Diocesi di Asti

Chiesa di Santa Maria Assunta

La facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta ad Asti
Vista d'angolo della cattedrale
Veduta dell’aula dall’ingresso
Veduta dell'aula dal presbiterio
La cappella dell'Epifania

La Diocesi di Asti è fra le più antiche del Piemonte e data la sua esistenza alla fine del IV secolo. Anche ad Asti, come in molte città dell’Italia settentrionale, esistevano due chiese cattedrali: una dedicata ad un santo e l’altra, specialmente dopo il Concilio di Efeso, alla Madonna. L’edificio più antico ad Asti è quello dedicato a San Giovanni, le cui murature risalgono al V-VI secolo. Nel periodo paleocristiano, in tempo di eresie, le cattedrali venivano intitolate ai due San Giovanni, come la cattedrale di Roma, per affermare la comunione con il papa; così fu ad Asti, costruendo la cattedrale nel V sec.. La storia delle origini della Cattedrale si sta ridisegnando in questi anni in cui si stanno compiendo importanti scavi nel complesso episcopale: l’area formerà un percorso archeologico nel costruendo museo diocesano di arte sacra. A sud della chiesa più antica e parallelamente ad essa, vi è un’altra chiesa i cui reperti sono databili al VI sec., in antico intitolata Santa Maria, sulla quale sorge l’attuale cattedrale. Le due chiese, secondo l’uso diffuso, erano collegate da un quadriportico di cui si sono rinvenute le fondazioni. L’attuale cattedrale, come gli edifici tradizionali di Asti, è realizzata interamente in cotto con zone di decorazione policroma, con mattoni alternati a pietre arenarie. Tuttavia quello che noi oggi vediamo è il risultato di successivi interventi che si sono succeduti nell'arco di settecento anni. La cattedrale di Santa Maria venne costruita nella prima metà del XIV secolo sui resti di due chiese cattedrali di epoca precedente: numerosi documenti conservati nell’Archivio Capitolare attestano la sua esistenza sin dal V secolo; inoltre si sono rinvenuti resti architettonici di epoca romanica nella “cripta dei vescovi” ed un mosaico pavimentale (ritrovato durante l’adeguamento liturgico del 1984) databile tra il XII ed il XIII secolo. È opinione diffusa tra gli studiosi che questi reperti siano appartenuti all’antica basilica, che nel 1095 papa Urbano II consacrò solennemente: tale evento venne celebrato, a più di seicento anni di distanza, nel grande affresco di Francesco Fabbrica nella controfacciata della cattedrale. Nel 1266 si ricostruì il campanile a base quadrangolare; inoltre sotto l’episcopato di Corrado Radicati (1260-1283) si accantonarono fondi utili alla ricostruzione della fabbrica e, a seguito del parziale crollo dell’area absidale della cattedrale romanica, il 10 giugno 1309 il vescovo Guido di Valperga pose la prima pietra del nuovo presbiterio, che fu conforme alla chiesa esistente. Tuttavia nel 1323 l’improvviso cedimento della navata settentrionale costrinse il Capitolo all’apertura del cantiere della nuova cattedrale, in forme gotiche. Gran parte del merito per la costruzione dell’attuale edificio è attribuibile al vescovo Arnaldo de Rosette, il cui stemma episcopale compare sui capitelli dei pilastri della navata centrale. Secondo fonti storiografiche nel 1348 la chiesa sarebbe stata ultimata sino alla cupola ed al transetto destro; mancava ancora il transetto sinistro e soprattutto la definizione dell’area presbiterale non ricostruita, in quanto rifatta da poco dopo il crollo del 1309. Soltanto nel 1764-66 su disegno del Vittone, che apportò lievi modifiche al precedente progetto del Peruzzi, anche il presbiterio ed il coro furono portati all’altezza della navata gotica differenziando la zona con volte a vela, anziché a crociera. Nel 1468 si promosse un restauro della chiesa di San Giovanni, ove si pose il fonte battesimale, e si intervenne nella cappella di Santo Stefano ora scomparsa. Il restauro riguardò la navata centrale che fu coperta con volta a crociera lasciando soltanto sul solaio i resti dell’antica decorazione risalente ai secoli XI-XIII con raffigurazioni bibliche che formavano la “Biblia pauperum”. Purtroppo nel locale rimasto, tutte le pitture sono andate distrutte. Come tradizione degli antichi complessi episcopali, nei recenti scavi ancora cantierati si sono trovati il battistero ottagonale del V sec. e la cripta romanica di S. Stefano protomartire. Nel 1480 si registrarono pagamenti per lavori alla facciata della cattedrale gotica circoscritti alla parte inferiore del prospetto trecentesco, comprendente i tre portali inframmezzati da due serie di archetti ciechi. Il fianco sud della cattedrale prospettava sulla piazza del mercato: per facilitare l’ingresso dei fedeli si dotò la chiesa anche di una porta su questo lato, ora ornata dal portichetto Pelletta, il quale non ha una data certa e che si può forse collocare verso la fine del XIV secolo. Infatti le sculture che lo ornano vanno dal XIV alla fine del XV secolo: ai fregi con teste regali e tralci d’uva di fattura gotica furono aggiunte figure di santi ed il misterioso ritratto della cosiddetta Madama Troyana. Tra il 1501 ed il 1516 Gandolfino da Roreto eseguì numerose pale d’altare per le cappelle della Cattedrale ed un notevole polittico ora smembrato nel monumentale altare del Sacramento. Verso la fine del Seicento l’intera fabbrica venne coinvolta in un preciso programma di rinnovamento ispirato al clima della controriforma: il promotore del nuovo cantiere fu il vescovo Carlo Innocenzo Milliavacca, che nel 1694 operò la ristrutturazione dell’area presbiterale e, ultimati i lavori, commissionò gli affreschi a tema mariano per il presbiterio barocco. Dopo l’innalzamento del coro e del presbiterio già menzionato, gli affreschi delle volte e delle pareti sono stati realizzati da Carlo Carloni, mentre le pitture della navata centrale, raffiguranti gli articoli del Credo, e quelli delle navate laterali, raffiguranti ordini religiosi, sono stati realizzati dal Rocca, pittore milanese. Perché il tutto risultasse conforme alle disposizione controriformiste, il vescovo predispose l’allestimento di un nuovo altare maggiore, delle balaustre e del pavimento marmoreo; ristrutturò anche le due cappelle laterali al presbiterio e commissionò la statua dell'Assunta in rame argentato, dorato e policromo. Nel 1711 le navate furono interamente affrescate; negli anni successivi si concretizzò il progetto dell’innalzamento del presbiterio e dell’abside, ancora in forme romaniche assai difformi rispetto al corpo gotico dell’edificio. Con questo intervento la cattedrale poté disporre di una vasta area presbiterale con antistante il coro senatorio e di un profondo coro canonicale, il tutto strutturato secondo i dettami di San Carlo Borromeo e già realizzati nel duomo di Milano. Terminate le opere murarie il Capitolo si impegnò nella realizzazione dell’arredo impegnandovi i migliori artisti del tempo. Le grandi spese sostenute portarono ad un rallentamento nella sistemazione dei locali adiacenti all’edificio. Tuttavia nel 1784 venne terminata la sala capitolare e nel 1823-25 furono realizzate l’attuale sagrestia con coro invernale per i canonici e la sagrestia dei cappellani. Completa il patrimonio culturale della cattedrale l’Archivio Capitolare, uno fra i più ricchi del Piemonte per il numero di documenti conservati. L’adeguamento degli spazi liturgici è stato realizzato nel 1984 dall’architetto don Quaglia Alessandro, con il Vescovo Franco Sibilla. Altare ed ambone, costituiti da pannelli in noce intarsiati del ‘600 recuperati dal pulpito da tempo rimosso, vengono avvicinati all’assemblea e collocati nel coro senatorio. Quest’ultimo viene proteso verso la navata nella parte centrale e mantiene, solo nei lati in curva, la balaustra a testimonianza della sua preesistenza. Il pavimento del presbiterio così ingrandito è movimentato da pedane a vari livelli per le sedi dei concelebranti e del Vescovo. La Cattedrale è dotata di due organi che per vari aspetti sono una autentica rarità: uno è di un organaro napoletano, Liborio Grisanti, costruito nel 1768 e l’altro dei fratelli Serassi, risalente al 1844. Essi sono contrapposti, meccanici ed armonizzati per cui possono essere suonati contemporaneamente.

