La cattedrale di Cremona non ha ancora avuto un progetto unitario di adeguamento degli spazi liturgici; a partire dagli anni post-conciliari, la questione è risultata essere sempre di attualità, senza che si sia però giunti a una soluzione definitiva. Subito dopo il Concilio si è semplicisticamente risolto l’adeguamento collocando, davanti all’altare maggiore settecentesco, una mensa provvisoria (un grande asse sostenuto da cavalletti e rivestito dei vecchi paliotti e variegate tovaglie) e accostando un leggio alla balaustra, quale ambone.
Negli anni settanta si era ottenuta un’autorizzazione verbale da parte della Soprintendenza a togliere le balaustre cinquecentesche, per aprire l’area del presbiterio verso l’aula; tale soluzione, con la previsione di opere scultoree affidate a Mario Toffetti, non venne mai realizzata. Nel 1997, anno di sant’Omobono, previa formazione di una grande pedana in legno rivestita in pavimento tessile, sormontante il piano della Piazzetta Senatoria, venne collocato al centro di quest’ultima un altare in legno con rilievi bronzei, inizialmente realizzato per la cappella del Santissimo Sacramento; una colonna- leggio con le stesse caratteristiche di fattura fu posta a ridosso della cancellata che divide la Piazzetta dalla navata. Tale sistemazione si è mantenuta fino al dicembre 2006, quando gli stessi poli liturgici e la cattedra lignea, proveniente da una chiesa succursale, sono stati posizionati al livello più alto del presbiterio.
In occasione delle celebrazioni del IX Centenario di fondazione della cattedrale (2007) è stata realizzata, in via sperimentale, una soluzione reversibile la quale fa ricorso a una coerente ridislocazione dell’arredo liturgico esistente. L’intervento è consistito nella composizione di un nuovo spazio dell’altare, di un podio per la cattedra episcopale e dell’ambone. L’ordinamento dei poli liturgici sul marmoreo pavimento dell’area presbiterale avviene secondo l’allineamento assiale di altare e cattedra e la dissonanza diagonale del- l’ambone, al fine di consentire, dalla navata, l’aulica percezione della parte absidale del Duomo e offrire spazio alla corretta dinamica celebrativa.
L’arredo sacro è stato ricollocato su basi strutturate con cuore in polistirene, i cui piani orizzontali sono realizzati in legno, mentre i verticali sono finiti con patina acrilica; la colorazione è di tono neutro per le alzate e sfumata in rosso nei calpestii, così da percettivamente legarsi alle cromie prevalenti nell’ambito presbiterale. La nuova disposizione ha previsto l’inserimento della mensa eucaristica quale baricentro della Piazzetta Senatoria, elevata su una propria gradonata di disegno ottagono allungato, perfettamente circondabile.
La cattedra episcopale conserva la collocazione in presbiterio, non più addossata, bensì antistante l’altar maggiore, su di un podio a due gradoni; essa intende assumere una propria natura di luogo, offrendosi alla profondità di sguardo dei fedeli e chiamando a raccolta i presbiteri intorno al vescovo. La colonna-leggio viene, con coraggio, issata a cerniera tra l’area presbiterale e la navata maggiore, incardinata a una spirale avvolgente, secondo l’idea tesa a presentificare un ambone da cui proclamare la Parola in posizione sufficientemente elevata e prossima all’assemblea; il luogo è raggiungibile tanto dalla navata, lungo i gradini parzialmente sovrapposti a quelli della Piazzetta, quanto dal santuario, per via della cancellata.
La prova di adeguamento è stata collaudata nella solenne Eucaristia del Centenario e si è rivelata idonea alle grandi celebrazioni episcopali, cittadine e diocesane.
Il presbiterio antico e l’antistante Piazzetta Senatoria sono ora, idealmente, un unico luogo celebrativo arti- colato, anche se frazionato dalle balaustre. La parte superiore è diventata il luogo del vescovo, dei presbiteri, dei diaconi e dei ministri, mentre l’altare ha occupato il livello intermedio.
La differenza di quota rende ancora difficile una collocazione soddisfacente della schola, della sede del presbitero per le eucaristie domenicali e feriali, del coro dei canonici per la liturgia delle Ore; altro punto critico è la collocazione del vescovo qualora presieda veglie o liturgie della Parola. L’ampio presbiterio appare essere distante e dispersivo in assenza di celebrazione eucaristica e concelebrazioni; l’uso, nelle liturgie episcopali minori, di collocare il faldistorio proprio davanti all’altare, non risulta del tutto convincente.
FUENTE
T. Grisi, G. Lilli, Le cattedrali della Lombardia. L'adeguamento liturgico delle chiese madri nella regione ecclesiastica lombarda, Milano 2011