Percorso
Cattedrali in Italia
La cattedrale (dal latino tardo cathedralis, propriamente "della cattedra" la chiesa principale della diocesi, dov’è la cattedra, o trono, del vescovo1) è solitamente definita anche duomo2, con voce popolare, perché considerata la 'casa' per eccellenza di Dio e del popolo; come le cattedrali di Milano o Siena ad esempio.
In un sermone di consacrazione di una chiesa veronese ai tempi di s. Zenone, vescovo della città tra il 356 e il 380, sul tema De spirituali aedificatione Domus Dei, suggerisce che il vocabolo abbia avuto origine da questa o da simili espressioni, ricorrenti nella letteratura patristica; d'altra parte domus nel senso di ecclesia è documentato in Paolino d'Aquileia nell’ottavo sec.
Le vicende architettoniche delle chiese Cattedrali sono una preziosa cartina al tornasole delle trasformazioni ecclesiologica, liturgica e culturale della comunità cristiana.
Nel corso della storia le cattedrali hanno subito profonde trasformazioni e rimodellamenti. In alcuni casi sono state demolite e poi ricostruite, secondo una sensibilità culturale radicalmente diversa da quella attuale, che rispondeva a motivi liturgici, alle necessità concrete della comunità che si espandeva ed all’influsso delle correnti culturali ed artistiche maggiormente diffuse in un determinato periodo.
La ragion d’essere della Cattedrale, infatti – come in ogni altra chiesa – è offrire uno spazio alla comunità che si riunisce per la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la celebrazione dei sacramenti.
Lungo i secoli le cattedrali hanno organizzato lo spazio architettonico in base ad orientamenti liturgici diversi e mutevoli, che la riforma liturgica promossa dal concilio Vaticano II ha rivisto radicalmente con delle ricadute anche sul piano architettonico e funzionale. La riforma liturgica, infatti, ha riportato in primo piano il ruolo dell’assemblea, che tutta quanta insieme con il sacerdote diventa protagonista della celebrazione. Inoltre, ha richiamato l’importanza della Parola di Dio, troppo spesso trascurata o addirittura ignorata da molti cristiani. Come pure ha sottolineato il duplice significato dell’altare che è nello stesso tempo ara per il sacrificio e mensa per il banchetto. Ed infine ha sottolineato il valore ed il linguaggio dei segni, con gesti e riti che la liturgia precedente non conosceva.3