La diocesi di Bolzano-Bressanone è stata creata nel 1964 in seguito alla fusione dei resti di quella antichissima di Bressanone con la parte altoatesina della diocesi di Trento: da quell’anno l’antico Duomo di Bolzano (divenuta sede della diocesi) servì come chiesa vescovile, e dal 1976 assunse il titolo di concattedrale. L’edificio rappresenta indubbiamente uno degli esempi più rilevanti di architettura gotica dell’area tirolese. Deve il suo assetto attuale ad una serie di interventi edilizi operati tra il XIV ed il XVI secolo che portarono ad una radicale trasformzazione della precedente fabbrica romanica, l’inizio della cui costruzione risale alla fine del XIII secolo. Il Rasmo scrive che la chiesa romanica, realizzata da maestranze campionesi, era a tre navate voltate (con la centrale più alta delle laterali) terminanti con absidi semicircolari precedute da una campata presbiteriale. Nel corso del XIV secolo la fabbriceria del Duomo chiamò a Bolzano nuove maestranze di origine germanica (sveva), le quali, sotto la guida dell’architetto Martin Schiche e del fratello Peter, maestro lapicida, introdussero nelle nuove opere di ristrutturazione dell’edificio uno stile pienamente gotico, aggiornato e privo di compromessi; venne realizzata un’aula a tre navate scandite in sei campate da pilastri compositi e voltate ogivate a crociera ad identica altezza secondo la tipologia della Hallenkirche. Demolite le tre absidi romaniche si realizzò un ampio e profondo coro ad abside poligonale lateralmente percorso dal caratteristico deambulatorio che, prolungando le navate laterali, cinge l’area presbiteriale. L’altare maggiore, opera lignea del 1420, si trovava certamente nella posizione dell’attuale mentre fra i due setti murari della prima campata del presbiterio trovava posto il coro dei canonici. Nel dicembre del 1500 un altro architetto svevo, B. Engelberg, proto della parrocchiale di Ulma, presentò il modello per il completamento del campanile nord in seguito realizzato, ancora in forme gotiche, sotto la direzione di un suo collaboratore, H. von Lutz che lo portò a termine nel 1519. Allo stesso artista (1513-1514) si deve lo splendido pulpito in arenaria, un tempo dipinta, le cui formelle a bassorilievo rappresentano i quattro Padri della chiesa posti in relazione con i simboli degli Evangelisti. Addossato al quarto pilastro sinistro della navata poggia elegantemente su di un unico pilastro nervato. L’altare maggiore, imponente e significativa testimonianza dell’architettura prospettica barocca che sostituì quello quattrocentesco, fu ideato da J. Pozzo ed eseguito dallo scultore veronese G. Ranghieri tra il 1710 ed il 1720. A Giuseppe Delai, ultimo rappresentante di una dinastia di architetti e costruttori che per un secolo diffusero in Alto Adige gli stilemi del barocco italiano, si deve invece la realizzazione (1743-1745) della cappella delle Grazie aperta sul fondo dell’abside gotica. Nel secondo dopoguerra il Duomo di Bolzano, che sviluppa un ingombro interno di 75 metri di lunghezza per 23 di larghezza (in navata), è stato oggetto di imponenti opere di ricostruzione e restauro (terminate nel 1959) resesi necessarie in seguito ai gravissimi danni subiti dall’edificio durante i bombardamenti del 1944.

Pianta

1. Altare

2. Altare maggiore con tabernacolo non più utilizzato

3. Ambone

4. Pulpito antico utilizzato

5. Cattedra

6. Sede

7. Fonte battesimale

8. Confessionali a cabina

9. Confessionali

10. Custodia eucaristica

11. Tabernacolo utilizzato solo durante le celebrazioni

12. Crocefisso pendente dalla volta

13. Organo e coro in cantoria

14. Organo per accompagnare celebrazioni senza coro

15. Sagrestia

Data del rilievo: 2002

FONTE

G. della Longa, A. Marchesi, M. Valdinoci, Antichi spazi per la nuova liturgia. Lo stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica Triveneto alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2002

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30/06/2017

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