ADEGUAMENTO LITURGICO

L'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Maria Assunta

FESTE E DEVOZIONI PARTICOLARI

15 agosto:
Festa dellla Madonna Assunta, la cui statua (1709) di G. Tommaso Groppa si trova nella cappella detta della Madonna grande

CULTO DEI SANTI

Beato Enrico da Comentina, Patriarca di Costantinopoli, martire, pregato in tempo di siccità
Sant’Aventino, sacerdote, protettore contro il mal di testa
Reliquie di Sant’Aniano (I vescovo di Asti?)
(sotto la mensa dell’altare maggiore storico)
Corpo del Beato Enrico da Comentina
(sotto la mensa dell’altare del SS. Sacramento)
Insigne reliquia della Santa Croce

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Pianta

1. altare

2. ambone

3. cattedra vescovile

4. custodia eucaristica

5. fonte battesimale

I. Mosaico pavimentale romanico

II. Compianto sul Cristo morto

III. Polittico di Gandolfino da Roreto

IV. Statua della Madonna grande

V. Reliquie di S. Aniano

VI. Reliquie del Beato Enrico da Comentina

Data del rilievo: 2008

FONTE

C. Castiglioni, L. Cervellin, P. Roletto, G. Vaudetti, Le cattedrali del Piemonte e della Valle d'Aosta. Analisi dello stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica piemontese alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2008

ULTIMA MODIFICA

30/06/2017

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