Diocesi di Anagni - Alatri
STORIA
I - Le origini
L’istituzione della comunità cristiana anagnina precedette senz’altro il 487, prima attestazione di un suo vescovo, Felice.In effetti, testimonianze archeologiche quali le catacombe di Vicomoricino o l’iscrizione paleocristiana rinvenuta a Collecurto lasciano ritenere che un’organizzazione ecclesiale sia andata strutturandosi già nel IV sec. L’intento di riaffermarvi l’autorità pontificia spiega la presenza di Leone IV ad Anagni – dal VI sec. parte del patrimonio fondiario del papato – a ridosso del saccheggio saraceno dell’847.
Poco dopo, nella cattedrale vennero traslate le reliquie di san Magno, riscattate dai musulmani impadronitisi di Veroli (877): si fissò così intorno al martire il principale culto cittadino.
Ancora alla memoria delle incursioni saracene rimanda la più tarda Vita delle sante Aurelia e Neomisia (XI-XII sec.).
II - La «città dei papi» (XI-XIII sec.)
Dall’XI sec. Anagni divenne sempre più di frequente luogo di soggiorno e rifugio per i AMITERNO 76 A 6-03-2008 16:06 Pagina 76 papi.Alla presenza di Alessandro II risale l’elezione episcopale di Pietro di Salerno (1062-1105), poi canonizzato da Pasquale II (1110): interprete delle istanze del papato riformatore, alternò un’intensa attività pastorale e politica, trovandosi spesso al centro di eventi prodigiosi; neppure la fama di santità lo preservò tuttavia dalle contestazioni al suo dispendioso governo, culminato nell’erezione della nuova cattedrale.
Costruita a partire dal 1068 in stile romanico- lombardo, Santa Maria ha tre navate con absidi semicircolari; di notevole interesse è la cripta di San Magno, affrescata agli inizi del XIII sec. secondo un complesso programma iconografico.
Data all’episcopato di Pietro anche l’aggregazione della diocesi di Trevi, ratificata da Urbano II nel 1088.
Il legame tra Anacleto II e la Chiesa anagnina durante lo scisma del 1130 è alla base del culto di sant’Oliva, tumulata in cattedrale dallo stesso antipapa (1133).
Nel XII sec. il controllo della città aveva del resto assunto grande importanza e se Adriano IV vi morì nel 1159 e Lucio III vi risiedette più volte, soprattutto Alessandro III associò il proprio nome ad Anagni, dove scomunicò Federico I (1160), canonizzò Bernardo di Clairvaux (1174), stipulò il Pactum anagninum (1176), oltre a consacrare la cattedrale (1179).
Se quei soggiorni ne furono la premessa, fondamentale per il radicamento del papato in città fu il pontificato di Innocenzo III (che, peraltro, non era anagnino), dal quale gli interessi dei conti di Segni coincisero sempre più con quelli della Sede apostolica, tanto da portare in breve tempo a succedersi altri tre papi legati al lignaggio comitale.
Gregorio IX frequentò a più riprese Anagni, riconducendo all’obbedienza il clero trebano, ponendo la diocesi sotto l’immediata subiectio pontificia (1227) e beneficiando la cattedrale della quale era stato canonico; promosse inoltre l’insediamento florense di Santa Maria della Gloria (ante 1227).
La morte in città di Celestino IV (1241) portò all’elezione di Innocenzo IV nel conclave che si svolse nel 1243 nel palazzo dei canonici.
Di lì a poco salì al trono papale Alessandro IV, anch’egli già membro del capitolo di Santa Maria, che elevò a ventiquattro i canonicati (1250) e consacrò la cripta della cattedrale dove canonizzò Chiara d’Assisi (1255).
Quest’intensa stagione culminò con Bonifacio VIII, il quale intervenne più volte a favore della cattedrale e del suo capitolo, che dall’episcopato dello zio Pietro Caetani (1276-1278) era appannaggio della famiglia baronale.
Dopo aver introdotto la reservatio per l’elezione episcopale (1295), egli divise mensa canonicale e vescovile (1301), istituì la prepositura e accrebbe il prestigio di Santa Maria, cui donò un prezioso corredo liturgico: privilegi spesso non scevri da interessi nepotistici, come dimostra l’annessione del monastero di San Pietro di Villamagna (sorto nel X sec., ora in rovina) al patrimonio capitolare in cambio della cessione ai Caetani dei feudi di Filettino, Trevi e Vallepietra (1297).
La fedeltà al papa di Anagni non mancò d’esprimersi in occasione del celebre «attentato» del 7-9 settembre 1303.
