Diocese of Vittorio Veneto

Chiesa di Santa Maria Assunta

La diocesi di Ceneda (rione meridionale dell’attuale città di Vittorio Veneto) ebbe probabilmente origine, come suffraganea di Aquileia, fra la fine del VII e l’inizio dell’VIII secolo, dopo che l’invasione longobarda ad opera di re Rotari (639) ebbe segnato prima il declino e poi la distruzione (668 c.) della vicina città di Oderzo il cui territorio diocesano fu diviso tra Treviso, Padova, Aquileia e appunto la sede ducale di Ceneda. Gli studiosi ipotizzano la presenza di una pieve dotata di fonte battesimale già nel V secolo mentre la costruzione della Basilica Sanctae Mariae, futura prima cattedrale, sita nel luogo dell’attuale, è da ritenersi certamente anteriore alla traslazione da Oderzo, ad opera dei longobardi, delle reliquie di San Tiziano vescovo (VII secolo) che in essa furono deposte. Nel 1199 l’antica cattedrale, dedicata a S. Maria e S. Tiziano, fu incendiata e distrutta dalle truppe trevigiane ma il vescovo Matteo da Siena ne promosse prontamente la ricostruzione in stile lombardo, nello stesso luogo e secondo lo stesso orientamento (abside a est), con un impianto basilicale a tre navate, scandito da otto campate, privo di transetto e chiuso nel coro da un’abside semicircolare. A sud dell’edificio fu inoltre eretta una poderosa torre difensiva in seguito innalzata (cella campanaria e coronamento in stile romanico) dal vescovo Odorico (1260-62) e trasformata nell’attuale campanile. Il complesso architettonico è parzialmente raffigurato nella più antica immagine conosciuta della cattedrale, la Traslazione del corpo di S. Tiziano dipinta nel 1533 da P. Amalteo, allievo del Pordenone, per il nuovo organo monumentale commissionato dal vescovo cardinale M. Grimani. L’antica cattedrale giunse ad avere ben 17 altari lignei. Quello maggiore, posto sul presbiterio e dedicato all’Assunta, era stato commissionato nel 1437 dal vescovo A. Correr (1409-1445) cui si devono anche la cattedra lignea (decorata ad intaglio con le immagini dei SS Ermagora e Fortunato) tuttora conservata in coro, gli stalli dei canonici perduti nel 1791 ed un fonte battesimale in pietra (1442) collocato su di alcuni gradini in controfacciata (verso nord) e sostituito nel 1903 da un nuovo fonte. Nel 1606 il vescovo L. Mocenigo ricostruì la cappella di S. Bartolomeo, posta a nord del presbiterio e ad esso parallela, dando quindi disposizione che in essa si conservasse stabilmente la custodia eucaristica. Nella prima metà del ‘700, in considerazione delle precarie e preoccupanti condizioni statiche dell’edificio, il vescovo B. De Luca (1725-1739) ne prospettò la ricostruzione abbandonando in seguito l’idea a favore di un restauro iniziato nel 1735 e sospeso alla sua morte. Il successore, L. Da Ponte (1740-1768), avviò i lavori di demolizione della vecchia cattedrale nel 1741, amministrando personalmente la contabilità della fabbrica. Le strutture della nuova cattedrale furono completate con il coro nel 1773 dal vescovo G. Gradenigo (1768-1774). L’impianto planimetrico a tre navate suddivise da grossi pilastri a croce , transetto appena accennato e presbiterio con abside semicircolare e due cappelle laterali, sviluppa un ingombro di circa 67 m di lunghezza per 35 di larghezza. Il presbiterio, stretto e profondo, è rialzato di ben 12 gradini (155 cm) rispetto alla navata. La balaustra e le scale laterali di accesso alla cripta costituiscono ulteriori elementi di divisione spaziale e visiva fra le due parti della chiesa. A partire dal 1775 lo scultore D. Rossi progettò e avvio la realizzazione di ben quattro altari marmorei fra cui quello maggiore (originariamente quasi addossato alla parete absidale) e quello del Santissimo completati solo nel 1837. La nuova cattedrale venne consacrata dal vescovo J. Monico nel 1824 restando incompiuta la facciata neoclassica. Nel 1874 importanti lavori di restauro si resero necessari in seguito ad una violenta scossa di terremoto che l’anno prima aveva danneggiato la chiesa e fatto crollare parte del campanile. Nel 1902 si avviò finalmente il completamento della facciata (portato a termine nel 1919) riprendendo l’originale progetto dello Scotti modificato dagli architetti G. Moretti e D. Rupolo. A partire dal 1937, dopo una nuova scossa di terremoto (1936), si realizzarono ulteriori lavori di restauro (cui sovraintese F. Forlati) che modificarono non poco l’aspetto interno della cattedrale: le volte a crociera della navata centrale furono sostituite da un soffitto ligneo a cassettoni, le finestrature furono ampliate, pareti, pilastri, archi e trabeazioni, in origine bianchi, furono rivestiti con lastre di marmo, A. Pomi affrescò la cupola del presbiterio ed il catino absidale (1941-42), il prof. P. Casarini di Verona affrescò la seconda cupola (1944), il pulpito ligneo fu sostituito dall’attuale in pietra (1949).

Layout

1. Altare

2. Altare maggiore non utilizzato

3. Ambone

4. Cattedra

5. Cattedra tardo settecentesca non utilizzata

6. Sede con leggio

7. Confessionali

8. Custodia eucaristica

9. Crocefisso

10. Organo

11. Coro

12. Sagrestia

13. Pulpito non utilizzato

Il fonte battesimale, non utilizzato è posto nella vicina chiesa di S. Paolo al Piano

Data del rilievo: 2002

SOURCE

G. della Longa, A. Marchesi, M. Valdinoci, Antichi spazi per la nuova liturgia. Lo stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica Triveneto alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2002

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30/06/2017

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