Diocese of Tempio - Ampurias
HISTORY
I - Diocesi di Fausiana
Fondata verosimilmente nei primi decenni del VI . durante il soggiorno dei vescovi africani esiliati dai vandali e abbandonata verso la metà dello stesso secolo, forse durante l’invasione di Totila, la diocesi fu ripristinata da Gregorio Magno nel 594.È noto un vescovo Vittore che tra il 599 e il 601 si impegnò contro l’eccessiva pressione fiscale e per ridurre il paganesimo tra i provinciales e i barbari della diocesi.
La sede, Fausiana, era probabilmente nei pressi dell’attuale Olbia.
Risale forse già a questo periodo il culto del martire san Simplicio, a cui è dedicata la cattedrale e il cui martirio è menzionato nel martirologio geronimiano.
Nei secoli seguenti, forse a partire dalla prima metà dell’VIII, la diocesi si estinse.
II - Diocesi di Civita
Dal momento della sua probabile ricostituzione con questo nome (seconda metà dell’XI sec.) la diocesi, che ha la sua sede nella parte settentrionale del giudicato di Gallura presso l’attuale Olbia, dipende direttamente dalla Sede apostolica, alla pari di Galtellì.Urbano II nel 1095 citò la donazione di una chiesa di Pausada (Posada) e di altre chiese a San Vittore di Marsiglia compiuta da anonimi giudice e vescovo «in Gallurensi episcopatu».
Nel 1138 Innocenzo II assegnò la diocesi alla metropolia pisana, insieme con Galtellì.
Nel 1206 il vescovo di Civita, mediatore delle trattative per il matrimonio di Elena di Gallura con Trasmondo di Segni, cugino di Innocenzo III, fu imprigionato dai pisani perché non potesse recarsi dal papa.
Non riuscì a scongiurare il matrimonio tra quella e Lamberto Visconti.
Il 1° aprile 1263, nella cattedrale di San Simplicio, Federigo Visconti arcivescovo di Pisa celebrò, alla presenza del vescovo, la messa di Pasqua e diede inizio al suo viaggio in Sardegna.
Sin dalla fine del XII . la diocesi pagava due lire d’argento di censo alla Sede apostolica; cifra pagata ancora negli anni Quaranta del XIV sec., come attestano le Rationes decimarum, mentre la decima triennale della sede oscillava tra una e tre lire e tutti i benefici della diocesi, che contava solo otto villaggi, ne pagavano circa trenta.
Durante lo scisma d’Occidente furono nominati tre vescovi di obbedienza romana e tre di quella avignonese.
Alla fine del XV . aveva una rendita di 100 ducati.
Il 5 giugno 1506 Giulio II la unì ad Ampurias, per cui alla morte del suo vescovo Pietro Stornello, domenicano, nel 1511, il vescovo di Ampurias, Francesco Manno, diventò vescovo di Ampurias e Civita.
III - Diocesi di Ampurias
In alcuni documenti, ancora agli inizi del XVIII sec., viene detta anche diocesi de Flumen.Fondata probabilmente a seguito del riordino diocesano voluto da Alessandro II, la prima attestazione risale forse al 1101: il vescovo Bono avallava la donazione della chiesa di San Nicola de Soliu a Montecassino.
La sede originaria della diocesi era probabilmente San Pietro a Mare (Valledoria), ma è possibile che sia stata spostata a Bulzi già nel XII . La diocesi corrispondeva al distretto amministrativo dell’Anglona, nel giudicato di Torres, e fu teatro, durante i primi trent’anni del XII sec., di un’imponente espansione cassinese con la fondazione di tredici monasteri dipendenti da quello di Santa Maria di Tergu e, forse, l’alienazione di quasi metà del suo territorio.
Dal 1138 in poi i vescovi ampuriensi contesero ai cassinesi la proprietà delle chiese di Sedini e di Nulvi (donate prima del 1120, con avallo del vescovo Nicola).
Eugenio III decise a favore di Montecassino nel 1149, ma ancora nel 1180 Alessandro III richiamava il clero dell’isola al rispetto delle proprietà dell’ordine.
Non è possibile stabilire se l’uccisione dell’abate di Santa Maria di Tergu, avvenuta poco prima del 1203, sia da collegare a eventuali dispute su tali proprietà.
Nel 1215 il vescovo di Ampurias presenziò al concilio Lateranense IV.
Nel 1235 Gregorio IX convocò presso la Sede apostolica un anonimo vescovo di Ampurias per aver ricevuto come primate l’arcivescovo di Pisa, Vitale.
Alla metà del XIV . nella diocesi – che sin dalla fine del XII . pagava due lire d’argento di censo annuo – vi erano ventuno tra pievanie e rettorie.
La sede pagava tra le quattro e le sette lire di alfonsini minuti e l’intera diocesi nel 1341 rendeva oltre duecento lire di decima.
Probabilmente alla fine del XIV . la sede della diocesi fu traslata a Castelgenovese (attuale Castelsardo).
Durante lo scisma d’Occidente furono nominati quattro vescovi di obbedienza romana e tre avignonese.