Nel XIII sec. la Chiesa anagnina beneficiò largamente dei legami con il papato e dal suo clero provennero molti cardinali e prelati; inoltre, la ripetuta presenza della corte pontificia favorì il grande sviluppo della città: la morte di Bonifacio VIII e il seguente periodo avignonese costituirono perciò il principio della sua decadenza.
III - L’età moderna
Il legame con i Caetani proseguì fino al termine della fase laziale dello scisma d’Occidente.La riconquista papale (1399) aprì la strada all’immissione di presuli e amministratori apostolici legati alla curia: dal 1517 al 1579 sei cardinali si susseguirono al governo di una diocesi peraltro in declino, come indica la riduzione delle parrocchie di Anagni dalle ventiquattro del 1280 alle otto di tre secoli dopo.
La visita apostolica avviata nel 1581 per verificare l’applicazione del Tridentino segnò il ritorno alla residenzialità episcopale.
Era allora vescovo Gaspare Viviani (1579- 1605), intellettuale di valore cui si deve la prima relatio ad limina (1590) e il primo sinodo diocesano.
Gli succedette Antonio Seneca (1607-1626), già vicario generale di Carlo Borromeo, che aprì il seminario (1608) e ristrutturò la cattedrale in stile barocco.
Nel 1683, Trevi e Jenne furono staccate da Anagni e sottoposte alla giurisdizione sublacense; all’inizio del XVIII sec. la diocesi comprendeva quindi una decina di località per un totale di ventisei parrocchie (sei nel capoluogo), i cui 12.500 abitanti contavano su 119 sacerdoti (1/36).
Onorando le proprie origini, Innocenzo XIII beneficiò il capitolo cattedrale anagnino (1722); intanto si concretizzava l’opera educativa di Claudia De Angelis (1675-1715), fondatrice della Scuola pia della Carità (1709-1713) poi affiliata all’ordine cisterciense (1753).
Alla proclamazione della Repubblica romana, Anagni strappò a Frosinone il capoluogo dipartimentale; fu probabilmente questa la causa della sua mancata insorgenza, ma la nomina a governatore durante la prima invasione napoletana valse lo stesso l’esilio al vescovo Giovanni Devoti (1789-1804).
IV - Dalla Restaurazione all’unione diocesana
Con la Restaurazione, il vescovo Gioacchino Tosi (1804-1815) che aveva giurato a Napoleone fu sospeso dall’incarico: fino alla sua morte, nel 1837, la diocesi venne quindi retta da amministratori apostolici.Dopo l’unità d’Italia, Anagni conobbe un rinnovamento che interessò pure la cattedrale, restituita al suo aspetto medievale (1880).
Ulteriore lustro giunse dall’elezione di Leone XIII; originario della diocesi (era nato a Carpineto), papa Pecci fondò in città il Pontificio collegio leoniano, dove nel 1897 fu istituito quello che sarebbe divenuto il seminario regionale maggiore.
A quegli anni risale la nascita (1898) di un’ampia rete di casse rurali che videro coinvolti molti sacerdoti, poi tutti estromessi con l’avvento del fascismo.
Da sempre avverso al regime, Attilio Adinolfi (1931-1945) ebbe il difficile compito di reggere la diocesi durante l’ultima guerra e di salvaguardare l’incolumità del capoluogo, che fece (invano) dichiarare «città ospedaliera».
Il 30 settembre 1986 alla Chiesa di Anagni è stata unita quella di Alatri, dando vita alla nuova diocesi di Anagni-Alatri.
A questa, con la soppressione dell’abbazia territoriale di Subiaco (2002) fu aggregato il comune di Trevi: si riconnetteva perciò al territorio diocesano l’abitato di Vallepietra, nei cui pressi sorge il santuario della Santissima Trinità sul Monte Autore (ante XI sec.).
Bibliografia
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L. Colosimo, La diocesi di Anagni nella prima metà del Settecento, «Latium» 9, 1992, 129-206;
A. Vauchez, L’Église d’Anagni au XIIIe siècle: esquisse d’un bilan, «Archivum Historiae Pontificiae», 36, 1998, 11-17;
G. Giammaria, La presenza in Anagni del papato itinerante, in Itineranza Pontificia. La mobilità della Curia papale nel Lazio (secoli XII-XIII), a c. di S. Carocci, Roma 2003, 279-305;
G. Giammaria, Lo schiaffo a Bonifacio VIII e altre ricerche di storia medievale anagnina, Anagni 2004.
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Mappa
Diocesi di Anagni - Alatri
Cattedrale di Santa Maria Annunziata
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La facciata principale della Cattedrale di Santa Maria -
L’aula vista dall’ingresso -
L’aula vista dall’altare -
La transenna che delimita il presbiterio
Diocesi
FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.