L’ecclesia Liternina o Patriensis, non lontana dall’attuale Villa Literno (Caserta), è attestata solo dall’epistola 22 di papa Pelagio (556-561): il pontefice invita il vescovo locale (che non nomina) a mettere fine a una polemica con il vescovo di una città vicina a Neapolis, a Puteoli e a Misenum. Non ha ancora dimostrazioni indubbie, invece, l’identificazione del vescovo Aprilis, che al sinodo romano del 501 si firmò episcopus ecclesiae Laterianae. Martire locale fu Fortunata, attestata dall’elogio del codice Epternacense del Martirologio Geronimiano (12 ottobre) e dalle note del calendario marmoreo di Napoli (14 ottobre); Ambrogio Autperto, abate di San Vincenzo al Volturno, ne scrisse la passio nell’VIII secolo. Poco fuori le mura dell’antica Liternum, lungo la Domitiana, nell’area della principale necropoli della città e non lontano dall’anfiteatro, è stata identificata una basilica che potrebbe essere stata eretta sulla sua tomba. La notizia della traslazione delle sue reliquie a Napoli, alla fine dell’VIII secolo, è indicativa per fissare la scomparsa della diocesi.
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SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.