Erede di antichi municipi romani: Attidium, oggi Attiggio, Sentinum [San Donato] e Tuficum [Borgo Tufico, Albacina], Fabriano si sviluppa dalla metà del XIII sec., ottenendo anche la pieve battesimale finora sistemata in località vicine (Attiggio e Santa Maria di Civita). Il nuovo borgo è situato nella valle del fiume Giano: il vocabolo «Fabriano» è forse un aggettivo derivato da nome gentilizio romano (Faberius). La cristianizzazione sembra iniziata nel III sec.; non si può documentare con certezza l’esistenza di un vescovato che sarebbe durato fino alle invasioni longobarde (VI sec.), quando la sede era occupata da san Venanzo, già vescovo di Luni, il cui corpo è venerato ancora oggi in Albacina. La pieve di San Giovanni Battista, nella frazione di Attiggio, fu la chiesa madre di Fabriano fino alla metà del XIII . La sovranità temporale apparteneva al Ducato di Spoleto, da cui si distaccò per formare un comitato che ebbe per centro Camerino, diventata metropoli ecclesiastica del territorio fabrianese fino al 1728. Matelica sarebbe stata fondata nel V sec.; si conoscono nomi di vescovi (Equizio, 478; Basilio; Fiorenzo accompagnò il papa Vigilio a Costantinopoli nel 551). La diocesi si estinse forse a causa delle invasioni longobarde; fu ripristinata l’8 luglio 1785 e unita a Fabriano aeque principaliter.
II - Età medievale
La regione accolse parecchie comunità benedettine, a partire dal X sec.: Santa Maria d’Appennino, San Vittore delle Chiuse, San Salvatore di Valdicastro (dove morì san Romualdo, nel 1027); San Luca, Santa Margherita. La città stessa trae origine da due castelli: Castrum vetus e Castrum novum; questi castelli formarono un centro abitato da operai (fabbri), con una unica cinta di mura. Approfittando di immunità signorili, il comune ebbe i suoi primi statuti nella seconda metà del XII . e ripetutamente riformati (1250, 1287, 1293, 1415, 1436), e ottenne il possesso di tutta la valle del Giano, firmando accordi con i signorotti locali e prendendo sotto la sua protezione le abbazie benedettine del contado. La Santa Sede riscuoteva tasse e decime in tutto il contado. Alla metà del XIII . risale il palazzo del Podestà. La giurisdizione ecclesiastica fu assunta dagli ordini religiosi antichi o di nuova istituzione, come gli agostiniani, i silvestrini, i francescani, i domenicani, provocando ripetute contestazioni da parte del clero diocesano. Furono istituite alcune confraternite, come i disciplinati, Santa Maria del Mercato, Gonfalone. Le corporazioni professionali assunsero il nome di «università»; gli ospedali cittadini erano in maggioranza di pertinenza ecclesiastica. All’inizio del XIV sec., Fabriano si divise in quattro quartieri; la formazione di università o corporazioni delle arti (cartari, lanaioli, conciatori ecc.) fu l’espressione della borghesia produttrice che presto giunse al governo del comune. Le liti per i confini con i comuni limitrofi ebbero conseguenze negative per il suo sviluppo. La produzione della carta rese famosa Fabriano dagli ultimi decenni del XIII . in poi. L’arte pittorica fu illustrata prevalentemente da Gentile da Fabriano (†1427). Nei confronti della Santa Sede, i fabrianesi medievali nutrirono rapporti alterni di fedeltà e di ribellione. Nella seconda metà del XIV sec., il libero comune si trasformò in signoria governata dai Chiavelli, fino al 1435. La regione subì varie forme di governo, fino a darsi ai papi, a partire dal XV . Gli scontri tra fazioni opposte, la soppressione del podestà elettivo (1610), con l’attribuzione del governo a prelati, lasciarono al comune sole funzioni amministrative. Epidemie, carestie, terremoti (particolarmente quello del 1741) provocarono una progressiva decadenza. La storia di Matelica, in provincia di Macerata, è collegata con il Ducato di Spoleto e successivamente con le tensioni tra Chiesa e impero nel XII . Dopo il governo degli Ottoni (dal 1394), seguì le vicende dello Stato pontificio. Attualmente la città conta cinque parrocchie (per una popolazione di circa 8500 abitanti).
