bronzo che tuttavia non spegne i riflessi dorati rappresenta la garanzia della qualità figurativa e perfino della ricchezza spirituale”. Tutte le superfici in bronzo sono percorse dall’incisione di testi latini neotestamentari. La giuria ha ritenuto opportuno suggerire al progettista alcune modifiche: lo spostamento della cattedra a ridosso del pilastro sud-ovest della cupola, in posizione simmetrica all’ambone e più vicina alla navata, una maggior caratterizzazione architettonica dell’ambone; un leggero ridimensionamento della larghezza della pedana dell’altare, al fine di salvaguardare la linearità dei percorsi processionali e liturgici.