Diocese of Terracina

Chiesa di San Cesareo

La facciata principale concattedrale di San cesareo
Il campanile
L’aula vista dall’ingresso
L’aula vista dal presbiterio
Basamento dell’antico ambone (particolare)

CONCATTEDRALE DI SAN CESAREO La chiesa sorge sul basamento di un antico tempio romano, identificato come il Capitolium della città. Notizie contenute nel Liber Pontificalis riferiscono di una donazione effettuata da papa Leone IV (847-855), probabilmente riferibile alla consacrazione della chiesa. All’inizio dell’XI secolo papa Alessandro II (1061-1073) concesse la diocesi di Terracina con tutte le sue pertinenze all’abate di Montecassino Desiderio (1058-1086), che ne conservò la cattedra fino alla sua elezione a papa nel 1086 con il nome di Vittore III (1086-1087). Alla sua morte, proprio nella cattedrale di San Cesareo si svolse il conclave che portò all’elezione di Urbano II (1088-1099). La cattedrale fu ricostruita e dedicata dal vescovo Ambrogio (ante 1066-post 1078) il 24 novembre del 1074 e completata tra il XII e il XIII secolo. L’impianto basilicale, riconducibile alla pianta attuale, era a tre navate coperte da capriate lignee e terminanti con tre absidi; otto colonne per lato ne ritmavano lo spazio interno. La zona presbiterale, rialzata già in epoca alto-medievale al fine di custodire le reliquie poste al di sotto dell’altare maggiore e degli altari laterali, si raggiungeva attraverso due scalinate poste simmetricamente nelle navate laterali. Tutti e tre gli altari erano sormontati in origine da cibori con lastre graffite. Nel 1245 i Cosmati realizzarono il candelabro pasquale, costituito da una colonna tortile impreziosita da una decorazione a mosaico, e un ambone sorretto da cinque colonne con basi figurate; questi arredi, tuttora in situ, assieme a un altro ambone per la lettura dell’epistola, andato invece distrutto, facevano parte di un coro basso, descritto ancora nella visita apostolica del 15806. La pavimentazione interna in opera tassellata fu realizzata da maestranze diverse tra il XI e il XIII secolo ed è attualmente visibile solo nella navata centrale. Dalla piazza del Capitolium si accede alla cattedrale attraverso l’antica scalinata del tempio romano, adattata alla nuova architettura, che prosegue anche sotto il portico in facciata. Quest’ultimo, costruito con colonne e capitelli di reimpiego di epoca romana e basi figurate medioevali, è collegato da un arco nella parte centrale e presenta una cornice con decorazione musiva ad animali fantastici. La torre campanaria, inizialmente separata dall’edificio della chiesa, fu costruita sul lato sinistro del portico. Dopo la fine del Cinquecento si decise di riportare la piazza antistante la chiesa al livello del pavimento di epoca romana, il che comportò l’aggiunta di ulteriori gradini alla scalinata d’accesso alla cattedrale. Già nel tardo medioevo furono aperte delle cappelle, di cui si conserva una descrizione nella visita del 1580. La vera e propria ristrutturazione interna della cattedrale iniziò nel 1705 e coincise con l’invio, da parte di Clemente XI (1700-1721), del vescovo di Fondi Vittore Felice Conci (1713-1715) in qualità di visitatore apostolico e con l’emanazione dei decreti d’urgenza a seguito della constatazione delle pessime condizioni in cui versava la cattedrale. Da questo momento, la cattedrale subì profondi mutamenti, i più importanti dei quali furono lo sfondamento dell’abside centrale per la costruzione del coro, la sopraelevazione della copertura – ricostruita con volte a botte – e la scalpellatura degli antichi capitelli della navata centrale, poi ricoperti con stucchi. In questa occasione, probabilmente, le colonne furono ridotte a sei per lato, con eliminazione della prima e dell’ultima campata e con la costruzione degli arconi al loro posto. Il ciborio sull’altare maggiore fu smantellato e, al suo posto, si realizzò il grande ciborio attuale. La cattedra vescovile medievale, precedentemente collocata al centro dell’antica abside, fu arretrata nel nuovo vano del coro. Nel 1729, a lavori non ancora ultimati, papa Benedetto XIII (1724-1730), a seguito della sua seconda visita alla città, elargì una forte somma di denaro a favore della cattedrale per l’edificazione dei tre altari principali e di quelli delle cappelle laterali, arricchiti dalle opere di decorazione volute dal vescovo Carlo Maria Oldo (1726-1749). Nel 1785, in seguito al completamento dei lavori, come ricorda una lapide commemorativa, la chiesa venne visitata da Pio VI (1775-1799). Dopo questi lavori si promosse l’apparato decorativo con la Gloria di san Cesareo, il titolare, nella volta dell’aula, e Pietro che ordina Epafrodito, il primo vescovo. Successivamente, a Virginio Monti furono commissionati nel 1888 gli affreschi del coro con scene della Vita del beato Urbano II. I restauri eseguiti nel 1926, promossi da Pietro Fedele, ministro dell’Educazione Nazionale, interessarono prevalentemente l’esterno della cattedrale: la demolizione delle volte e pilastri del pronao, oltre a quella della fatiscente loggia delle benedizioni, con l’intento di riportare la facciata al suo aspetto medioevale. I lavori sono documentati nell’archivio della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Roma e del Lazio; il fascicolo documenta inoltre i danni subiti dalla cattedrale a seguito dei bombardamenti della città nella seconda guerra mondiale, che interessarono in particolare la torre campanaria, risanata negli anni Cinquanta. A seguito del rinvenimento di ulteriori parti murarie dell’antico tempio romano durante i lavori del dopoguerra, iniziarono negli anni Cinquanta e Sessanta indagini sulle murature più antiche dell’edificio, tese ad approfondire la storia e le problematiche del monumento. Nel 2008 sono stati effettati lavori di restauro conservativo dell’edificio.

LITURGICAL ADEQUACY

L'adeguamento liturgico della Chiesa di San Cesareo

SAINT WORSHIP

Negli altari del presbiterio sono conservati a sinistra reliquie di Santa silvia, San Silvano e Santa Rufina, a destra reliquie di Sant’Eleuterio
(altare)
Nell’Altare maggiore San Cesareo, San Giuliano San Felice e Sant’Eusebio.
(atare maggiore)

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Lazio
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Latina - Terracina - Sezze - Priverno
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1. Altare

2. Ambone

3. Cattedra

4. Fonte battesimale

5. Assemblea

6. Cappella del Ss. Sacramento

7. Confessionale (Penitenzieria)

8. Sede

9. Ciborio

10. Concelebranti

11. Coro

12. Coro d’inverno

13. Organo

14. Cero pasquale

15. Candelabro tortile

16. Ambone monumentale

17. Altari laterali con cibori

18. Leggio

19. Credenza

20. Cappella devozionale mariana

21. Fenestrella confessionis

22. Sagrestia23. Campanile

Data del rilievo: 2015

SOURCE

Fabrizio Capanni, Giampero Lilli, Le cattedrali del Lazio. L'adeguamento liturgico delle chiese madri nelle regioni ecclesiastiche del Lazio. Milano, 2015

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30/06/2017

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