Il primo edificio di culto cristiano sorto sul colle di San Giusto risale alla metà del V secolo quando, sulle rovine del tempio romano dedicato alla Triade capitolina e inglobandone in facciata il propileo, fu costruita una grande basilica a tre navate orientata a est. Già dal IX secolo essa fu sostituita da due chiese più piccole fra loro parallele: il sacello martiriale con le reliquie di San Giusto, di epoca Carolingia, che ne occupò parzialmente la navata destra, e la cattedrale romanica dell’Assunta, documentata dall’XI secolo, che ne occupò la navata sinistra, la centrale e parte della destra. Il progetto di fusione di questi due edifici, che portò nel corso del XIV secolo alla realizzazione dell’attuale cattedrale a cinque navate, fu promosso dal vescovo A. Pedrazzani (1303-1330) e portato a termine dal vescovo E. vonWildenstein (1383-1396) che consacrò la chiesa e il nuovo altare maggiore. Dalla demolizione della navata destra dell’Assunta e di quella sinistra del sacello martiriale si ricavò un ampio spazio che, coperto da un soffitto ligneo carenato, divenne la navata centrale della nuova basilica, chiusa a est da un’abside circolare. L’intervento rese necessario anche l’allineamento dei prospetti (fine XVI sec.) unificati da una semplice ma elegante facciata a capanna in corsi di pietra arenaria di Muggia segnata dallo splendido rosone monumentale a doppia raggiera. L’originario campanile romanico (XI sec.), edificato sui resti ancora leggibili dell’avancorpo sinistro del propileo romano, fu rivestito di arenaria (1337-1343) assumendo il massiccio profilo che tutt’oggi conserva. Sempre nel corso del trecento si aggiunsero, alle navate laterali, numerose cappelle devozionali: a sud quelle di San Servolo (1339) e San Carlo (1336); a nord quella del Tesoro (1363). Venne inoltre ampliato il sacello tardoromanico di San Giovanni che attualmente accoglie un antico fonte battesimale a vasca esagonale con rilievi marmorei del IX sec. Gli scavi archeologici ivi condotti, mettendo in luce i resti di un primitivo fonte esagonale e di un pavimento musivo del tempo di Frugifero, hanno confermato l’ipotesi che in epoca paleocristiana in questa posizione sorgesse il battistero. Il sacello di San Giovanni serve ora da cappella feriale.
Un secondo fonte battesimale in pietra risalente al 1382, dotato di un prezioso cupolino ligneo scolpito e dipinto di epoca barocca, trova posto sul fondo della navata sud.
Al 1668 risale la dedicazione della cappella di San Giuseppe, voluta dal vescovo R. Scarlicchio.
Nella prima metà dell’ottocento l’area presbiteriale subì un importante intervento di trasformazione: nel 1843 venne demolita l’abside della navata centrale, decorata da affreschi quattrocenteschi. Nel 1844 l’altare maggiore di fattura barocca, opera dello scultore veneziano A. Tremignan (1676), venne spostato nella cappella del Tesoro e sostituito con uno nuovo realizzato da G. Antonini (ridotto alle attuali forme postconciliari nel 1967). Il nuovo vasto presbiterio che invase parzialmente la navata centrale fu demolito un secolo dopo, nel 1949, per volontà del vescovo A. Santin (1938-1975) e su progetto degli architetti F . Franco e V. Frandoli.
Fra il 1930 ed il 1933 furono condotti, sotto la guida di F. Forlati, importanti interventi di restauro che portarono alla sistemazione del sagrato e alla ricostruzione dell’abside della navata centrale la cui decorazione a mosaico, opera di G. Cadorin (allora vincitore di un concorso nazionale) si proponeva quale elemento di continuità rispetto agli splendidi mosaici medievali (XII-XIII sec.) delle due absidi delle navate laterali.
6. Posizione fonte battesimale provvisorio per la veglia pasquale
7. Fonte battesimale non utilizzato
8. Confessionali a cabina
9. Custodia eucaristica
10. Crocefisso
11. Organo e coro sulla cantoria
12. Organo
13. Cappella feriale
14. Sagrestia
15. Custodia olii santi
16. Museo
Data del rilievo: 2002
FONTE
G. della Longa, A. Marchesi, M. Valdinoci, Antichi spazi per la nuova liturgia. Lo stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica Triveneto alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2002