La nascita della diocesi di Acerra è strutturalmente collegata alla scomparsa definiva dell’antica città-diocesi di Suessola, che fu incendiata e messa a soqquadro nell’882 dai saraceni e dai napoletani, alleati; i cittadini furono dispersi, la cattedrale e l’episcopio distrutti. Nel 1054 – cioè dopo 172 anni dalla distruzione – il vescovato di Suessola è ancora annoverato tra le diocesi suffraganee della metropolia beneventana. È però fondato convincimento di seri studiosi che, durante questo lungo arco di tempo, nessun altro vescovo vi sia stato nominato, e che «intanto la ecclesiastica giurisdizione vi venisse esercitata dal vescovo viciniore di Sant’Agata. Così era solito praticarsi in altre simili sventure». Gli eventi immediatamente successivi sono determinanti e sostanzialmente innovativi. Nell’anno 1057 papa Stefano IX, scrivendo a Valderico, arcivescovo metropolita di Benevento, tacque assolutamente della diocesi suffraganea di Suessola. Appena due anni dopo papa Niccolò II, nella sua prima visita in queste nostre province, celebrò il sinodo di Benevento ed emanò «molte sentenze per reintegrazioni di abbazie e riordinamento di chiese». Tra i numerosi provvedimenti fu disposta la «definitiva sistemazione spirituale» della popolazione suessolana, rimasta per decenni sbandata, e fu dato «nuovo assetto a quella contrada infelice […]; mentre allora si incorporò definitivamente la parte montuosa » alla diocesi di Sant’Agata dei Goti, «la parte piana, col recinto della città [di Suessola] e la sede cattedrale con le annesse dotazioni, formarono parte integrante della novella diocesi di Acerra, città vicina, né meno antica né meno importante della città di Suessola. Diocesi – Acerra – che, deliberata nella prima venuta [di papa Niccolò II], fu inaugurata e solennemente posta in evidenza nella seconda venuta dello stesso pontefice tra noi». In questa seconda venuta Niccolò II «trovandosi in Acerra, di due monaci cassinesi che vi erano di stanza, ne ordinò uno [Oderisio] cardinale, e consacrò l’altro [il Ravennate] vescovo di Venafro, indizio che, nel 1060, Acerra era divenuta già cattedrale ». Fino al concilio di Trento la vita della diocesi trascorse con alterne vicende. I vescovi, tutti di nomina regia, furono ministri di Dio e talvolta, insieme e di più, sentinelle e garanti delle diverse corone. Dopo il concilio di Trento il volto della diocesi subì un sostanziale mutamento. Nel 1577 il vescovo Scipione Salernitano organizzò la diocesi, fino a quell’anno ripartita in «parrocchie personali», in strutture pastorali territorialmente ben definite. Acerra ebbe quattro parrocchie: Santa Maria la Bruna nella cattedrale, San Pietro Apostolo, San Giorgio, San Lorenzo. La quinta parrocchia, intitolata alla Vergine Annunziata, fu territorialmente costituita nel Casale di Licignano. La storia successiva della diocesi si compone di tre momenti cronologicamente ben definiti. Dal XI . l’esiguo territorio diocesano comprende la città di Acerra, il casale di Licignano e pertinenze di Castelcisterna e di Caivano. Nel 1818, anche per l’esiguo numero di fedeli – poco più di 7500 – la diocesi è unita aeque principaliter alla diocesi di Sant’Agata dei Goti. Infine il 30 novembre 1854 la diocesi di Acerra riacquista la sua autonomia pastorale e si ingrandisce, sottraendo alla diocesi di Sant’Agata tutta la Terra di Arienzo, e cioè il comune di Arienzo, quello di San Felice a Cancello e di Santa Maria a Vico e, inoltre, il comune di Cervino della Regia Terra di Durazzano. Nella diocesi, dal Trecento a tutta la metà del Novecento, con alterne vicende, ritmate da pestilenze, guerre, carestie, terremoti, eruzioni del Vesuvio, colera endemico, hanno operato più di venti congregazioni, aventi finalità diverse: formative, cultuali, caritative. Illustrarono la diocesi il monastero-badia dei verginiani guglielmini in San Felice a Cancello (anno 1239), di Sant’Agostino degli agostiniani calzati in Arienzo (XIV sec.), dei domenicani in Santa Maria a Vico (fine 1400), dei cappuccini in Arienzo (XVI sec.), dei carmelitani in Arienzo (1601). In Acerra fu molto consistente nel Medioevo la presenza dei benedettini cassinesi. Ci fu pure una presenza agostiniana e, dal Seicento, un’altra domenicana. In Arienzo è da registrare anche la presenza del rinomato monastero di donne monache lateranensi dette anche rocchettine, fondato nel 1551, e del conservatorio di San Filippo Neri (1725). Un ruolo particolare svolse nella intera Terra di Arienzo, e fuori, la istituzione Agp, operante con la bellissima chiesa dell’Annunziata, matrice dell’ospedale, del monte dei pegni, della ruota degli esposti, del monte dei maritaggi, del monte dei morti. Completa questa presenza tutta laicale il monte frumentario, voluto e fondato dal canonico Giuseppe Romano agli inizi del Settecento per alleviare i disagi della classe dei poveri. La diocesi di Acerra ha avuto autorevoli pastori. Ricordiamo Scipione Salernitano, Marcello Maiorana, Gian Battista del Tufo, Mansueto Merati. Essi, al pari degli altri pastori acerrani, furono di nomina regia. Tracce della sua grande scienza e santità ha lasciato sant’Alfonso Maria de Liguori, vescovo di Sant’Agata de’ Goti e della nostra diocesi, che pose in Arienzo la sua residenza; qui, infatti, nel palazzo vescovile egli passò nove dei tredici anni del proprio episcopato. In diocesi operano oggi gli oblati di Maria Immacolata, i cappuccini, i barnabiti; essi costituiscono, per l’intero territorio diocesano et ultra oasi di spiccata spiritualità. In diocesi i palazzi vescovili sono due. La diocesi ha dato alla società numerosi uomini di cultura. Ne ricordiamo alcuni: don Pietro Contegna, sacerdote arienzano, diplomatico, eclettico, grande economista, presidente della Camera della Sommaria; don Niccolò Lettieri, altro sacerdote arienzano, avvocato, storico; Niccolò Valletta, enciclopedico, decano e riformatore dell’università di Napoli, docente di diritto; Basilio Puoti, purista; i docenti di diritto nella Federico II: Carlo, Elio, Aniello, Giuseppe della nobile famiglia dei Carfora, i teologi domenicani Gabriele Marletta e Romualdo Cioffi; Gaetano Caporale, medico e storico di Acerra.
Only buildings with accurate georeferencing data are visualized ×