Ancora imprecisata è l’epoca di fondazione dell’antico duomo di Sarno, diventato Concattedrale in seguito alla fusione delle due diocesi di Nocera dei Pagani e di Sarno nell’unica diocesi di Nocera Inferiore e Sarno avvenuta il 30 settembre 1986. La prima fonte attendibile, una descrizione inserita nel resoconto della visita pastorale del vescovo Fusco avvenuta nel 1581, descrive un impianto ancora gotico, svolto su tre navate ornate da pochi affreschi e con tre portali aperti a Oriente, da dove si raggiungeva attraverso un porticato, il vicino palazzo vescovile. Pochi anni dopo questa descrizione, sul finire del XVI secolo, fu eseguito un intervento finalizzato alla costruzione del coro e all’ampliamento della sagrestia decorata da preziosi mobili in noce intarsiata ancora oggi conservati. A partire dal 1627, l’antico duomo fu completamente ricostruito per volontà del vescovo spagnolo Stefano Sole Castelblanco, che commissionò una nuova chiesa ad aula unica con otto cappelle laterali, coperta da una volta a botte scandita da archi acuti poggianti su colonne rivestite da stucco e con capitelli corinzi. Diversamente dalla precedente chiesa, il cui accesso era posto a Oriente, il nuovo edificio presentava la facciata rivolta a Occidente, di chiara matrice manierista, svolta secondo un tipico schema controriformistico articolato su due registri divisi da una trabeazione recante l’iscrizione con il nome del committente e la data della ricostruzione. La superficie interamente rivestita da intonaco bianco è ritmata dal registro architettonico, in intonaco grigio, svolto da lesene ioniche e timpani in corrispondenza delle cinque finestre e del portale. Un timpano triangolare e due ampie volute laterali coronano rispettivamente il corpo centrale, più alto, e i due settori laterali corrispondenti alla sviluppo interno delle cappelle laterali. Al centro del timpano di coronamento campeggia una nicchia occupata dalla statua di San Michele Arcangelo titolare della chiesa. A destra della facciata, in posizione leggermente avanzata, si sviluppa il compatto corpo del campanile a pianta quadrata, coronato da una cella campanaria a pianta ottagonale. Le successive notizie storiche rimandano a un completamento della ricostruzione, eseguito, forse negli ultimi decenni del Seicento, per iniziativa del vescovo Nicola Antonio de Tura, che in luogo della volta sull’aula inserì il prezioso cassettonato contenente ventuno dipinti, di cui tre eseguiti da Angelo e Francesco Solimena e i restanti diciotto da Carlo Turri di Gravina. Analogamente agli affreschi nella volta del presbiterio, il soggetto riproposto nelle tele del cassettonato risulta ispirato alle Apparizioni dell’Arcangelo Michele nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Fra il 1958 e il 1962 l’adeguamento liturgico alle indicazioni del Concilio Vaticano II ha suggerito la riorganizzazione del presbiterio con sistemazioni provvisorie in attesa di un più organico progetto. Accantonato la questione dell’adeguamento liturgico, negli anni successivi seguirono il consolidamento, in seguito al terremoto del 1980, e ulteriori interventi finalizzati all’eliminazione dei danni causati dall’alluvione del 5 maggio 1998.

ADEGUAMENTO LITURGICO

L'adeguamento liturgico della Chiesa di San Michele Arcangelo

FESTE E DEVOZIONI PARTICOLARI

08 maggio:
solenne festa di San Michele Arcangelo, protettore della città, con solenne processione della statua del santo dalla chiesa delle Tre Corone alla concattedrale.
16 luglio:
Festa della Madonna del Monte Carmelo

CULTO DEI SANTI

S. Michele Arcangelo; Madonna del Carmelo (omonima cappella)

EVENTI PARTICOLARI

Esposizione permanente delle opere d’arte conservate nella concattedrale.

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