III - Età moderna e contemporanea
Nel 1728, Benedetto XIII istituì la diocesi, aggiungendo la qualifica di città, e mettendo la nuova diocesi, unita a quella di Matelica, sotto il dominio diretto della Sede apostolica. Nel 1984, la diocesi si è ampliata con varie parrocchie dei territori di Nocera Umbra, Sassoferrato e Genga. I principali nuclei attuali sono, oltre Fabriano, Matelica, Sassoferrato, Genga e Cerreto d’Esi. Durante il periodo giacobino e napoleonico, la città fu occupata e saccheggiata; dopo la Repubblica romana (1798), Fabriano tornò sotto il potere della Santa Sede, fino all’11 maggio 1808, quando fu annessa al Regno d’Italia; la Restaurazione ristabilì il governo pontificio dal 28 luglio 1815 al 14 settembre 1860: vennero successivamente in visita i tre pontefici marchigiani del secolo: Leone XII, Gregorio XVI, Pio IX. La città fu annessa al regno costituzionale di Vittorio Emanuele II in seguito al referendum plebiscitario del 1860 (2354 voti favorevoli contro 2 contrari). Intenso fu lo sviluppo economico della città e della regione, grazie all’istituzione di alcune industrie (cartiere Miliani, ditta Merloni ecc.): l’esodo dalle campagne si intensificò fino a modificare la fisionomia di zone fino ad allora considerate agricole. Durante la seconda guerra mondiale, gran parte della popolazione fu coinvolta nella lotta partigiana; parecchi sacerdoti furono uccisi, sia per rappresaglia, sia per altri motivi. Accanto alle scuole private o tenute da ordini religiosi (in passato, anche gesuiti), esistono vari istituti scolastici superiori e associazioni culturali. Fabriano è sede della Comunità montana alta valle dell’Esino. Il territorio comunale, uno dei più ampi d’Italia, comprende trentanove frazioni; spesso la parrocchia è il loro unico punto di aggregazione, particolarmente per i ragazzi e i giovani. La solennità del patrono principale san Giovanni Battista è sottolineata con l’organizzazione del Palio che, in Fabriano, coinvolge tutti durante un’intera settimana. I principali santuari diocesani sono Santa Maria del Buon Gesù (incorporato nell’Ospedale degli esposti edificato da san Giacomo della Marca nel XV sec., oratorio aperto al pubblico dal 1496); Santa Maria dell’Acquarella (XV sec.) in Albacina; Santa Maria di Frasassi (all’interno della grotta omonima, in Genga, Leone XII fece costruire una chiesa di forma ottagonale, consacrata nel 1828, dove è venerata una statuetta di Maria col Bambino attribuita al Canova). La città è un centro di studio (scuole di ogni grado) e di lavoro (industrie, fabbriche, ospedale): pertanto studenti, docenti e funzionari, lavoratori e operai sono ospiti diurni e quotidiani di una città che, invece, si trasforma in un dormitorio per una popolazione dimezzata. Precedentemente la diocesi era agricola e rurale, adesso è tecnica e industriale. L’applicazione dei decreti conciliari non ha creato problemi particolari. È stato organizzato un congresso eucaristico diocesano nel 1983, e un sinodo nel 1995. Il seminario diocesano è stato riaperto il 26 novembre 2005, con la nomina del rettore e del vicerettore. La scuola diocesana di teologia, recentemente istituita, incontra successo tra i laici. Il centro di pastorale giovanile è un segno promettente di vitalità. La diocesi gestisce una casa di accoglienza a favore degli indigenti.
Bibliografia
R.
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Molajoli, Guida artistica di Fabriano, Fabriano 1968; D.
Pilati, Storia di Fabriano dalle origini ai nostri giorni, Fabriano 1985; D.
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Pirani, Fabriano in età comunale.
Nascita e affermazione di una città manifatturiera, Firenze 2005.
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