Modigliana, nella valle del Marzeno, a 18 chilometri da Faenza e 33 da Forlì, fu sotto la giurisdizione del vescovo di Faenza fino al 1850, anno in cui Pio IX, per desiderio del granduca Leopoldo II e del popolo modiglianese, la innalzò a sede vescovile con la bolla Ex quo licet immerito del 7 luglio. L’antico castrum Mutilum nel medioevo era appartenuto all’Esarcato. Dalla prima metà del X . fino al 1370 fu sotto i conti Guidi. Dopo un breve periodo di autonomia passò alla Repubblica di Firenze, seguendone le vicende fino al Regno d’Italia. La ricordata bolla Ex quo licet immerito descrive le modalità di fondazione della nuova giurisdizione ecclesiastica. La collegiata di Santo Stefano era elevata a cattedrale, mentre i due collegi canonicali eretti nel XVIII . in Santo Stefano e in San Bernardo erano fusi nel nuovo capitolo della cattedrale. La residenza del vescovo e degli uffici della curia erano posti nella canonica di Santo Stefano. Riconoscente per il sostegno economico avuto da Leopoldo II, Pio IX permetteva al granduca di presentare il nome del nuovo vescovo. La diocesi, assegnata alla metropolia dell’arcivescovo di Firenze, comprendeva 100 parrocchie, per un totale di 31.740 abitanti. Le parrocchie erano raccolte in 16 vicariati e sparse in 12 comuni (fra cui Modigliana, Marradi, Tredozio, Terra del Sole, Dovadola, Rocca San Casciano). Il territorio diocesano si era costituito scorporando parrocchie appartenute alle diocesi circostanti: 48 da Faenza (16.135 abitanti), 24 da Bertinoro (7126), 17 da Sarsina (1329) e 11 da Forlì (5450 abitanti). Alcuni luoghi significativi sono: la chiesa arcipretale di San Lorenzo in Marradi; la chiesa di Santa Reparata in Badia del Borgo, già appartenuta all’ordine vallombrosano, con tavole attribuite alla scuola del Ghirlandaio; l’eremo di Gamogna, abitato da san Pier Damiani; il santuario di Montepaolo, già eremo di sant’Antonio da Padova. Da ultimo, la chiesa cattedrale, ora concattedrale: antica pieve di Santo Stefano, fu rifabbricata nel 1500 e consacrata da papa Giulio II (1506), ampliata nel 1660 (quando papa Alessandro VII l’innalzò a «collegiata insigne»); venne restaurata nel 1872-1895 e negli anni Quaranta del Novecento da monsignor Massimiliani. Nella grandiosa cripta detta «del Gesù morto», artistiche statue lignee della Passione. Ebbe un seminario, eretto nel 1858 dal vescovo Melini presso un antico convento. Polo formativo per l’intera zona, vide il trasferimento dei corsi teologici a Firenze nel 1910 e la definitiva chiusura negli anni dell’unificazione con Faenza. La diocesi ha avuto nove vescovi: Mario Melini di Montalcino (1854-1865), Leonardo Giannotti (1871-1895), Sante Mei (1895-1907, rimosso durante la lotta antimodernista), Luigi Capotosti (1908-1915), Ruggero Bovelli (1915-1930), Massimiliano Massimiliani (1931-1960), Antonio Ravagli (1960-1970), Marino Bergonzini (1970- 1982), Francesco Tarcisio Bertozzi (1982- 1986). Durante l’episcopato di monsignor Bergonzini avvenne l’unificazione in persona episcopi con la diocesi di Faenza; monsignor Bertozzi è stato il primo vescovo di Faenza-Modigliana, diocesi eretta canonicamente nel 1986. Tra i suoi figli più illustri Modigliana ricorda don Giovanni Verità, che salvò Garibaldi dalle truppe franco- pontificie.