La storia della diocesi di Milano (oggi prima in Europa per numero di abitanti) ha inizio nel III secolo con il vescovo Anatalo. Essa è detta ambrosiana dalla riforma operata da sant’Ambrogio, vescovo dal 374 al 397 e patrono della diocesi insieme a san Carlo Borromeo, protagonista del Concilio tridentino e vescovo di Milano dal 1560 al 1584. Nell’area oggi occupata dalla cattedrale sorgevano i più antichi edifici religiosi della città: il Battistero di Santo Stefano, Santa Tecla, il Battistero di San Giovanni, fatto costruire da sant’Ambrogio nel 380 circa e l’antica cattedrale di Santa Maria Maggiore; i resti di parte del complesso paleocristiano sono ancora visibili scendendo al livello delle fondamenta dell’edificio attuale. L’edificazione del Duomo venne avviata nel 1386, in una prima fase adottando lo stile tipicamente lombardo e poi, per volere di Gian Galeazzo Visconti, seguendo i canoni del gotico internazionale. Il Duomo doveva distinguersi per grandiosità da tutte le altre chiese cittadine e per questo, al posto del laterizio, tipico dell’architettura locale di allora, si scelse come materiale di costruzione il marmo di Candoglia. Il cantiere della cattedrale divenne il punto di incontro di maestranze locali e nordeuropee che fusero le loro diverse tradizioni: quella lombarda debitrice dell’architettura monastica e quella nordica del gotico d’oltralpe. È impossibile individuare un solo progettista, ma tra il XIV e il XV secolo nel cantiere si avvicendarono Giovannino de’ Grassi, il Filarete, Giovanni e Guinforte Solari, l’Amadeo e scultori come Jacopino da Tradate. Nel 1404 si innalzò la prima guglia e, nel 1418, Martino V consacrò l’altare, proveniente da Santa Maria Maggiore (con rilievi del III secolo). Nella seconda metà del XV secolo, alla risoluzione del problema della copertura, parteciparono i più importanti artisti del momento, fra cui Leonardo e Bramante, ma saranno l’Amadeo e il Dolcebuono a realizzare la cupola tra il 1490 e il 1500. Dalla prima metà del secolo XV alla metà del secolo successivo vennero realizzate le vetrate, secondo un preciso programma iconografico che si concluse nelle tre grandi finestre del presbiterio che narrano Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento, di cui se ne conservano solo alcuni esempi. La maggior parte di esse venne rifatta nel XIX secolo. Con la disfatta di Ludovico il Moro e l’avvicendarsi delle dominazioni straniere, i lavori di completamento della cattedrale rallentarono fino all’elezione di san Carlo Borromeo ad arcivescovo della città. La seconda metà del XVI secolo vedrà la collaborazione fra il cardinale, interprete della riforma tridentina, e del suo architetto Pellegrino Tibaldi; insieme trasformeranno la cattedrale nella chiesa esemplare della Controriforma. Il Tibaldi, eletto architetto della Fabbrica del Duomo, progetterà il nuovo presbiterio con i due pulpiti monumentali, gli organi e le cantorie, il coro ligneo e il ciborio; il fonte battesimale e l’apparato scultoreo decorativo, lasciando anche un disegno per la facciata, che rimarrà però incompiuta fino all’Ottocento. San Carlo farà erigere lungo le navate laterali numerosi altari minori per le celebrazioni feriali e il culto dei santi. In questo secolo proseguì anche la produzione scultorea, che vide tra le opere di maggiore importanza le formelle con le Storie della Vergine per il tornacoro, a opera di Giovanni Andrea Biffi. Durante l’arcivescovado di Federico Borromeo, poi, furono commissionati i cosiddetti “quadroni” della vita e, più tardi, dei miracoli di san Carlo ai più importanti pittori del barocco lombardo, oggi esposti in cattedrale dal 4 novembre al 6 gennaio. Nella seconda metà del Settecento venne innalzata la guglia maggiore con la statua della Madonnina. Nell’Ottocento, Napoleone, incoronato re d’Italia, diede nuovo impulso al completamento della facciata: Zanoja e Amati elaborarono il progetto definitivo, realizzando la decorazione neogotica e integrandovi le sculture seicentesche, i portali e i finestroni costruiti dal Richini su progetto del Tibaldi. Le porte bronzee sono opera di Ludovico Pogliaghi (1908), Arrigo Minerbi (1948), Franco Lombardi e Gianni Castiglioni (1950) e Luciano Minguzzi (1965). Nel 1983, su progetto dell’architetto Ernesto Brivio, il Duomo è stato adeguato alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II: l’altare è stato semplicemente spostato verso l’assemblea. La cattedra (posta sotto il pulpito dell’Antico Testamento) e l’ambone (collocato sulla gradinata del presbiterio) sono opere bronzee di Mario Rudelli. La cappella feriale è stata ricavata alle spalle del ciborio. I nuovi poli liturgici sono stati realizzati da padre Costantino Ruggeri.

ADEGUAMENTO LITURGICO

L'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Maria Nascente

FESTE E DEVOZIONI PARTICOLARI

02 febbraio:
Festa della Candelora, con la processione della Madonna dell’Idea)
14 settembre:
Festa dell’Esaltazione della Croce, con esposizione del Sacro Chiodo con la suggestiva cerimonia della “nivola”: l’arcivescovo sale con un antico argano fino alla reliquia e la porta sull’altare)
Corpus Domini

CULTO DEI SANTI

Reliquia del corpo di san Carlo
(cripta)
Sacro Chiodo
(conservato in una croce reliquiario, affisso nella volta del presbiterio)

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