Le uniche menzioni di questa Chiesa si trovano in due lettere di Gregorio Magno: nella prima, inviata a Petro notario in Regio (ottobre 594), si parla di un Severinus Myriensis Episcopus, sfollato a Squillace (e ivi probabilmente morto) con alcuni chierici e con i ministeria della propria Chiesa, nell’altra (luglio 597) a Dono, vescovo di Messina, tali ministeria risultano depositati nella stessa città. La collocazione delle vicende del vescovo nell’ambiente jonico ha suggestionato a collocare la Myriensis Ecclesia, pressoché unanimemente, nella Calabria reggina ma, essendo del tutto ignorata da altra fonte l’esistenza – ed evidentemente l’ubicazione – di una città chiamata Myria, per la sede diocesana sono stati indicati i siti più fantasiosi lungo l’arco costiero che va da Tropea a Squillace. Ultimamente è stata proposta l’identificazione di Myria con Mystia, cittadina vagamente nota, ma anch’essa di incerta ubicazione, la quale tuttavia, essendo una località semisconosciuta, difficilmente può essere stata sede vescovile. Nessuno si è finora soffermato sul particolare della conservazione dei ministeria a Messina, in Sicilia, con ovvie conseguenze sulla determinazione dell’ubicazione della Myriensis Ecclesia, che, pertanto, è ancora tutta da definire.
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SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.