Alla fine del XV secolo la diocesi aveva una rendita di 150 ducati.
Il 5 giugno 1506 Giulio II la unì a Civita; alla morte del vescovo di quella diocesi nel 1511 il vescovo di Ampurias, Francesco Manno, diventò vescovo di Ampurias e Civita.
IV - Diocesi di Ampurias e Civita
La sede venne stabilita a Castellaragonese (già Castelgenovese, attuale Castelsardo).Più piccola ma più popolata e organizzata, l’Anglona, che formava la diocesi di Ampurias, ebbe per un secolo il sopravvento sulla Gallura (Civita); i suoi vescovi si comportavano come se la diocesi di Civita fosse del tutto estinta.
A partire dalla sua istituzione nel 1621, però, la collegiata di Tempio si fece paladina dell’identità religiosa della Gallura, in concomitanza anche con l’esigenza, sentita grazie alla diffusione dei decreti di riforma tridentini, di un servizio religioso più assiduo e decoroso.
Dal 1640 i canonici tempiesi si rifiutarono di recarsi a Castellaragonese in occasione delle celebrazioni dei sinodi di Ampurias e reclamando, invece, la presenza dei vescovi a Tempio per la celebrazione dei sinodi riguardanti la diocesi di Civita.
Nel 1686 la Rota, pur non ritenendo la collegiata di Tempio erede giuridica dell’estinto capitolo di Civita, affermò la sopravvivenza della «cattedralità» di questa sede, che doveva quindi ritenersi aeque principaliter unita a quella di Ampurias e non assorbita dalla stessa.
Di conseguenza, durante la vacanza vescovile, venne concessa l’istituzione di un vicario capitolare anche per Civita, ma nominato, in questo caso, dall’arcivescovo di Sassari.
Nel 1709 la Rota rifiutò il trasferimento della «cattedralità» da Civita a Tempio.
Durante il XVII . la rendita della mensa vescovile oscillò tra un massimo di 15.000 e un minimo di 6000 lire sarde, la terz’ultima dell’isola.
Un censimento del 1728 riporta una popolazione di 19.102 abitanti.
Inserita nel più ampio contesto della querelle tra Santa Sede e Savoia relativa ai diritti feudali del pontifice sulla Sardegna, la disputa sulla presentazione dei vescovi «sardi» (diritto del quale godevano già i sovrani spagnoli) causò la vacanza della sede tra il 1717 e il 1727.
Nel 1723 anche Vittorio Amedeo II si impegnò a riservare il vescovato a ecclesiastici sardi.
V - Diocesi di Ampurias e Tempio e Tempio-Ampurias
Nel 1836 Tempio ottenne da Carlo Alberto il titolo di città e nel 1840 la titolarità dell’antica diocesi di Civita da Gregorio XVI, che ne aveva anche elevato alla dignità di capitolo la collegiata.La diocesi prese il nome di Ampurias e Tempio.
Alla metà del secolo la diocesi contava oltre 39.000 abitanti (34.000 nella parte di Tempio), ventuno parrocchie (quattordici nella parte di Tempio) e una rendita di 32.867 lire sarde.
Dall’inizio del XIX . era iniziato un processo che nei cinquanta anni successivi avrebbe portato a un radicale cambiamento dei rapporti Stato-Chiesa: l’istituzione del «monte di riscatto» per l’estinzione del debito pubblico finanziato con fondi provenienti in buona parte da rendite ecclesiastiche e, tra l’altro, con l’assegnazione allo Stato di tutti i benefici vacanti o vacaturi per un biennio, provocò l’allungarsi dei periodi di vacanza delle sedi vescovili e la conseguente ingerenza dello Stato nella vita della Chiesa: quella di Ampurias e Tempio fu ininterrottamente priva del vescovo tra il 1855 e il 1871.
Altra probabile conseguenza della lunga vacanza fu anche la chiusura del seminario della diocesi nel 1865.
La sua riapertura a Castelsardo dava nel 1876 la possibilità di studiare grammatica a soli quattro seminaristi; solo nel 1921, quando fu aperto il seminario di Tempio, le attività dell’istituto ripresero vigore.
La diocesi era rimasta vacante anche tra il 1907 e il 1915, per la rinuncia di Contini, malato, e al suo arrivo Sanna Chessa procedette a una visita pastorale (la quarta dei settant’anni precedenti).
Nel 1921 indisse l’unico sinodo provinciale tenuto dopo la vacanza durata sino al 1871.
La riduzione del numero delle diocesi alle province civili, come previsto nel concordato del 1929 non trovò applicazione, com’è noto, neanche in Sardegna; né ebbe seguito il tentativo di riordino proposto verso la fine del concilio Vaticano II che prevedeva, tra l’altro, la nascita di una diocesi di Tempio e l’assorbimento di Ampurias nella diocesi di Sassari.
Anche con il nuovo concordato del 1986 si ottenne solo la trasformazione della coppia di diocesi di Ampurias e Tempio nell’unica diocesi di Tempio-Ampurias.
Bibliography
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Diocese of Tempio - Ampurias
Chiesa di San Pietro Apostolo
Diocese
SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.