CATTEDRALE DI SAN LORENZO La cattedrale dedicata a San Lorenzo si erge sull’omonimo colle, in una posizione defilata rispetto al successivo sviluppo urbanistico della città. Già dal 775 risulta la presenza sul colle di una piccola pieve dedicata al santo martire, che crescerà d’importanza nei secoli successivi, in contrapposizione alla progressiva decadenza delle diocesi di Blera, Tuscania e Ferento. Varie testimonianze fanno supporre una continuità dell’edificio con un santuario di epoca romana dedicato a Ercole. Nel 1192 papa Celestino III (1191-1198), unificando le Chiese di Blera, Centocelle e Tuscania, istituì la sede vescovile di Viterbo, dove, nell’anno 1257, Alessandro IV (1254-1261) troverà rifugio dall’ambiente ormai ostile della Roma filo-imperiale, consacrando così la cattedrale a sede apostolica. Da questo momento, a Viterbo risiederanno consecutivamente otto pontefici, ultimo dei quali fu Niccolò III (1277-1280). Dal 1261, in coincidenza con la costruzione del palazzo dei Papi, la cattedrale di San Lorenzo conobbe un periodo di grande attività, durante il quale si susseguirono opere di ampliamento, restauro, demolizioni. Dopo la realizzazione trecentesca del campanile striato in travertino e peperino, trasformazioni della chiesa si dovettero all’arciprete Battista Cordelli (1441-1461) e al vescovo Francesco Maria de Settala (1472-1491). Nell’epoca della Controriforma, sotto i vescovi Sebastiano Gualtiero (1551-1566) e Giovanni Francesco de Gambara (1566-1576) e con la guida del maestro Danese da Viterbo, si realizzarono opere determinanti per l’assetto definitivo dell’edificio, con l’abbattimento dell’abside maggiore e la realizzazione di un nuovo presbiterio più profondo. La chiesa fu ampliata da Ludovico da Cortona con l’apertura di dieci cappelle laterali, mentre la facciata romanica fu demolita per realizzare l’attuale, in peperino, con timpano e volute laterali, secondo un modulo tipicamente cinquecentesco. Nel 1671 il vescovo Stefano Brancacci (1670-1682) occultò il soffitto, restaurato nel Quattrocento a capriate lignee e decorate da Paolo di Matteo, sostituendolo con le volte dipinte da Urbano Romanelli (Martirio di san Lorenzo). Nello stesso periodo furono commissionati a Marco Benefial dieci grandi tele con storie dei santi patroni, distrutte durante l’ultima guerra, eccetto le due con san Lorenzo. Ancora, nel 1683 il cardinale Urbano Sacchetti (1683-1699) ampliò ulteriormente il coro, affidando a Giuseppe Passeri la decorazione parietale (Allegorie delle Virtù). Sotto Muzio Gallo (1785-1801) si completò la nuova sacrestia. Nel 1878 fu restaurato il pavimento cosmatesco con parti originali in opus alexandrinum del XII secolo. La parziale distruzione operata dai bombardamenti nel 1944 fu occasione per il vescovo Adelchi Albanesi (1942-1968), di comune accordo con la Soprintendenza, di un discusso intervento per il ripristino della foggia romanica della cattedrale, con l’eliminazione delle aggiunte d’epoca moderna. Le cappelle laterali vennero chiuse (sono raggiungibili dal retro), a eccezione di quelle di Santa Lucia e dei Santi Valentino e Ilario; furono demolite le volte, gli intonaci e gli stucchi per recuperare alla vista il precedente soffitto ligneo. Infine, sull’ipotetico tracciato delle primitive fondazioni, sorse nuovamente la parete absidale centrale, che escluse il coro e l’antico altare maggiore. La cerimonia per la nuova dedicazione ebbe luogo il 9 agosto 1952, celebrata dallo stesso mons. Albanesi.

ADEGUAMENTO LITURGICO

L'adeguamento liturgico della Chiesa di San Lorenzo

FESTE E DEVOZIONI PARTICOLARI

10 agosto:
Festa di San Lorenzo
02 settembre:
Festa di Santa Rosa

CULTO DEI SANTI

Cappella dei Santi Valentino e Ilario (progettata da Giovanni Battista Contini, allievo del Bernini): reliquiari d’argento con le teste dei due martiri, primi evangelizzatori della città di Viterbo.
(cappella)
Teste dei due martiri Valentino e Ilario, nella cappella a loro dedicata
(cappella)

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