La diocesi di Senigallia comprende un vasto territorio a nord della provincia di Ancona e una fascia di territorio della confinante provincia di Pesaro-Urbino. È una realtà abbastanza eterogenea che ha vissuto negli ultimi tempi momenti di trasformazione sociale, culturale e religiosa. La diversità del suo tessuto può ricondursi alla distinzione di tre zone: la fascia pianeggiante costiera, la zona collinare (la più estesa), la zona montana. Circa la popolazione, ha subito forti modificazioni negli ultimi trent’anni, con il progressivo abbandono e relativo svuotamento dei centri antichi e conseguente esplosione urbanistica dei nuclei costieri; la sua «morfologia» insediativa è quindi da un lato caratterizzata da una forte presenza urbana lungo la costa, e dall’altro da una serie diffusa di piccoli nuclei collinari di formazione medievale e rinascimentale, collegati fra loro da una struttura viaria estremamente omogenea, caratterizzata da un uso notevole del territorio agricolo e anche una stretta correlazione tra città e campagna. La diocesi ha avuto origine nel VI sec., con un territorio limitato alla parte litoranea dell’attuale, corrispondente al municipio romano di Sena, antica metropoli dei galli senoni, diventata colonia romana nel 283 a.C. Il primo vescovo che la storia ricorda è Venanzio, presente al sinodo Palmare di Roma nel 502, insieme con Martiniano, vescovo della confinante diocesi di Ostra. Altri vescovi documentati storicamente sono Mauro nel 649, Anastasio negli anni 757-761, Giorgio nel 769. Le invasioni barbariche portarono alla distruzione di Sena e di Ostra nonché di altre due località finitime, Suasa e Pitulio, dove il cristianesimo era certo entrato ma dove non si sa nulla della presenza di un vescovo. Con i bizantini, poi, Senigallia poté risorgere ed estendere il territorio diocesano alle città vicine scomparse. Fino all’XI . apparteneva a Senigallia l’attuale territorio arceviese dipendente dalla diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli- Pergola (Palazzo San Pietro, Loretello e Nidastore), e fino al XIV . San Marcello e gran parte di Montecarotto (da allora dipendente dalla diocesi di Jesi). Nella tarda antichità si ha menzione di alcune abbazie, che però decaddero verso il Mille. Tra queste: l’abbazia di San Gaudenzio, la più antica, che prese il nome del santo identificato con il vescovo di Rimini (di essa rimangono rovine e il sarcofago del santo, un bell’esemplare di arte ravennate custodito nella cattedrale); l’abbazia – unica superstite – di Santa Maria in Castagnola di Chiaravalle, presso la località romana di Sestia, che nel 1147 passò ai monaci cisterciensi e il 31 agosto 1771 venne unita alla diocesi di Senigallia. Dopo il Mille, mentre nel territorio sorgevano fiorenti comuni, la città di Senigallia decadde, tanto che il vescovo Giovanni II (1328-1349) chiese e ottenne di trasferire la residenza a Corinaldo. Sigismondo Malatesta diede avvio, poi, alla rinascita della città, che raggiunse grande splendore nel Cinque-Seicento con i Della Rovere ed ebbe il massimo sviluppo nel Settecento con i papi, grazie anche alla grande fiera «franca» di fama europea. I vescovi più noti sono: il teologo agostiniano Antonio I Colombella (1447- 1466); il cardinale Marco Vigerio I Della Rovere (1476-1511), presidente del IV concilio Lateranense; lo scrittore conventuale Pietro Ridolfi (1591-1601); il cardinale Annibale della Genga (1816-1818), poi papa Leone XII. A Senigallia ebbero i natali il grande mecenate cardinale Cinzio Passeri Aldobrandini; il generalissimo della Lega santa contro Carlo V, Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino; il conte Giovanni Maria Mastai Ferretti, poi papa Pio IX, beatificato il 3 settembre 2000; il poeta e dantista Andrea Marchetti. A Corinaldo nel 1890 nacque la martire della purezza santa Maria Goretti. Tra i monumenti religiosi più notevoli, oltre il sarcofago di san Gaudenzio, l’antica pieve monastica di san Gervasio presso Mondolfo, l’abbazia di Chiaravalle, il convento delle Grazie di Senigallia, la chiesa della Croce in Senigallia e la collegiata di San Medardo in Arcevia.
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